
(AGENPARL) – ven 05 agosto 2022 Roma, 5 agosto 2022
CODIRP alle forze politiche: allargare la partecipazione e la rappresentanza per la messa a terra del PNRR
La complessità del lavoro e delle problematiche sociali nel nostro Paese dimostrano ancor più durante la pandemia e nella costruzione della nuova normalità post pandemia l’inadeguatezza dei modelli solo generalisti che accentrano in pochi riferimenti le rappresentatività, politiche e ancor di più sindacali. Molti oggi parlano di lavoro nuovo, modelli nuovi. Ma il nuovo non ha prospettiva se si perpetuerà questo metodo di scarno confronto, pur di non innovare veramente, pur di continuare nell’immobilismo di strutture e servizi, pur di proseguire con la burocrazia ed evitare la modernizzazione della PA e del Paese, pur di non fare sistema. Non meravigliamoci se alle tante carte e documenti non sta seguendo l’attuazione concreta del PNRR.
La pandemia e la crisi internazionale rischiano di azzoppare la ripresa con la crisi economica e sociale, per cui è necessario assumersi l’impegno di trasformare il PNRR in un nuovo piano Marshall, senza proseguire in alcuni vecchi progetti privi di visione, per poi cercare di colmare il debito attraverso altre privatizzazioni di beni e servizi dello Stato.
Quello che la crisi pandemica dovrebbe avere insegnato è quanto sia importante avere uno Stato non solo “efficiente” sul piano dei conti, ma anche “efficace” nel produrre servizi (come la sanità) ai cittadini.
Lo Stato non può girare la testa altrove. Come non può dimenticare il ruolo chiave della Pubblica Amministrazione, che oltre ad essere “efficiente”, ha bisogno di investire sulle persone, ricercando e valorizzando le competenze, senza più sottoinquadrarle per comprimerle nella catena piramidale della dirigenza burocratica.
Per servire veramente il bene pubblico, ampliando e dando seguito all’ascolto e realizzando effettivi metodi di partecipazione più diretta delle persone, occorre abbandonare schematistiche scorciatoie, che passano solo per rappresentanze precostituite ormai spesso distanti da lavoratori e cittadini. Per risolvere problemi complessi servono multidisciplinarietà, interprofessionalità, partecipazione diretta e lavoro di squadra.
Quale sia la composizione del prossimo Parlamento, non potrà mettere in secondo piano le politiche pubbliche.
SANITA’
La pandemia, purtroppo, non è affatto finita e se non si vuole tornare alle chiusure del passato occorre rinforzare la prevenzione e le dinamiche di gestione delle grandi calamità. Per anni la sanità non ha assunto medici, dirigenti sanitari e personale infermieristico ed ora se ne pagano le conseguenze. Ma anche grave è il fatto che da anni i contratti nazionali arrivino in ritardo e non portino quelle attrazioni che possano invogliare a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale. Lavori stressanti; turni massacranti; carenze di organico e precariato sempre presenti; mancate progressioni di carriera e meno che mai gratificazioni economiche, spingono i giovani specialisti verso una sanità privata che cresce in modo esponenziale non assicurando sempre qualità prestazionali, ma soprattutto costituendo una alternativa alla sanità pubblica, indirizzando i pazienti verso sanità a due velocità e diretta a ceti sociali differenti. Questo comporta per CODIRP e per il welfare del nostro Paese, una delle più gravi problematiche della sanità di oggi.
Se pure sono aumentati i posti nelle scuole di specializzazioni non bisogna dimenticare che per formare un medico ci vogliono 10 anni, come ce ne vogliono 9 per formare un farmacista o uno psicologo, con l’aggravante della discriminazione a danno dei dirigenti sanitari (farmacisti e psicologi) per i quali il gravoso (anche in termini finanziari) percorso di formazione specialistica è interamente a carico degli specializzandi e delle loro famiglie. Altro problema che deve essere affrontato è la crescente femminilizzazione della sanità che comporta trovare soluzioni di welfare nuove e diverse per tutte le professioniste che volessero dedicarsi alla propria carriera senza ostacolare un corretto sviluppo sociale e della famiglia. Nessuno deve rinunciare alla famiglia in un Paese con una natalità ai minimi storici. Deve finire infine l’esternalizzazione in sanità, attuale soluzione alle mancate assunzioni, ricostruendo un sistema che attragga i giovani medici e gli aspiranti dirigenti sanitari del Servizio Nazionale.
