(AGENPARL) – mer 31 agosto 2022 Ita, Fit-Cisl: sviluppo dell’azienda e mantenimento livelli occupazionali prioritari
“La prima impressione è quella di rivivere il copione del film “Il giorno della marmotta” in cui il protagonista rimane incastrato in un circolo temporale che vede i giorni ripetersi tutti in maniera uguale. Allo stesso modo, a nostro avviso, non si è ancora arrivati a una svolta convincente e definitiva per finalizzare la trattativa che interessa Ita. Ci riserviamo, a questo stato della partita, un giudizio compiuto solo dopo aver conosciuto i dettagli del piano industriale elaborato dal Fondo Certares”. È quanto dichiara in una nota il Segretario Generale Fit-Cisl Salvatore Pellecchia, a proposito della decisione del Mef di avviare negoziato in esclusiva con il consorzio formato da Certares, Delta e Air France-Klm.
“Da quanto si apprende dalle note stampa in circolazione – prosegue Pellecchia – sembrerebbe che allo stato attuale la collaborazione con Delta ed Air France si limiterebbe solo ad accordi di code share che in passato hanno determinato effetti discutibili. In assenza di un piano industriale orientato al consolidamento e allo sviluppo della compagnia aerea, c’è il rischio che le 3.600 persone attualmente in forza a Ita di cui circa 700 piloti e 1350 assistenti di volo, ne abbiano a soffrire, senza contare che, in assenza delle previste fasi di sviluppo, migliaia di lavoratrici e lavoratori continueranno a rimanere in cassa integrazione. Non è più rinviabile, a questo punto, un confronto con le parti sociali, che abbiamo già richiesto la scorsa settimana, per fare chiarezza del destino di questo importante asset nazionale”.
“Atteso che Air France ha dichiarato una apertura a un percorso di fattiva collaborazione, auspichiamo sia anche disponibile a ritirare in tempi brevi la procedura di licenziamento collettivo che ha avviato per 43 lavoratori impiegati sul territorio nazionale italiano e più precisamente a Roma, Milano, Venezia, Bologna e Firenze, fermo restando che, al momento, per quanto ci riguarda la vertenza rimane aperta”. “La decisione di avviare i licenziamenti collettivi – conclude Pellecchia – oltre a destare naturale preoccupazione per il futuro di queste lavoratrici e lavoratori, rimane incomprensibile considerato che il settore vive un momento di forte ripresa del mercato e che il ricorso agli ammortizzatori sociali (ancora disponibili) ha dimostrato la valenza positiva degli accordi sottoscritti in Italia”.
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