
(AGENPARL) – mar 05 luglio 2022 Focus
Commodity
I dati del presente documento sono
aggiornati al
(salvo diversa
indicazione)
Vedere l’Appendice per la
certificazione degli analisti e per importanti comunicazioni
Metall
i preziosi:
colpiti dalla stretta della Fed
Giugno 2022
Nota Trimestrale
Direzione Studi e Ricerche
Stefania Trenti
Economista
Industry
Sara Giusti
Economista
Industry
Daniela Corsini, CFA
Economista
Materie Prime
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
La domanda mondiale di gioielli in oro segna nel
trimestre 2022 un calo del
6,9% rispetto al
2021, dopo aver realizzato l’anno precedente un pieno recupero dei livelli pre
crisi. Il settore orafo
italiano, ha mostrato comunque una buona dinamica sui me
rcati internazionali: le esportazioni
hanno registrato rispetto al
trimestre 2021 una crescita superiore al 30% sia in valore, sia in
quantità e anche nel confronto con il pre
crisi le vendite estere in quantità hanno registrato una
crescita del +9,1%.
Con oltre 250 milioni di esportazioni, gli Stati Uniti consolidano la propria
posizione di primo mercato di riferimento, in crescita del +29,2% rispetto al periodo gennaio
marzo 2021.
Dopo un 2021 che aveva visto il ritorno della domanda mondiale di gioiel
li in oro in linea con il
2019, nel
trimestre 2022 si rileva un calo dei livelli complessivi che si sono attestati a 474
tonnellate con un ritardo del
6,9% rispetto all’anno precedente e del
11,4% rispetto al
trimestre 2019 (Fig. 1). I mercati che
scontano il ritardo maggiore sono quello indiano (
26%) e
quello cinese (
8%) che rappresentano più della metà del dato mondiale; al netto di questi
mercati la domanda mondiale ha mostrato una crescita del 7%. Se si analizza il livello del
trimestre con
il corrispondente periodo del 2019, si può notare come tutti i principali mercati
mostrano ancora un divario, con un’unica eccezione degli Stati Uniti che hanno superato il dato
del 2019 del +10%, soste
ancora da risparmi elevati accumulati durante la
pandemia (Fig. 2).
Per il mercato cinese i mesi di gennaio e febbraio avevano visto un buon andamento delle
vendite di gioielli grazie allo stimolo dei festeggiamenti del Capodanno e all’orientamento dei
rivenditori verso prodotti in oro più pesanti, ma i
l forte aumento del prezzo dell’oro a fine febbraio
in seguito allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e le ulteriori restrizioni dettate
dall’approccio “Zero
Covid” che ha imposto blocchi in città come Shangai e Shenzen, hanno
determinato impatti
negativi sulla domanda. Per il mercato indiano, oltre all’aumento dei prezzi
dell’oro che ha determinato una tendenza a posticipare gli acquisti di gioielli in attesa di
quotazioni più favorevoli, si è unita anche la mancanza di matrimoni che hanno impatta
negativamente sull’andamento della domanda.
Fig. 1
Domanda mondiale di gioielli in oro (livelli in tonnellate e
variazione % tendenziale)
Fig. 2
Domanda di gioielli in oro: 2021 verso 2020 e 2019
(variazione % su dati in tonnellate)
Fonte:
World Gold Council
Gold Demand Trend
Nota: (*) Al netto della Russia. I paesi sono esposti in ordine decrescente per
valore della domanda nel 2021. Fonte: World Gold Council
Gold Demand
Trend
Il settore orafo italiano ha continuato a mostrare una buo
na dinamica sui mercati internazionali,
trimestre 2022 ha realizzato 1,8 miliardi di esportazioni con un incremento di oltre il 30% sia
in valore, sia in quantità; nel confronto con il 2019 si rileva l’ampliarsi della differenza tra variazione
in va
lore (+37,8%) rispetto alla variazione
in quantità (+9,1%) che conferma la crescita registrata
anche dall’indice dei prezzi alla produzione esteri (+16,2% sul 2019, Fig. 4).
