
(AGENPARL) – gio 22 settembre 2022 OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ROMA VS. CASABLANCA:
LA TRAGEDIA ALLUVIONALE DELLE MARCHE SI COLLOCA
IN UN QUADRO IDRICO DI FORTE ARIDITA’,
DOVE L’ITALIA ORMAI COMPETE CON IL MAROCCO
FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI
“PER L’ALTO RISCHIO IDROGEOLOGICO ORA SIAMO
COSTRETTI A TEMERE LA TANTO ATTESA PIOGGIA”
Se la tragedia alluvionale nelle Marche è stata innescata da un eccezionale evento atmosferico,
violento e localizzato (dai 419 millimetri di pioggia caduti in 7 ore a Cantiano ai fiumi Misa,
Sentino, Candigliano, Fiumicello, Esino, cresciuti di 5 metri in poche ore), lo “sciame
meteorologico” generato ha interessato un’area ben più vasta in un quadro complessivo, però,
di persistente siccità: è quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle
Risorse Idriche.
Ne è esempio la Toscana, dove ai fiumi Serchio ed Ombrone con portate stabilmente al di sotto
del Deflusso Minimo Vitale (cala anche la Sieve, ma cresce l’Arno) si contrappongono
l’esondazione del torrente Bigurro ed i disagi causati dal forte maltempo nell’alto Mugello, nella
Valdichiana aretina e fino alle porte di Firenze.
Anche in Umbria, i territori dell’Eugubino e dell’Alto Tevere, soprattutto nelle zone al confine
con le Marche, sono stati interessati dall’ondata di maltempo, in particolare Pietralunga e l’area
a Sud di Città di Castello (143 millimetri di pioggia a Bivio Canoscia e mm. 134 a Badia Petroia). La
piena di alcuni torrenti (Burano, San Giorgio, Assino, San Donato) e numerose frane hanno causato
danni ad abitazioni e territori nell’area di Gubbio. L’auspicio è che almeno tali disagi compensino,
in parte, il deficit idrico che ha fin qui caratterizzato l’annata umbra (fino alla settimana scorsa, il
livello del fiume Tevere a Ponte Molino era il più basso dal 2012, mentre quello del lago Trasimeno
era il minore dal 1991), così come successo per l’invaso marchigiano di Castreccioni, cresciuto di
oltre 2 milioni e mezzo di metri cubi in poche ore.
Per il resto, quest’anno idrologico così complesso continua a caratterizzarsi per una marcata
siccità ormai confrontabile, soprattutto lungo il litorale tirrenico del Nord Lazio, con quanto, ad
esempio, si registra in Marocco: Ladispoli (mm.137) e Cerveteri (mm.121) hanno finora livelli di
pioggia inferiori all’ “assetata” Guercif (mm.157 in media), ma anche Roma (mm.196) ormai
compete con l’aridità di Casablanca (mm.191). In questo quadro di alto rischio idrogeologico per
l’inaridimento e la cementificazione dei terreni, sono paradossalmente attese con timore le
intense piogge annunciate per i prossimi giorni.
“Quella dei cambiamenti climatici è un’avanzata inarrestabile anche per l’assenza di infrastrutture
adeguate, quali gli invasi, capaci di trattenere le acque di pioggia, salvaguardando i centri abitati
e creando riserve per i momenti di necessità idrica” ricorda Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Al Nord i livelli dei grandi laghi tornano a calare velocemente con il bacino del Maggiore, che
segna -40% di riempimento rispetto all’anno scorso.
In Valle d’Aosta scendono le portate di Dora Baltea e torrente Lys, così come si registra per la
gran parte dei fiumi piemontesi con i livelli della Sesia, calati del 75% circa in una settimana.
Lungo tutta l’asta torna a decrescere anche il fiume Po, che a Piacenza e Cremona scende sotto i
minimi storici.
In Lombardia continua la crisi del fiume Adda ancora in calo e lontano dalle portate degli anni
scorsi, mentre le piogge di Settembre permettono alle riserve idriche regionali di ridurre il deficit
rispetto alla media storica (da -55% a -45%).
Crescono i livelli dei fiumi appenninici dell’Emilia Romagna con Savio ed Enza, che registrano
portate superiori alle medie storiche; al contrario, risultano tutti in calo i corsi d’acqua veneti con
Adige, Livenza e Bacchiglione ancora ai minimi degli ultimi anni.
Nel Lazio sono in ripresa i laghi di Bracciano (+ cm.11), Nemi (+cm.4) e Castelgandolfo, così come il
Tevere, i cui livelli restano però inferiori al recente passato; ancora in forte sofferenza i fiumi
Aniene, ma soprattutto Liri e Sacco ai livelli più bassi rispettivamente dal 2008 e dal 2002.
In Abruzzo, il volume d’acqua trattenuto nell’invaso di Penne è calato in un mese di 2,29 milioni di
metri cubi, mentre in Campania crescono le portate dei fiumi Garigliano, Volturno, Sele così come
i bacini del Cilento, mentre il lago di Conza è in calo.
In Basilicata, le dighe trattengono circa 250 milioni di metri cubi d’acqua, vale a dire una trentina
di milioni in meno rispetto all’anno scorso; in Puglia, invece, nonostante un calo di 5 milioni e
mezzo di metri cubi in una settimana, gli invasi ne trattengono ancora circa 130 milioni, cioè
oltre 27 milioni più dell’anno scorso.
Anche in Sicilia, infine, molto buono è lo stato della riserva idrica, grazie alle abbondanti piogge
di Agosto: gli invasi registrano quantità d’acqua (circa 390 milioni di metri cubi) ben superiori
alla media degli scorsi 6 anni con +56 milioni sul 2021.
“Ancora una volta – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – segnaliamo un
quadro di forte disomogeneità idrica lungo la Penisola, cui rispondere con la funzione
calmieratrice degli invasi. Il Piano Laghetti redatto da ANBI e Coldiretti, con circa 400 progetti già
cantierabili, è una risposta concreta, che offriamo al Paese ed al prossimo Governo.”
GRAZIE

