
(AGENPARL) – Roma, Giovedì 22 settembre 2022 –
Domanda: Presidente Meloni, che visione di politica industriale avete in mente?
Fratelli d’Italia intende restituire alla Nazione una strategia industriale: favorire catene di approvvigionamento sicure, in particolare nei settori strategici, privilegiando filiere non troppo estese e accordi con Nazioni alleate e affidabili. Vogliamo, inoltre, supportare la riconversione di attività in difficoltà in settori che valorizzino il “Marchio Italia”, quale punto di forza della nostra economia. Altro asset su cui investire è l’economia blu, mettendo a sistema tutte le filiere economiche connesse ai nostri mari, dalle attività portuali, alla logistica, alla nautica, alla pesca.
Domanda: L’Italia ha necessità di riforme istituzionali serie e profonde. Quali sono secondo Lei quelle più urgenti?
“Per Fratelli d’Italia la madre di tutte le riforme è il presidenzialismo, che non solo garantisce una maggiore efficienza di governo, grazie un rapporto più diretto tra cittadini e Stato, ma stabilità. Avere governi stabili e forti rappresenta anche una misura economica e garantisce maggior autorevolezza a livello internazionale. Quale modello scegliere? Non abbiamo preclusioni di sorta e siamo disposti a ragionare sulle varie formule, su pesi e contrappesi. Anche con una Bicamerale, che potrebbe essere uno strumento in più per raggiungere l’obiettivo. Ma questa è utile se le altre forze politiche hanno voglia di discutere. Per ora la sinistra ha detto pregiudizialmente no perché ha paura che il sistema che le ha consentito finora di stare al potere senza vincere le elezioni possa essere cambiato”.
Domanda: Secondo lei, quale è il primo provvedimento di cui il prossimo Governo dovrà occuparsi?
“La priorità è sicuramente mettere al riparo famiglie e imprese dal caro bollette. Dobbiamo continuare a batterci per un tetto europeo al prezzo del gas per fermare la speculazione, che è il vero problema. Fratelli d’Italia ha fatto approvare a livello nazionale un ordine nel giorno che chiede al Governo, a questo o a quello che verrà, di separare il prezzo del gas da quello delle altre fonti di energia, perché questo già abbatterebbe le bollette in modo significativo. È una riforma che dovrebbe fare l’Europa ma che si può fare anche a livello nazionale. Secondo le nostre stime costa 3-4 miliardi di euro e non avrebbe bisogno di un ulteriore scostamento di bilancio. Questo già abbatterebbe una percentuale significativa delle bollette e darebbe respiro a famiglie e aziende”.