
(AGENPARL) – gio 08 settembre 2022 [Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui](https://confagritorino.musvc2.net/e/r?q=Py%3dC3PzN_1wcu_B7_2vbv_BA_1wcu_ABkW7Wsd.nIkDuOz.8xI_2vbv_BAo_NaxY_XpMwH.kNyT_2vbv_BA_1wcu_BBp0u_NaxY_YnK_1wcu_AB_2vbv_BA3UpduI_2vbv_C9wUq9._1wcu_B08L2W8-A0fp_MZyZ_Xm9-_2vbv_C60Hm.B-_1wcu_Ab8_MZyZ_XmLz_MZyZ_WEM8eF-CkWu_NaxY_Ykc-oUmYu_NaxY_YnU3Q_2vbv_BAWiVr%26l%3dWBe0eI%269%3dvQ3QlX.x03%26E3%3dZFcF%26G%3d0%26J%3dCYDc%26y%3dXFcG%26O%3d0XHWIX7k6jEdBY&mupckp=mupAtu4m8OiX0wt)
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Giovedì 8 Settembre 2022 – Natività della Beata Vergine Maria
Quand a subia l’urija drita, l’è parola mal dita
Gli allevatori di bovini da carne si confrontano in Regione al tavolo di filiera Particolari difficoltà sono state evidenziate dagli allevatori di capi da carne di razza Piemontese che, in base ad uno studio condotto su un campione rappresentativo di aziende, aggiornato alla luce dei recenti forti rincari delle materie prime e dell’energia, registrano attualmente una perdita di 41 centesimi al chilogrammo di peso vivo del bovino maschio rispetto al prezzo massimo rilevato dai mercuriali della Camera di commercio di Cuneo.
Uno scenario che preoccupa fortemente questo segmento zootecnico e che, in assenza di misure adeguate, rischia di portare a una forte contrazione degli allevamenti, anche a causa dei probabili aumenti delle materie prime che si profilano nei prossimi mesi a seguito del peggiorare della crisi dovuta al conflitto.russo-ucraino.
Per questi motivi, oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili e urgenti finalizzati a contenere il costo dell’energia (elettricità, gas e gasolio), sarebbe importante che nelle sedi istituzionali competenti si promuovessero azioni, anche strutturali, idonee a riposizionare sul mercato, in un ambito economicamente sostenibile, la carne di bovino e in particolare quella della razza Piemontese certificata.
A fronte della situazione prospettata, l’assessore all’Agricoltura ha chiesto a tutti i rappresentati della filiera, che si sono impegnati in tal senso, di predisporre un documento condiviso sugli interventi da attuare in questa fase di emergenza ed eventualmente anche su quelli da mettere in atto nel medio periodo per rendere le quotazioni di mercato più stabili e adeguate agli effettivi costi di produzione.
Nel frattempo gli uffici della Regione verificheranno la possibilità di adottare uno strumento in grado di quantificare, nel più breve tempo possibile, i costi di produzione degli allevamenti di carne, in particolare quelli di razza Piemontese, in modo da sensibilizzare gli acquirenti ad applicare prezzi ragionevoli anche in sintonia con quanto previsto dal decreto legislativo 198 dell’8 novembre 2021, recante misure atte a contrastare le pratiche commerciali sleali nelle filiere agricole alimentari.
Nella prossima programmazione dello Sviluppo rurale, che sarà avviata a partire dal prossimo anno, il Piemonte ha anche previsto specifici sostegni per incrementare la sostenibilità degli allevamenti sul piano del benessere animale e della biosicurezza. Verrà avviata una campagna di promozione e valorizzazione della carne bovina piemontese nei confronti dei consumatori mirata anche a contrastare le critiche nei confronti del settore zootecnico, tacciato di scarsa compatibilità con l’ambiente.
