
(AGENPARL) – mer 06 luglio 2022 “Il disegno di legge S.2636, meglio noto come Riforma della Giustizia tributaria, ad iniziativa del ministro dell’Economia e Finanze Daniele Franco e della ministra della Giustizia Marta Cartabia, non recepisce molte delle indicazioni fornite dalla Magistratura Tributaria. Per quanto concerne i profili ordinamentali è un ddl che aggraverà notevolmente la situazione della giustizia tributaria, a danno dei contribuenti. Tra le questioni di maggior importanza, merita una riflessione approfondita quella relativa al requisito dell’indipendenza. I nuovi giudici tributari diventano, infatti, direttamente dipendenti del MEF, il quale è autorizzato ad assumere i 100 magistrati “per transito” e gli altri 476 (68 x 7) giudici tributari per concorso (art. 1, co. 9, ddl). Ritengo che il ddl in questione vada riscritto prevedendo non più un Giudice Tributario dipendente dal MEF, secondo i principi di imparzialità, terzietà e indipendenza, come previsto dall’art. 111, 2° comma, della Costituzione. Credo che sia inoltre necessario rivedere le previsioni in materia di retribuzioni dei magistrati onorari, auspicando l’eliminazione del cottimo giudiziario, che rende le retribuzioni del tutto aleatorie. Quanto agli aspetti relativi al processo tributario, non risulta affrontato il tema dell’assistenza tecnica del contribuente, oggi attribuita a una pluralità eterogenea di figure professionali, apparentemente non sempre adeguata alle tecnicalità procedurali del giudizio tributario. Nell’ottica di specializzazione del sistema, attraverso la creazione di una magistratura professionale, è opportuno intervenire per limitare l’assistenza tecnica a taluni professionisti qualificati, quali gli avvocati e dottori commercialisti. Rimane inoltre irrisolto uno dei principali temi controversi in materia di giustizia e processo tributaria, ossia il giudizio di legittimità e l’eccessivo carico arretrato della Sezione Tributaria della Corte di Cassazione. Questo ddl complica infine il processo tributario perché introduce la prova testimoniale scritta che implica un’ulteriore attività processuale oggi non prevista, con conseguente aumento del tempo da dedicare ai processi che ne saranno interessati”. Così in una nota, la Senatrice Marinella Pacifico (Coraggio Italia, Gruppo Misto) commentando l’Atto Senato (AS 2636), circa le Disposizioni in materia di giustizia e di processo tributario in corso di esame in commissione, assegnato alle commissioni riunite 2ª Giustizia e 6ª Finanze e tesoro in sede redigente il 13 giugno 2022.