
(AGENPARL) – Milano, 21 settembre 2022 – Pochi giorni al voto e ci sono due temi che sono rimasti in secondo piano rispetto all’agenda dei partiti in questa campagna elettorale breve ma intensa, la giustizia e le professioni. Per questo L’Ordine degli Avvocati di Milano, l’Unione Lombarda degli Ordini Forensi e la Camera Penale di Milano hanno voluto organizzare ieri l’unico confronto istituzionale su questo tema a Palazzo di Giustizia di Milano, “ELEZIONI POLITICHE 2022. Quale futuro per giustizia e professioni. Programmi a confronto”. Hanno partecipato, moderati da Vinicio Nardo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano e Andrea Soliani, Presidente della Camera Penale di Milano, davanti a moltissimi avvocati e operatori della giustizia milanese, 8 rappresentanti di partiti politici in corsa in questa tornata elettorale del 25 settembre.
“Siamo nell’anno del referendum sulla giustizia di giugno,” ha affermato il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, Avv. Vinicio Nardo, “ma questa campagna elettorale non è sembrata mettere, un tema così decisivo anche per l’economia del Paese, al centro della narrazione mediatica del progetto per il futuro, anche se naturalmente se ne parla in tutti i programmi elettorali. Noi abbiamo provato a stimolare i partiti a parlare di futuro senza lo sguardo al passato e ad assumersi con noi e con tutti i cittadini e le imprese italiani impegni precisi sia rispetto al cambiamento della giustizia sia rispetto alle professioni, che sono state prima messe in crisi dalla pandemia e adesso da una nuova crisi economica e sociale ancora più significativa. Abbiamo parlato di quale sarà il futuro della riforma dell’ordinamento giudiziario dopo le riforme del civile e del penale, ma nondimeno di cosa si farà di concreto per il sistema carcerario e in tema di professioni per l’equo compenso e per le scelte fiscali. E tra professioni e giustizia abbiamo chiesto dove si vuole andare in termini di innovazione e digitalizzazione. Dal nostro confronto è emerso che non esiste rilancio dell’Italia dalla crisi che stiamo vivendo senza intervenire seriamente in questi campi di azione. Adesso bisognerà passare come sempre dalle parole ai fatti. E il tempo per farlo non sono 5 anni, ma i prossimi 12 mesi.”
“Ci sono interessanti punti di incontro nei programmi dei vari partiti politici che si candidano alle prossime elezioni”, ha sostenuto il Presidente della Camera Penale di Milano, Avv. Andrea Soliani, “e in molti si dicono favorevoli alla separazione delle carriere fra magistrati che accusano e magistrati che giudicano; diversi pensano che dovrebbe essere nuovamente abolita la possibilità di appellare le sentenze di assoluzione; tutti sembrano chiedere processi più rapidi senza perdita delle garanzie difensive. Impostazioni assolutamente condivise dai penalisti italiani. Un po’ meno compatta, purtroppo, è la spinta verso l’allontanamento dall’idea che il carcere sia l’unica e reale sanzione penale, anche se ci auguriamo che i diversi e buoni principi diffusi dalla Ministra Cartabia non siano destinati ad essere del tutto dimenticati. Speriamo, peraltro, che ciò che di buono viene proposto non sia poi confinato alla sola fase della propaganda elettorale.”
Il confronto è stato molto propositivo con qualche spunto più acceso da parte di un paio di partecipanti.
“Abbiamo introdotto molte riforme portatrici di cambiamenti in una direzione positiva”, ha affermato Alfredo Bazoli (candidato del PD), “e dobbiamo andare avanti e attuare queste riforme. Va tutto attuato e non smontato. Compresa la riforma del CSM e dell’ordinamento giudiziario.”
“In questa campagna elettorale si parla di tutto ma non di giustizia ed è un segnale molto negativo”, ha sostenuto l’ex Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle), “e dobbiamo dire tutti che uno degli elementi da giudicare rispetto ai partiti quando si vota è se la giustizia sia davvero una loro priorità. E l’unico modo che ho imparato da Ministro che misura la reale priorità da parte dei Governi è quanto spendono nella giustizia.”
“Attuare la riforma Cartabia è decisivo sicuramente, ma non scontato”, ha risposto l’Assessore Regionale Raffaele Cattaneo (candidato di Noi Moderati), “e del resto forse una delle innovazioni da portare sarebbe quella dell’organizzazione della giustizia, magari, come si è fatto con la sanità, dividendo l’organizzazione dai processi. E affrontando anche il tema dei tempi, che non è giusto che siano perentori per gli avvocati e invece ordinatori per i magistrati.”
“Due priorità su tutte”, ha affermato Enrico Costa (candidato di Azione, Italia Viva, Calenda), “a cominciare da un Patto tra tutti i partiti sulla riforma carceraria. E per continuare con la realizzazione di due scelte che abbiamo fatto diventare parte delle riforme della giustizia. Il fascicolo di valutazione della professionalità dei magistrati, che riduce il potere delle correnti sulle carriere, e la presunzione di innocenza, che tutela i cittadini sotto processo o oggetti di indagine nel rispetto dei diritti e della cultura delle garanzie”.
“La giustizia non è mai stata al centro delle campagne, ma dobbiamo tutti impegnarci per la giustizia e non per il giustizialismo”, ha sostenuto Fabio Raimondo (candidato di Fratelli d’Italia), “e per esempio sul tema della giustizia civile è importante mettere mano davvero alle storture che da decenni non si correggono. E bisogna fare il passo decisivo verso la riforma madre della separazione delle carriere. Bisogna essere garantisti nell’esecuzione del processo e fermi nell’esercizio della pena.”
“Noi lavoriamo sulla garanzia dell’equo compenso per gli avvocati e i professionisti”, ha affermato Cristina Rossello (candidata di Forza Italia), “come del resto siamo decisi a intervenire per riequilibrare la legislazione sulle società di professionisti. E pensiamo che la flat tax sia da portare sui 100.000 euro di tetto, e in parallelo si debba definire un tetto massimo all’imposizione fiscale per tutti i cittadini. Senza dimenticare un intervento di legge sul riequilibrio dei compensi per le donne. E andando avanti nella battaglia per la responsabilità civile dei magistrati.”
“Le riforme sono figlie del lavoro della Cartabia e del Governo Draghi in una situazione istituzionale difficilissima e con un Parlamento disastroso”, ha ribattuto Simona Viola (candidata di +Europa), “E del resto su tutti i temi che intervengono sulle carriere dei magistrati o sui problemi delle carceri sia la sinistra che la destra hanno messo barriere fortissime. Ma su tutti la catastrofe l’ha fatta il Movimento Cinque Stelle. E sempre tutti i partiti hanno messo nelle liste elettorali magistrati che invece non dovrebbero entrare in politica neanche dopo la pensione”.