Tonnellate
Var. % (scala dx)
Turchia
Russia
Europa*
Stati Uniti
Medio oriente
India
Cina, HK e Taiwan
Var % vs 1T 19
Var % vs 1T 21
Stefania Trenti
Sara Giusti
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
Fig. 3
Evoluzione trimestrale delle esportazioni italiane di gioielli
in oro* (
var. %)
Fig. 4
Andamento delle esportazioni italiane di gioielli in oro* nel
2022 rispetto
trimestre 2021 e 2019 (var. %)
Nota: (*) Codice 711319. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Nota: (*) Codice 711319. Fonte: elaborazioni
Intesa Sanpaolo su dati Istat
Gli Stati Uniti hanno confermato il ruolo di primo mercato di sbocco con una crescita nel
trimestre del 29,2% in valore e del 10,1% in quantità con un effetto complessivo di incremento del
valore medio unitario nel
estre del 17,3%. Bene anche l’export in valore verso gli Emirati
Arabi Uniti che cresce del 10,2% con una sostanziale stabilità in quantità che determina un
incremento del valore medio del 12,6%. In netta crescita anche i flussi verso Svizzera (+33,1%) e
rancia (+48,7%) che rappresentano poli logistici e mercati di riferimento per le grandi maison del
lusso, a cui si affianca un balzo ancora più forte in quantità
con una conseguente contrazione
del valore medio unitario rispetto al
trimestre dell’anno p
recedente. (Tab. 1).
Tab. 1
Evoluzione delle esportazioni italiane di gioielli in oro* nei principali mercati di sbocco (milioni di euro; variazioni %; t
onnellate)
Valori
Quantità
Valore Medio
Unitario
(milioni)
Peso
1 trim
Var. % vs
trim 2021
(tonn.)
Peso
1 trim
Var. % vs
1 trim 2021
Var. % vs
1 trim 2021
Totale
6.647
100,0
1.798
252,1
100,0
Stati Uniti
1.005
Emirati Arabi Uniti
Svizzera
Francia
Irlanda
Hong Kong
Turchia
Sud Africa
Repubblica dominicana
Germania
119,8
Regno Unito
Messico
Nota: (*) Codice 711319. I paesi sono in ordine decrescente per valori di esportazioni nel 2021. Fonte: elaborazioni Intesa S
anpaolo su dati Istat
Dal punto di vista delle specializzazioni distrettuali, il
trimestre 2022 ha mostrato una crescita
delle esportazioni diffusa a tutti e tre i distretti monitorati con tassi superiori al 30% per Arezzo e
Vicenza e più contenuti per il distretto di Valenza che si attesta al +8,5% (Fig. 5). Nel confronto
con il pre
crisi si rileva un superamento consistente dei valori di esportazioni sia per Arezzo
(+37,9%) sia per Vicenza (+50,6%), solo parzialmente giustificato dalla crescita dei prezzi alla
produzione estera che si attesta al 16,2% nel confronto con il
trimestr
e 2019. Per il distretto di
Valenza invece, si rileva ancora un divario pari al
19,2%, dato comunque più contenuto del
ritardo registrato nel 2021 che si attestava al
30,6%; questo risultato può essere condizionato più
gli altri due distretti dal
ruolo e dalle policy di prezzo attuate dalle multinazionali che non
sono di facile interpretazione da una lettura dei risultati in valore e che possono quindi
sottostimare l’effettiva ripresa (il dato a livello territoriale non è disponibile in quantità)
(Fig. 6).
Valore
Quantità
Var vs 1 trim 21
Var vs 1 trim 19
Valore
Quantità
Valore medio unitario
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 1 ;&#x/MCI;
 1 ;&#x/MCI;
 3 ;&#x/MCI;
 3 ;Fig. 5
Evoluzione delle esportazioni nel
trimestre 2022 di
gioielleria e bigiotteria* (var. % con il corrispondente periodo
dell’anno precedente a prezzi correnti)
Fig. 6
Evoluzione delle esportazioni nel
trimestre 2022 di
gioielleria e bigiotteria* a confronto con il periodo pre
Covid
(var. % a prezzi correnti)
Nota: (*) Codice
Ateco
3.21. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Nota: (*) Codice
Ateco
3.21. Fonte: elaborazioni Intesa
Sanpaolo su dati Istat
Continua il trend positivo delle esportazioni del distretto orafo di Vicenza: nel
trimestre 2022 le
vendite all’estero sono state pari a circa 490 milioni di euro, in crescita di oltre 135 milioni rispetto
trimestre 2021 (+
38,4%) e di circa 165 milioni di euro rispetto al periodo gennaio
marzo del
2019 (+50,6%). Gli Stati Uniti si confermano come primo mercato di riferimento con un valore più
che raddoppiato a marzo 2022 rispetto al 2019; raddoppiano rispetto al pre
crisi an
che le
esportazioni verso il Sudafrica (+104,8%) e mostrano andamenti positivi con un pieno
superamento del valore pre
crisi anche gli Emirati Arabi Uniti che rappresentano più del 10% delle
esportazioni del distretto. I mercati che non hanno ancora recupe
rato il valore del 2019 sono
Hong Kong (
39,7%) e la Svizzera (
12,8%), anche se nel
trimestre 2022 hanno comunque
mostrato tassi di variazione positivi. (Tab. 2).
