
(AGENPARL) – ven 22 luglio 2022 INCENDI. EUROPA VERDE: L’ITALIA BRUCIA NELL’INDIFFERENZA. PERSI 8 MILIONI DI ETTARI IN 21 ANNI
“I dati sul numero di interventi effettuati dai Vigili del fuoco per incendi boschivi lanciano un allarme che non è possibile ignorare: dal 15 giugno al 21 luglio sono stati 32.921, 4.040 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Complessivamente, in 21 anni, in Italia, sono andati in fumo 8 milioni di ettari, il 26% della superficie; negli ultimi sei mesi, oltre 24.000 ettari di boschi, più del doppio rispetto alla media storica, in un’estate segnata da una siccità devastante”.
Così, in una nota, i co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che spiegano: “Se ne va un Governo nato per arginare la crisi climatica che non ha avuto neanche il coraggio di approvare un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che era a conoscenza con largo anticipo del forte rischio di siccità verso cui il Paese si avviava e non ha mosso un dito per contrastarlo. Inutile prendersi in giro dichiarando stati di emergenza e calamità naturali: il 70% del territorio della Sicilia è a rischio desertificazione e gli effetti devastanti dei fenomeni meteorologici estremi stanno da tempo mordendo le calcagna dello Stivale. Bisogna agire subito con interventi strutturali”.
“Uno di questi, – proseguono gli ecologisti, – è senza dubbio il controllo delle aree boschive, che dovrebbe essere la priorità per poter intervenire tempestivamente in caso di roghi. A questo proposito, la questione del Corpo Forestale dello Stato, militarizzato durante il Governo Renzi, dovrebbe essere posta all’ordine del giorno del Parlamento per recuperare le esperienze e le buone pratiche oggi accantonate. Anche le Regioni hanno la loro quota di responsabilità, a partire dalla Sicilia, che impiega meno di mille forestali a tempo indeterminato, coadiuvandoli con 22mila precari dipendenti dell’Assessorato all’Agricoltura, e con gli 8mila dipendenti dell’Assessorato al Territorio che lavorano 6 mesi l’anno, da giugno a dicembre, guadagnando 1.200 euro al mese, pagati dalla Regione, mentre negli altri sei mesi sono a carico dell’Inps. Una situazione intollerabile che deve essere subito risolta perché, – concludono Bonelli ed Evi, – le emergenze come questa non possono aspettare”.
GIANFRANCO MASCIA