Approvate le linee guida per l’educazione al cibo
La Giunta regionale ha approvato le linee guida regionali sull’educazione al cibo e l’orientamento ai consumi, in attuazione dell’art. 43 bis della Legge regionale 1/2019, Testo Unico sull’Agricoltura. Le finalità del lavoro sono quelle di promuovere un consumo alimentare consapevole attraverso la conoscenza della qualità del cibo e dei sistemi di produzione sostenibili, delle caratteristiche del territorio rurale insieme agli aspetti ambientali e sociali da cui provengono le produzioni agricole del Piemonte.
Le linee guida sono state elaborate dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e Cibo, con il coinvolgimento di numerosi soggetti tra cui le associazioni professionali agricole.
Esse saranno alla base del prossimo Programma triennale regionale sull’educazione al cibo che prevede interventi di educazione alimentare già a partire dalla prima infanzia e fino agli adulti; di informazione e formazione sul “sistema-cibo” rivolti agli amministratori pubblici, agli operatori della ristorazione collettiva, agli insegnanti; interventi per favorire la creazione di rapporti diretti tra consumatori e agricoltori, per favorire la diffusione organizzata di prodotti alimentari piemontesi nella grande distribuzione, nel commercio di prossimità e nel sistema Horeca.
Grande interesse per gli show cooking di Cascine Piemontesi e Confagricoltura Torino alla 73^ Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola
Ha avuto successo, richiamando un folto pubblico di appassionati e buongustai lo show cooking realizzato martedì scorso da Cascine Piemontesi in collaborazione con Confagricoltura Torino per promuovere le produzioni agroalimentari del nostro territorio, nell’ambito della Fiera del Peperone di Carmagnola.
Sono stati presentati “Gli gnocchi al Corno di Bue rosso, polvere di acciughe e clorofilla al prezzemolo” preparati dallo chef Sergio Leggero e dal figlio Lorenzo del ristorante “Celestino” di Piobesi Torinese, in abbinamento con il vino Pinerolese Doc Doux d’Henry della cantina La Rivà di Bricherasio.
Particolarmente interessata la partecipazione del pubblico, che ha confermato il successo della scorsa edizione, apprezzando le varietà di peperone esposte.
La coltura del peperone, arrivata in Piemonte all’inizio del XX secolo, si è estesa velocemente nella regione grazie alle caratteristiche favorevoli del terreno di alcuni particolari areali. Il ciclo vegetativo del peperone ha inizio alla fine di marzo, mentre la raccolta avviene a partire dalla fine di luglio fino a ottobre.
Nel 2021 la produzione di peperone nell’area del Carmagnolese è stata di 180 – 200 quintali a giornata piemontese, pari a 470 – 520 quintali per ettaro. Nel 2022, a causa della perdurante siccità, la perdita di produzione rispetto allo scorso è quantificabile tra il 20 ed il 30%; i raccolti si assestano quindi a circa 300 – 360 quintali per ettaro, a seconda delle zone.
Anche i costi di produzione sono aumentati di circa il 20-30% a causa del rincaro dei fertilizzanti e del gasolio agricolo.
Il prezzo dei peperoni all’ingrosso è aumentato da 50 a 70 centesimi al chilo rispetto allo scorso anno, raggiungendo il valore di 1,70 euro al chilo, compensando in parte i maggiori costi di produzione.
La qualità è buona: la scarsità delle precipitazioni ha frenato il diffondersi di malattie fungine; le elevate temperature hanno però creato problemi durante l’allegagione provocando un calo nella produzione, come si è riscontrato per tutto il settore agricolo.
Domani, 9 settembre, in occasione del secondo show cooking, Cascine Piemontesi e Confagricoltura Torino presenteranno alla Fiera il “Carnaroli ai peperoni e acciughe”, opera dello chef Lorenzo Bechis del ristorante “La Rosa Bianca” di Chieri, accompagnato questa volta dal Freisa di Chieri Doc dell’azienda agricola Emanuele Miglioretti di Pino Torinese.
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