
(AGENPARL) – mer 21 settembre 2022 L’EFFICIENTE SOLIDARIETA’ DEI CONSORZI DI BONIFICA
NELLE MARCHE
PER RIDURRE IL RISCHIO NEI TERRITORI DEVASTATI DALL’ALLUVIONE
FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI
“I PROGETTI PER CONTRASTARE L’ESTREMIZZAZIONE DEGLI EVENTI ATMOSFERICI
SONO PRONTI DA ANNI”
Terminata la prima fase dell’emergenza, due mezzi speciali del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta,
partiti da San Bonifacio nel veronese con 7 maestranze esperte, affiancheranno l’ente consortile delle
Marche nella sistemazione del territorio devastato dall’alluvione della settimana scorsa.
“Su specifica richiesta dei coordinatori dell’opera di soccorso ed in coordinamento con la Direzione
Protezione Civile di Regione Veneto”, precisa ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela
Territorio ed Acque Irrigue) Veneto, “sono stati inviati due grandi autocarri dotati di pinza a ragno,
specifici per la pulizia degli alvei dalla grande massa di detriti, portata a valle dalla furia delle acque e che
oggi è un ulteriore minaccia alla sicurezza del territorio di Senigallia. Sono mezzi meccanici particolari e di
non larga diffusione, a conferma dell’alta specializzazione presente nei Consorzi di bonifica e generalmente
utilizzati per la sistemazione idraulica dei corsi d’acqua.”
“La nuova emergenza alluvionale, che ha colpito le Marche – precisa Francesco Vincenzi, Presidente di
ANBI – è la conseguenza di un mix letale fra cambiamenti climatici e lentezze burocratiche, a conferma
dell’alto rischio idrogeologico, cui è sottoposto il Paese a conclusione di un’estate caratterizzata da
eccezionali temperature e da una siccità, che continua ad essere largamente presente soprattutto nel
Centro Italia, a dispetto di una percezione alterata dalle prime avvisaglie autunnali.”
In attesa delle indispensabili scelte politiche per l’avvio di interventi infrastrutturali, come i bacini necessari
a migliorare sostanzialmente la gestione idraulica del Paese di fronte alle conseguenze dei cambiamenti
climatici, ANBI rilancia il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese, presentato nel 2020 ed
ancora privo di risposte complessive.
“Neppure con la bacchetta magica potremmo comunque risolvere, nei tempi dettati dalla crisi climatica, la
fragilità idrogeologica del Paese, accentuata da anni di scelte mancate o miopi come l’inarrestabile
cementificazione – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Per non rimanere inermi alla
mercè degli eventi meteo, accanto ad una più diffusa cultura di prevenzione civile, dobbiamo puntare ad
aumentare la resilienza dei territori e delle comunità, che li abitano. Come anche la tragedia marchigiana
dimostra, il più importante intervento di salvaguardia idrogeologica è l’ottimizzazione dell’esistente.”
Il Piano Nazionale di Manutenzione Straordinaria, approntato dai Consorzi di bonifica e composto da 858
progetti perlopiù definitivi ed esecutivi cioè cantierabili, prevede 266 interventi per l’Italia Centrale
(Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna); la spesa prevista è di circa 406 milioni di
euro, capace di garantire oltre 2000 posti di lavoro. A ciò si affianca la pulizia di 36 invasi con la rimozione
di 3 milioni e mezzo di metri cubi di sedime dal fondo, nonché il completamento di ulteriori 6 bacini e la
realizzazione di 6 nuovi serbatoi: ciò aumenterebbe il volume disponibile per trattenere le ondate di piena
e le acque di pioggia, non solo riducendo il rischio idrogeologico, ma creando riserve per le esigenze del
territorio, da quelle irrigue alla produzione di energia rinnovabile.
“E tutto scritto – conclude il Presidente di ANBI – Lo mettiamo a disposizione del prossimo Governo,
auspicando che la politica, a differenza che in campagna elettorale, assuma concretamente il contrasto ai
cambiamenti climatici come priorità per il Paese.”
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