(AGENPARL) – Roma, 23 agosto 2022 – Ci mancava la siccità, la peggiore degli ultimi 500 anni a colpire l’Europa, dopo essere stata danneggiata dai prezzi record dell’elettricità.
Lunedì è stato pubblicato un nuovo preoccupante rapporto sul fallimento dei raccolti in Europa, secondo Bloomberg , il monitoraggio delle risorse agricole dell’Unione prevede che i raccolti di mais potrebbero diminuire di quasi un quinto a causa della siccità.
Prima di immergerci nel rapporto sul raccolto, le “pietre della fame” secolari d’Europa sono state recentemente riaffiorate nel fiume Elba, che scorre dalle montagne della Repubblica Ceca attraverso la Germania fino al Mare del Nord.
Le pietre risalgono a una siccità nel 1616 e recitano: «Wenn du mich siehst, dann weine», cioè «se mi vedi, allora piangi».
L’avvertimento sulle pietre sembra corretto perché il nuovo rapporto sul raccolto prevede che i raccolti di mais scenderanno del 16% al di sotto della media quinquennale. Ciò si confronta con una previsione fatta a luglio di un calo dell’8%.
Il crollo della produzione di mais potrebbe tradursi in un’ulteriore inflazione alimentare che comporterà un aumento dei costi di alimentazione per le mandrie di bestiame, aggiungendo ancora più guai per gli agricoltori che sono afflitti da prezzi elevati del carburante e dei fertilizzanti.
«I periodi di stress idrico e termico hanno in parte coinciso con la fase di fioritura sensibile e la raccolta del grano», secondo il rapporto di monitoraggio delle colture.
Alla fine di agosto, circa metà dell’Europa è in emergenza siccità . Coltivazioni, centrali elettriche, industria e popolazioni ittiche sono state devastate dal caldo e dalla mancanza di precipitazioni.
Il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha avvertito all’inizio di questo mese che la siccità in corso è la peggiore degli ultimi 500 anni poiché vaste aree di terreni agricoli si sono trasformate in zone polverose.
Con l’avvicinarsi dell’autunno, l’Europa centrale ed occidentale nei prossimi tre mesi correranno un rischio molto elevato che le condizioni di siccità potrebbero causare penuria d’acqua.
La scarsità dei raccolti a causa della siccità non farà che esacerbare la crisi alimentare dovuta alle interruzioni dell’Ucraina. I prezzi dei supermercati per la carne nell’UE sono aumentati già del 12% a luglio rispetto a un anno prima. Anche latte, formaggio e uova stanno salendo alle stelle a tassi record.
Questo ci lascia con l’idea che l’inflazione in Europa rimarrà lunga, come ha spiegato il capo della banca centrale tedesca Joachim Nagel: «La questione dell’inflazione non andrà via nel 2023».
La National Association of Business Economists ha rilevato che il 72% degli economisti intervistati prevede che una recessione inizierà entro la metà del prossimo anno, se non prima.
L’Unione europea si prepari ad un autunno molto ‘caldo’, ma soprattutto l’Italia è pronta ad affrontare queste sfide?