
(AGENPARL) – lun 25 luglio 2022 Lo standard AFNOR
In attesa di norme ISO in materia, lo standard AFNOR rappresenta, ad oggi, l’unico riferimento
internazionale certificabile per l’implementazione di un sistema di gestione aziendale dei progetti per
l’economia circolare. La norma specifica i requisiti di un sistema di gestione per l’avvio, la pianificazione,
l’implementazione e la misurazione dei progetti volti a migliorare le proprie performance ambientali,
economiche e sociali al fine di contribuire allo sviluppo di un’economia circolare ed è stato pensato
per aiutare aziende e persone a rendere evidente il proprio impegno e certificabili le proprie pratiche
responsabili nel campo dell’economia circolare.
I progetti di economia circolare di Hera analizzati da Bureau Veritas
O.V.E. (acronimo di Oli Vegetali Esausti), tra i progetti fiore all’occhiello del Gruppo Hera in ambito di
Circular Economy, l’iniziativa in collaborazione con Eni per trasformare l’olio esausto in biocarburante. Dal
2018 in Emilia-Romagna è attivo un servizio finalizzato alla raccolta stradale degli oli vegetali attraverso
l’uso di nuovi contenitori studiati appositamente per raccogliere l’olio alimentare esausto. Nel 2021 sono
state raccolte 1.301 tonnellate di olio, in ulteriore miglioramento rispetto agli anni precedenti e il progetto
ha coinvolto per la prima volta anche la zona di Pesaro. A seguito dell’accordo sottoscritto con Eni, tutto
l’olio vegetale esausto raccolto sui territori, attraverso stazioni ecologiche, contenitori stradali e
partnership con altre realtà (McDonald, Camst, Aeroporto Marconi di Bologna, ecc.) viene trasportato alla
bio-raffineria di Porto Marghera (Ve) e utilizzato come componente per la produzione di biocarburante,
poi destinato ad alimentare 35 mezzi per la raccolta rifiuti nelle province di Modena e Bologna.
Il secondo progetto è relativo ai processi di economia circolare nella catena di fornitura. Nel 2019,
infatti, il Gruppo Hera ha attivato un progetto per rivedere i suoi processi di acquisto in coerenza con i
principi dell’economia circolare. In una prima fase, seguendo il modello “Resolve” proposto dalla
Fondazione Ellen MacArthur, sono state analizzate le tipologie di beni e servizi acquistati e per ognuna è
stato definito l’attuale livello di maturità della “circolarità” nella selezione dei fornitori e il potenziale futuro.
In una seconda fase è stata definita la Linea Guida per gli approvvigionamenti circolari, recepita nel 2021
nell’Istruzione operativa in materia di sostenibilità negli appalti. Queste raccomandazioni, definite
sfruttando i risultati di un gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione Global Compact Italia, prevedono
quattro principi cardine: eco-efficienza, dematerializzazione, rinnovabilità e riciclabilità. Considerando sia
le gare ad offerta economicamente più vantaggiosa, sia le gare al massimo ribasso, il 9,5% del valore
delle gare assegnate nel 2021 è relativo a criteri di circolarità. Nel 2021 è stata estesa a tutti gli acquisti
del Gruppo Hera la metodologia di rendicontazione della circolarità.
Il terzo progetto oggetto di analisi da parte di Bureau Veritas è quello relativo al recupero delle acque
depurate. Il progetto riguarda il territorio dell’Emilia, con particolare riferimento alle province di Bologna e
Modena, e nasce nel 2018 dalla sottoscrizione di uno specifico accordo di programma triennale tra
Gruppo Hera e Regione Emilia-Romagna, Arpae, Atersir e Consorzio Bonifica Renana per recuperare le
acque reflue scaricate dall’impianto di depurazione di Bologna (IDAR) e alimentare due importanti canali
del territorio, garantendone la portata anche nei periodi di secca. Dal 2020 è stato sviluppato anche nel
modenese, nei pressi di diversi depuratori della provincia. Nel 2021 l’acqua reflua depurata riutilizzabile è
stata pari al 6% del totale; la previsione è di arrivare all’8,5% nel 2025 e al 15% nel 2030. L’obiettivo è di
incrementare la quota parte di acqua reflua depurata potenzialmente riutilizzabile in uscita dagli impianti e
quindi di allargare il bacino di applicazione del progetto ad altri depuratori gestiti dal Gruppo Hera. In
particolare, si prevede l’estensione degli accordi nei territori di Ferrara, Ravenna e Cesena. Un ulteriore
sviluppo del progetto potrebbe essere legato all’aggiornamento della normativa in materia, con
conseguente allineamento delle parti interessate coinvolte (Consorzi di Bonifica, Regione Emilia-
Romagna, ecc.).