
(AGENPARL) – Roma, 26 luglio 2022 – La Commissione Europea (CE) ha deciso di concedere ai paesi dell’UE tutti e quattro i blocchi di esenzione che hanno richiesto dal piano per la riduzione obbligatoria del consumo di gas del 15% entro il 31 marzo 2023.
Lo afferma in una dichiarazione rilasciata martedì dal Consiglio Ue a livello di ministri dell’Energia.
«I paesi dell’UE hanno raggiunto oggi un accordo politico per ridurre volontariamente la domanda di gas naturale del 15% questo inverno», si legge nel comunicato. «L’accordo include anche la possibilità di dichiarare un “allarme nazionale” sulla sicurezza dell’approvvigionamento che riduca questa domanda obbligatorio».
Allo stesso tempo, il Consiglio ha anche introdotto nella risoluzione quattro blocchi di eccezioni e limitazioni al funzionamento di questa norma imperativa, che hanno consentito di rimuovere tutte le obiezioni degli Stati dell’UE.
In primo luogo, il Consiglio ha deciso che la riduzione obbligatoria del consumo di gas non si applicherebbe ai paesi che non sono collegati al sistema di trasmissione del gas e all’elettricità dell’UE e, pertanto, non possono rilasciare ulteriori volumi di gas alla comunità.
Inoltre, sono possibili esenzioni per i paesi fortemente dipendenti dal gas per la produzione di elettricità. Ciò rimuove Cipro, Malta, Irlanda dai requisiti della Commissione europea, in alcune situazioni questa eccezione può applicarsi a Spagna, Portogallo, Ungheria e un certo numero di altri stati.
In secondo luogo, i Paesi possono richiedere l’esenzione per se stessi se dimostrano che tutte le loro capacità di transito o esportazione di gas sono già utilizzate al 100% e la riduzione del consumo interno non consentirà loro di reindirizzare fisicamente il gas al mercato dell’UE.
Questo può mettere fuori pericolo Belgio, Lussemburgo, Francia e molti altri paesi. In terzo luogo, i paesi possono richiedere esenzioni se hanno già superato il loro impegno annuale di riempire i propri impianti di stoccaggio del gas o se utilizzano il gas non come fonte di energia ma come risorsa primaria per il loro settore critico. Ciò consentirà di esentare i paesi con piccoli volumi di UGS dai requisiti CE.
In quarto luogo, i paesi dell’UE hanno rifiutato di concedere alla Commissione europea il diritto di dichiarare autonomamente un “allarme nazionale” sulle forniture di gas, sottolineando che la struttura esecutiva dell’UE è obbligata a consultarsi prima con i paesi della comunità rappresentati nel Consiglio dell’UE.
Separatamente, il documento afferma che non è possibile ottenere risparmi sui consumi di gas spegnendo utenze private, infrastrutture critiche, sanità e difesa. Sono possibili restrizioni nel settore energetico, riducendo il riscaldamento o il condizionamento degli edifici pubblici.