
(AGENPARL) – Roma, 06 settembre 2022 – Le azioni europee e l’euro sono scese lunedì mattina, mentre i prezzi del gas naturale sono saliti alle stelle dopo che la Russia ha dichiarato che avrebbe interrotto le forniture di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1 a tempo indeterminato.
Lo Stoxx Europe 600 è sceso dell’1,2%, con le aziende chimiche e le case automobilistiche tra le più colpite. Tra i principali indici regionali, il DAX tedesco è sceso del 2,7%; il CAC 40 francese è sceso dell’1,9%, mentre il FTSE 100 britannico (importante produttore di petrolio) si è indebolito dello 0,7%.
Nel frattempo, i futures sul gas TTF olandesi sono saliti alle stelle del 26%, mentre l’euro è scivolato dello 0,4% a $ 0,9916 per la prima volta in 20 anni al di sotto dei 99 centesimi.
Venerdì, Gazprom ha chiuso il Nord Stream a tempo indeterminato dopo aver affermato di aver trovato una perdita di petrolio in una turbina vitale dell’oleodotto, incolpando le sanzioni occidentali e giurando di mantenere l’oleodotto offline fino alla revoca delle sanzioni.
Quell’annuncio fa seguito all’annuncio del G7 di un accordo per l’attuazione di un massimale di prezzo sul petrolio russo entro dicembre, con Mosca che ha risposto minacciando di interrompere la vendita di petrolio a qualsiasi paese che sostiene i massimali di prezzo.
«Il rischio più ovvio e probabile con un limite di prezzo è che la Russia possa scegliere di non partecipare e invece vendicarsi riducendo le esportazioni. È probabile che il governo possa reagire tagliando la produzione come un modo per infliggere dolore all’Occidente. il mercato petrolifero globale è dalla parte della Russia », hanno affermato gli analisti di JP Morgan.
Vale la pena ricordare che JPM aveva previsto all’inizio di quest’estate che i prezzi del greggio potrebbero salire alle stelle fino a $ 380/bbl se Vladimir Putin si vendicasse del price cap del G-7 Petrolio russo con tagli alla produzione.
L’ulteriore calo dell’euro arriva anche sullo sfondo di crescenti disordini sociali in tutta l’Unione europea, con le proteste di massa – 70.000 forti – nella Repubblica ceca sabato che hanno evidenziato la gravità crescente di una crisi energetica che sta colpendo duramente al costo della vita”.