
(AGENPARL) – Roma, 05 set 2022 – Il programma del Pd va definitivamente oltre il Job’s Act, come del resto anticipato dal segretario Enrico Letta già lo scorso maggio.
Ecco il pacchetto di misure contro il lavoro povero e precario, sul modello spagnolo.
✔️ Uno stipendio in più a fine anno grazie alla riduzione delle tasse sul lavoro
✔️ Legge contro i “contratti pirata” che riconosce il valore legale, valido per tutti, del salario economico stabilito dai contratti collettivi
✔️Salario minimo contrattuale contro il lavoro povero (soglia minima definita con parti sociali e in linea con la Direttiva UE: 9 € ora)
✔️Reddito di Cittadinanza riformato anche con l’integrazione al reddito dei lavori poveri (in-work benefit)
✔️Potenziamento del “Fondo nuove competenze” e del contratto di espansione
✔️Rafforzamento dei centri per l’impiego
✔️Riforma dell’apprendistato
✔️Abolizione degli stage extra-curriculari (eccetto quelli che iniziano a 1 anno dalla conclusione degli studi, che devono essere comunque retribuiti e durare massimo 12 mesi)
✔️Introduzione della causale all’inizio del rapporto di lavoro per il contratto a tempo determinato
✔️Potenziamento dei controlli contro il lavoro nero e sommerso con l’estensione a tutti i settori del Documento Unico di Regolarità contributiva, già applicato in edilizia
✔️ Piena applicazione della legge sul caporalato e per l’equa retribuzione di lavoratori e lavoratrici
✔️ Estensione a tutti gli appalti pubblici della clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile già inserita nel PNRR
✔️Legge per l’equo compenso in tutti i rapporti dove il committente non è persona fisica e che preveda la sanzione in capo esclusivamente al committente
✔️Anticipazione della proposta Ue sui lavoratori delle piattaforme online, con l’onere della prova sull’identificazione del tipo di rapporto di lavoro che si presume subordinato in capo alle piattaforme
✔️ Promozione dello smart working
✔️Promozione di progetti di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
✔️Promozione della responsabilità sociale e di forme di democrazia economica nella governance delle grandi imprese