(AGENPARL) – lun 29 agosto 2022 “Ringraziamo vivamente Papa Francesco che in occasione della sua visita all’Aquila ha salutato la delegazione del mondo carcerario abruzzese, inviando un segno di speranza, ricordando i numerosi suicidi, 57 dall’inizio dell’anno. Il Papa ancora una volta si è dimostrato sensibile all’emergenza carceri. A differenza dei politici disinteressati per quanto sta accadendo nei penitenziari, è l’unico che ha manifestato impegno sincero”. Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo da giorni in sciopero della fame e in tour tra le carceri italiane per riaccendere l’attenzione e per rivendicare misure urgenti di prevenzione dei suicidi e di miglioramento delle condizioni di detenzione e di lavoro del personale.
“Confidiamo adesso che dopo il Papa anche il Presidente Mattarella possa assumere un autorevole intervento perché il Governo affronti l’emergenza carceraria con quelle misure che – aggiunge – non possono attendere le elezioni politiche, il nuovo Parlamento e il nuovo Governo. Nel frattempo probabile incontro con Papa Francesco, la prossima settimana, in cui si evidenzierà le difficoltà del sistema carcerario, dei detenuti e dei poliziotti”.
Nel ricordare di aver inviato un appello al Presidente Mattarella, Di Giacomo afferma “che uno Stato che oltre a non garantire la legalità nelle carceri non riesce a garantire la sicurezza dei detenuti e dei suoi dipendenti (il personale penitenziario) testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici sino a far passare inosservata la “strage” di questa estate con detenuti di età sempre più giovane. Da servitori dello Stato l’impegno del personale penitenziario è rivolto a far rispettare la legalità e al contrasto a mafia e criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri.
In questo non siamo soli. Numerosi magistrati antimafia hanno messo in guardia su quanto sta accadendo, specie negli ultimi mesi, nei penitenziari del Paese rinnovando le richieste al Ministro di Grazia e Giustizia, all’Amministrazione Penitenziaria e all’intero Governo di dare risposte efficaci ed efficienti ai troppi problemi del sistema penitenziario incancreniti negli anni. La situazione ha toccato livelli di gravità tali che non possiamo aspettare le elezioni politiche, il rinnovo del Parlamento e il nuovo Governo.
Non possiamo perdere altri mesi. Per questo abbiamo deciso iniziative di protesta ed ho iniziato, insieme ad altri dirigenti e agenti, lo sciopero della fame. Ci sono azioni, misure, provvedimenti che si possono e si devono attuare subito perché più passa tempo e più l’illegalità si diffonde con il rischio di ripetere quanto accaduto con le rivolte nella primavera del 2020. Le coalizioni e i partiti – conclude Di Giacomo – parlino di questo in campagna elettorale e soprattutto facciano proposte concrete e fattibili”.
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