
(AGENPARL) – mar 20 settembre 2022 Con la campagna elettorale in corso, continua la serie di interviste dell’avv. Emanuela Fancelli ai candidati alle politiche 2022, per offrire ai nostri lettori uno spunto di riflessione in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre 2022.
Uno dei protagonisti di questa campagna elettorale è l’On. Claudio Durigon che, gentilmente, ha risposto ad alcune nostre domande.
Onorevole, dove è candidato esattamente e con quale formazione politica?
Sono candidato con la Lega, al Senato, sia al collegio uninominale Lazio U01, che comprende il territorio di Viterbo, Rieti, e la provincia Nord di Roma, che capolista al collegio plurinominale Lazio 2
Qual è l’obiettivo che ha ispirato il programma elettorale?
Ce ne sono molti, di obiettivi, che hanno ispirato il nostro programma. Diciamo che sono ben riassunti dai sei punti che domenica, dal pratone di Pontida, Matteo Salvini ha voluto sottoscrivere di fronte alle 100mila persone intervenute dopo gli anni di stop a causa della pandemia da Covid:
stop alle bollette e sì al nucleare sicuro, autonomia regionale, flat tax al 15% e pace fiscale, stop Fornero e sì a quota 41, stop agli sbarchi e sì ai decreti sicurezza, e giustizia giusta. Riteniamo che ciascuno di questi punti sia fondamentale per il futuro dell’Italia, per garantirle crescita, sicurezza, uno sviluppo moderno, capace di affrontare con solidità un contesto sempre più complesso e delicato
Qual è il provvedimento che ritiene più urgente nel nostro Paese per far fronte all’aumento dei costi delle materie prime e dell’inflazione?
Al momento, è urgente affrontare l’emergenza: non si può aspettare, ecco perchè Matteo Salvini chiede uno scostamento di bilancio di almeno 30 miliardi di euro. Non sostenere aziende e famiglie ora, rischia di creare ricadute durissime in termini di chiusure, perdita di posti di lavoro. Non possiamo permetterlo. Così come è necessario che l’Unione Europea si muova a tutela di famiglie e imprese, che stanno pagando le conseguenze del conflitto in Ucraina
Uno dei punti fondamentali del programma della Lega è quello della riduzione della pressione fiscale. Quali sono le proposte per tutelare imprese e cittadini?
La Flat tax al 15%: è uno strumento che già esiste per le partite iva e che proponiamo di estendere anche ai lavoratori dipendenti. Pensiamo a detassare il lavoro, riducendo le imposte sulle nuove assunzioni ed eliminando totalmente la tassazione sui premi e sugli straordinari, in modo tare da dare ai lavoratori buste paga con un netto maggiore. Pensiamo anche a una Irpef al 5% per i lavoratori disoccupati da almeno due anni e per i primi 3 di assunzione a tempo indeterminato. E alla riduzione del cuneo fiscale, per almeno 10 punti percentuali in 10 anni.
Tra le priorità da affrontare dopo le elezioni vi è quella di un’ulteriore riforma delle pensioni?
Non permetteremo mai che torni in vigore la legge Fornero, una riforma del 2011 che ha innalzato l’età pensionabile e imposto sacrifici a tutti i lavoratori. Una riforma che solo la Lega ha avuto il coraggio di modificare, nel 2018, con Quota 100. Questa è stata una misura che ha permesso a centinaia di migliaia di lavoratori di andare in pensione con i propri contributi e che è propedeutica a Quota 41. Sarà proprio Quota 41 lo strumento con cui scongiurare il ritorno della Fornero. Lo faremo da subito, già con la prima finanziaria.
L’esperienza del Governo Draghi, le elezioni anticipate ed il Mattarella bis hanno confermato la necessità di una profonda riforma. Per evitare, nel futuro, momenti di empasse o continue questioni di fiducia in che termini sarebbe opportuna la riforma della legge elettorale?
Il parlamento che si andrà a costituire dopo il voto del 25 settembre è rinnovato nei numeri, bisognerà vedere gli equilibri e cosa questo nuovo assetto creerà all’interno di Camera e Senato. Soprattutto, la gestione dell’amministrazione Centrale dello Stato non può essere vista solo da un unico punto di vista, quello ad esempio di una legge elettorale. Bisogna discutere ad ampio raggio, all’interno del percorso organico che una forza politica immagina. Il centrodestra, ad esempio, ha nel suo programma l’attuazione dell’autonomia, uno stimolo per tutte le regioni italiane, che può ridefinire il volto istituzionale dell’intero Paese. Ripartiamo da questo confronto, e dall’opportunità di crescita che questi temi possono portare a tutta l’Italia. Per andare oltre tecnicismi, qualunquismi e dilettantismi, che non hanno fatto bene a nessuno.
A cura dell’avv. Emanuela Fancelli