Tab. 2
Esportazioni del distretto orafo di Vicenza (milioni di euro; variazioni % tende
nziali)
1 trimestre 2022
Milioni di
Comp.
Var. %
vs 2020
Var. %
vs 2019
Milioni di
Var % vs
1 trim 21
Var % vs
1 trim 2019
Totale
1.712,8
100,0
489,9
Stati Uniti
469,8
120,2
113,8
Emirati
Arabi Uniti
207,6
101,3
Sudafrica
118,5
104,8
Hong Kong
Romania
Regno Unito
Malaysia
242,0
661,1
Francia
Turchia
Messico
176,6
105,6
Germania
Svizzera
Nota: i paesi sono rappresentati in ordine decrescente per valore delle esportazioni nel 2021. Codice
Ateco
3.21
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Si rafforza il trend positivo per il distretto orafo di Arezzo: nel
trimestre 2022 le esportazioni del
distretto toscano sono state pari a 731 milioni di euro con una crescita del 31,1%, superiore alla
variazione media registrata nell’anno precedente che si era attestata al 23,5%. Gli Emirati Arabi
Uniti si confermano il
primo mercato di riferimento e nonostante la leggera contrazione registrata
nei primi tre mesi (
2,0%) mostrano comunque un valore superiore al
trimestre 2019 del +12,5%.
In accelerazione le vendite verso gli Stati Uniti che, grazie alla crescita del +2
6,6%, hanno più che
raddoppiato il valore pre
Covid. Si segnala, inoltre, il rafforzamento delle relazioni con il Sudafrica
(+49,5%) e con l’Algeria che nel
trimestre ha realizzato acquisti dal distretto di Arezzo in linea
con il dato annuale del 2021;
questo andamento è legato in particolare a dei provvedimenti
Vicenza
Arezzo
Valenza
Vicenza
Arezzo
Valenza
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
legislativi adottati dal mercato nordafricano che a fine 2021 ha semplificato l’operatività e le
modalità di regolamento e ha quindi riaperto un’operatività che era stata
penalizzata
(Tab. 3).
b. 3
Esportazioni del distretto orafo di Arezzo (milioni di euro; variazioni % tendenziali)
1 trimestre 2022
Milioni di
Comp.
Var. %
vs 2020
Var. %
vs 2019
Milioni di
Var % vs
1 trim 21
Var % vs
1 trim 2019
Totale
2.635,6
100,0
731,3
Emirati Arabi Uniti
653,5
117,3
157,4
Stati Uniti
375,0
117,0
Turchia
270,1
103,6
Hong Kong
201,6
Francia
169,8
Sudafrica
125,0
590,2
641,8
Rep. Dominicana
114,5
Panama
200,3
Spagna
Germania
Canada
Regno Unito
Giordania
295,7
Algeria
Nota: i paesi sono rappresentati in ordine decrescente per valore delle esportazioni nel 2021. Codice
Ateco
3.21
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Il distretto orafo di Valenza Po ha realizzato 370,6 milioni di euro di esportazioni, in cre
scita di circa
30 milioni rispetto all’anno precedente (+8,5%), ma ancora inferiori di circa 88 milioni di euro
rispetto al
trimestre 2019 (
19,2%). Il dettaglio dei principali mercati di sbocco può offrire
un’interpretazione all’andamento registrato da
l distretto: si può rilevare un importante
condizionamento dalle scelte logistiche di alcuni importanti operatori, che si possono ricavare
dal forte incremento registrato dalle vendite verso
l’Irlanda che, a partire dal 2020, è diventato
primo mercato d
i sbocco con più di un terzo di tutte le esportazioni del distretto, mentre nel 2019
rappresentava poco più del 4%. Penalizzate invece le esportazioni verso Hong Kong in calo nel
trimestre 2022 (
62,3%) e verso la Svizzera che mostrano un ritardo rispet
to al 2019 di oltre l’80%.
