
(AGENPARL) – mar 12 luglio 2022 Gentile collega,
da poche ora la NASA ha pubblicato la prima immagine a colori del telescopio spaziale James Webb, in una diretta speciale dalla Casa Bianca. In particolare, nell’immagine si vede un ammasso di galassie la cui massa deflette e amplifica la luce di galassie ancora più lontane, luce che è partita oltre tredici miliardi di anni fa. La release completa, attesa per le 16.30 ora italiana di oggi, martedì 12 luglio, comprende anche immagini della Nebulosa della Carena, della Southern Ring Nebula (Ngc 3132), del gruppo di galassie noto come Quintetto di Stephan e dell’esopianeta Wasp-96, di cui è stato realizzato lo spettro.
L’IMMAGINE DELLA NASA: https://www.nasa.gov/image-feature/goddard/2022/nasa-s-webb-delivers-deepest-infrared-image-of-universe-yet
LA NEWS SU MEDIA INAF: https://www.media.inaf.it/2022/07/12/prima-immagine-webb/
A integrazione di questa notizia riportiamo di seguito la dichiarazione di Adriano Fontana, responsabile della divisione nazionale abilitante dell’astronomia ottica ed infrarossa dell’INAF.
“I dati presentati dal presidente Biden sono la dimostrazione che è valsa la pena di aspettare tutti questi anni. Le capacità di James Webb sono molte volte superiori a quelle che qualsiasi telescopio da terra può ottenere oggi o nel prossimo futuro. La sua specialità è vedere nell’infrosso, cioè alle lunghezze d’onda che ci permettono di osservare le galassie più lontane dell’universo, oppure nel cuore delle nebulose in cui nascono nuovi pianeti e le nuove stelle. Zone dell’universo che neanche l’Hubble Space Telescope o i telescopi da terra possono osservare.
James Webb è con ogni probabilità il satellite astronomico più complesso che sia mai stato lanciato nello spazio. Oltre allo specchio, composto da segmenti perfettamente allineati tra di loro, James Webb è dotato di 4 strumenti straordinariamente sofisticati, ognuno dei quali ha molte configurazioni e modalità operative. Un’altra cosa straordinaria dimostrata dai dati rilasciati ieri notte è che questi strumenti stanno funzionando perfettamente, meglio di quanto si aspettassero i progettisti. Che un oggetto così complesso sia stato lanciato nello spazio e funzioni perfettamente a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, e alla temperatura di soli 40 gradi dallo zero assoluto, è davvero uno straordinario risultato tecnologico.
Scientificamente, i dati aprono una nuova finestra su un’epoca della storia dell’universo che non è ancora stata esplorata. Grazie alla potenza di James Webb, siamo in grado di osservare galassie la cui luce ha viaggiato per quasi tutta l’età dell’Universo prima di giungere a noi. In questo modo, possiamo vedere l’universo come era poco tempo dopo il Big Bang, quando le sue prime stelle si formavano nelle galassie che si affacciavano sull’universo giovane.
L’aver puntato il telescopio su un ammasso di galassie ci ha permesso di sfruttare l’effetto di amplificazione della luce – un effetto previsto dalla relativà generale di Einstein – per rendere visibili gli oggetti molto distanti che sono dietro l’ammasso stesso. Questi dati – e altri analoghi – ci permetteranno di studiare nel dettaglio come si sono formate le prime galassie, e anche di studiare il mistero della materia oscura che domina l’ambiente dell’ammasso”.
Cordiali saluti,
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