Occorre un aumento delle retribuzioni e non il semplice recupero dell’inflazione o del potere d’acquisto. Occorre detassare le parti produttive dei professionisti. Ma soprattutto occorre una dirigenza sanitaria che partecipi attivamente alla programmazione ed organizzazione sanitaria. Il PNRR Missione 6 è interessante sulla carta, ma dove sono gli indispensabili aumenti delle dotazioni organiche che debbono riguardare tutti i settori e tanto i medici, i dirigenti sanitari come tutto le professioni sanitarie? Ottimale il rinnovamento e l’implementazione delle apparecchiature, ma è l’uomo che le usa e la macchina, anche la più sofisticata, diventa un pericoloso oggetto se non governato dalla scienza ed esperienza dell’uomo. Noi crediamo che la visione di un regionalismo differenziato non possa che creare ulteriore danno alla sanità, come dimostra l’evidenza di gravi divari tra Sud e Nord. Siamo fortemente contrari a questo tipo di visione e riteniamo la riforma del Titolo V della Costituzione non più rimandabile.
DISABILITA’
Per quanto riguarda l’attenzione verso i più fragili, sottolineiamo che la legge n.227/2021 rappresenta l’attuazione di una delle riforme presenti nel PNRR (Legge quadro sulla disabilità). Prevede una legge di delegazione riguardante tutte le persone con disabilità ed ha il suo fulcro nel progetto di vita personalizzato e partecipato, volto a consentire alle persone con disabilità di essere pienamente protagoniste della propria vita e di concretizzare una effettiva inclusione nella società. In riferimento alle innovazioni introdotte dalla Legge Delega, l’INPS può rappresentare quell’unico soggetto pubblico con esclusiva competenza medico-legale sulle procedure valutative, quale Ente Nazionale, con diffusione capillare dei suoi CML sul territorio in possesso di un sistema informatizzato collaudato, periferico e centrale, che già gestisce gran parte delle
competenze medico-legali in ambito delle diverse Disabilità tutelate da normative oggi frammentate ed obsolete. Sarà necessaria una revisione dottrinaria della normativa per addivenire ad un unicum identificativo della persona, seppure nelle sue diverse accezioni di abilità conservate e di richieste assistenziali formulate e, in tal senso il ruolo di INPS potrebbe essere centrale in considerazione dell’esperienza e del know-how dei suoi medici legali, che ormai da anni operano nei CML con grande professionalità e che sono pronti ad affrontare questa nuova sfida.
SCUOLA
In ultimo, ma non meno importante, analizziamo la situazione della nostra scuola. Positive le diverse misure adottate in materia per l’attuazione del PNRR: che però hanno riguardato interventi sulle strutture e investito la dimensione latamente curricolare, mentre si sono disinteressate del tutto o quasi del personale che in quelle opera e questa realizza.
Mancano docenti, con larga prevalenza nelle materie scientifiche, e non più solo al Nord. E mancano per la scarsa considerazione sociale della professione, ad un tempo causa ed effetto dei bassi salari, sia in cifre assolute che se rapportati a quelli percepiti da coloro che – a parità di qualifica e di titoli di studio – svolgono le rispettive funzioni nelle altre amministrazioni pubbliche. Occorrono dunque e primariamente le risorse finanziarie nelle annuali leggi di bilancio, a partire da quella per il 2023, almeno per il non più dilazionabile allineamento retributivo, quale minimo etico.
Una scuola efficiente richiede, come tutto il sistema pubblico, di attivare e implementare organici sistemi di reclutamento, conformi a Costituzione e senza scorciatoie variamente camuffate e finanche in assenza dei titoli di studio prescritti dalla legge, ora richiamandosi a ragione giustificante l’emergenza.
Dimensionamento ottimale, e strutturale, delle istituzioni scolastiche L’efficacia del servizio di istruzione-formazione-educazione richiede il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche su numeri gestibili concordando con le regioni il parametro medio di 500 alunni.
Reale agibilità della dirigenza per un’efficace organizzazione delle scuole I dirigenti scolastici sono dirigenti pubblici preposti, in posizione apicale, alla conduzione di pubbliche amministrazioni (art. 1, comma 2, D. Lgs. 165/2001, cit.), con esclusiva responsabilità dei risultati, giuridicamente esigibile: che però, per poter essere fatta valere, richiede la sussistenza delle condizioni che la correlino ai loro effettivi poteri d’intervento. Altrimenti li si espone a una responsabilità oggettiva o da mera posizione, contraria ai principi di civiltà giuridica e alla nostra Costituzione.
In conclusione CODIRP fa appello alla politica perché nei programmi e progetti di prospettiva si parta dall’esigenza di mettere a terra il PNRR con servizi pubblici che sostengano cittadini e imprese.
La pandemia ha insegnato che un sistema pubblico fragile non sarebbe stato in grado di tutelare beni pubblici e che questi sono tutti interconnessi. L’obiettivo ambizioso di modernizzare e rafforzare il sistema per affrontare la pandemia in corso e concretizzare la nuova normalità del mondo post pandemia non può che passare per il coinvolgimento e il rinnovamento di tutte le dinamiche che non hanno dato risposte adeguate, a partire da quella della rappresentanza.
Tiziana CignarelliSegretario Generale