(Tab. 4).
Tab. 4
Esportazioni del distretto orafo di Valenza Po (milioni di euro; variazioni % tendenziali)
1 trimestre 2022
Milioni di
Comp.
Var. %
vs 2020
Var. %
vs 2019
Milioni di
Var % vs
1 trim 21
Var % vs
1 trim 2019
Totale
1.445,5
100,0
370,6
Irlanda
481,7
434,4
129,6
Hong Kong
183,6
Stati Uniti
154,7
Francia
154,1
Svizzera
137,0
384,9
429,8
Giappone
Emirati Arabi Uniti
Germania
215,7
Regno Unito
477,4
Corea
129,2
244,1
Russia
Nota: i paesi sono rappresentati in ordine decrescente per valore delle esportazioni nel 2021. Codice
Ateco
3.21
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Gli indici di fatturato e produzione confermano la buona tenuta del settore: nella media del
trimestre 2022 il fatturato ha mostrato incrementi nell’ordine del 35% sia rispetto all’anno
precedente (+35,3%), sia rispetto alla media del
trimestre 2019 (+34,5%), confermata anche
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;dalla crescita della produzione che si allinea su variazioni pari al
+29,2% nel confronto con il 2021
e un superamento dei valori pre
crisi del 28,3% (Fig. 9).
Fig. 9
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat
Il contesto competitivo risulta fortemente incerto e condizionato dalle tensioni geopolitiche oltre
che dai significativi incrementi dei prezzi delle materie prime e dell’oro in particolare: questi
fenomeni richiederanno un’attenzione crescente verso l’eff
icientamento dei processi produttivi
e distributivi al fine di poter preservare l’elevata qualità del prodotto senza compromettere la
solidità economica del settore.
dic-15
apr-16
ago-16
dic-16
apr-17
ago-17
dic-17
apr-18
ago-18
dic-18
apr-19
ago-19
dic-19
apr-20
ago-20
dic-20
apr-21
ago-21
dic-21
Fatturato
Produzione
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
Materie prime: un cambio di mentalità
Rischi geopolitici, urgenza di ridurre la dipendenza dalle esportazioni russe e utilizzo come arma
politica delle riserve denominate in dollari sono i tre principali fattori che stanno favorendo un
cambio strutturale di mentalità sulle materie prime. In ef
fetti, questi beni sono sempre più spesso
considerati asset strategici, utili per ridurre la dipendenza dagli esportatori stranieri o esercitare
una maggiore leva politica nei rapporti internazionali. Per i
aesi non occidentali, la creazione o
l’ampliamen
to di riserve di materie prime potrebbe inoltre contribuire a ridurre l’esposizione al
dollaro americano, contenendo così l’impatto negativo di potenziali future sanzioni statunitensi
nei loro confronti.
Rendimenti da inizio anno dei principali comparti
di materie prime (Dic. 2021 = 100)
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Dal 2020 i mercati delle materie prime sono sottoposti a pressioni senza precedenti dato che la
crisi causata dal Covid
ha avuto un forte impatto sui modelli di consumo globali, a fronte di
limitazioni alla produzione e distorsioni dei flussi logistici. Eccezionali condizioni meteorologiche e
politiche economiche espansive, che hanno spesso favorito un aumento della liquid
ità sui
mercati finanziari, hanno amplificato gli squilibri sui mercati fisici.
Nel 2022 l’invasione russa dell’Ucraina ha rappresentato un’ulteriore spinta rialzista ai prezzi delle
materie prime, alimentando i timori di una prolungata carenza di energi
a e di condizioni di
mercato improvvisamente più tese per commodity energetiche, metalli, merci agricole,
fertilizzanti e prodotti chimici, beni di cui la Russia era un importante produttore. A fronte di questo
lungo periodo di prezzi elevati e in continuo
aumento, le pressioni inflazionistiche sono diventate
la principale preoccupazione macroeconomica e le banche centrali si sono affrettate ad
attuare politiche monetarie più restrittive.
Nonostante questo difficile scenario, la maggior parte delle nostre
previsioni su materie prime
pubblicate nel precedente outlook trimestrale e relative al 2° trimestre 2022 si è rivelata
eccessivamente pessimistica. Secondo le nostre stime, i prezzi di energia, oro e metalli industriali
avrebbero potuto registrare aument
i maggiori nei primi mesi di guerra e i contratti del gas
naturale europeo avrebbero potuto mantenersi vicini ai massimi.
Le nostre stime si sono rivelate errate perché l’andamento della pandemia ha causato una
nuova imprevista crisi: la Cina è stata col
pita dalla peggiore ondata di contagi dal 2020. Le
Autorità hanno adottato una rigorosa strategia “zero Covid”, determinando così una
diminuzione della domanda di materie prime nel 2° trimestre e sollevando dubbi sulla solidità
della ripresa cinese nella r
estante parte dell’anno. Nonostante il grande impegno di governo e
banca centrale per sostenere l’economia, fintanto che le misure di contenimento resteranno in
vigore e la produzione industriale resterà debole è improbabile che la domanda di materie prime
01.22
02.22
03.22
04.22
05.22
06.22
Commodities
Energy
Precious Metals
Industrial Metals
Agriculture
Daniela Corsini
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;del Paese possa acquisire nuovo slancio e che, di conseguenza, i prezzi della maggior parte delle
materie prime legate alla Cina possano rirendere il trend fortemente rialzista.
Il principale beneficiario della crisi causata dal Covid in Cina è l’Europa
: grazie all’indebolimento
della domanda di gas e gas naturale liquefatto (LNG) in Cina, i prezzi del gas europeo hanno
scambiato a livelli nettamente inferiori al picco registrato nelle prime settimane di guerra, poiché
il differenziale tra i prezzi del L
NG europeo e quello nord
asiatico è stato sufficientemente ampio
per attirare le forniture verso il Vecchio Continente. Pertanto, attualmente l’Europa è meglio
posizionata per affrontare sia la crisi energetica in atto sia la persistente minaccia di
un’imp
rovvisa interruzione delle forniture russe: a inizio giugno le scorte di gas europeo erano
vicine alla media a 5 anni, le spedizioni di LNG avevano registrato nuovi massimi, governi e
società energetiche stavano diversificando le fonti di approvvigionament
o e, sino al allora, le
condizioni meteorologiche erano state complessivamente favorevoli, nonostante le scarse
precipitazioni in Italia e Spagna, contribuendo al raggiungimento di livelli record nella
generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili
nei Paesi mediterranei e alla diminuzione
della domanda complessiva di gas ed energia elettrica. Inoltre, è importante sottolineare che
quasi un anno di elevati, spesso insostenibili, prezzi di gas ed energia elettrica ha causato una
distruzione della doma
nda: laddove possibile, i consumi sono stati tagliati e durante l’estate ci
attendiamo ulteriori sforzi per ottimizzare la domanda finale.
Scenario di base per l’universo delle materie prime: cosa ci attendiamo per il 2°
semestre 2022?
Significativi rischi
geopolitici e macroeconomici continuano a pesare sul contesto
macroeconomico. Nel nostro scenario di base prevediamo una graduale, ma costante
riapertura dell’economia in Cina, dove produzione industriale e consumi di materie prime
dovrebbero registrare u
n’accelerazione nella restante parte del 2022.
Non ci attendiamo una svolta nella guerra in Ucraina fino a tardo autunno. A nostro avviso, gli
attuali equilibri potrebbero cambiare dopo le elezioni mid
term statunitensi e il 20° Congresso
Nazionale del Pa
rtito Comunista cinese. In particolare, se la Cina riuscirà a contenere le ondate
di Covid la crescita economica aumenterà e, se il Presidente Xi fosse confermato per il terzo
mandato, la Cina potrebbe spostare l’attenzione dalle questioni di politica inte
rna a quelle di
politica estera. A nostro parere, il gigante asiatico favorirebbe i colloqui diplomatici per
promuovere la pace tra Russia e Ucraina al fine di tutelare i suoi investimenti lungo le nuove vie
della seta ed evitare il rischio di una recessio
ne in Europa, uno dei principali mercati di sbocco
delle esportazioni cinesi.
Ci attendiamo che la stretta monetaria globale procederà con decisione, in linea con quanto
sinora segnalato dalle principali banche centrali. I dati macroeconomici saranno fond
amentali
per modulare i rialzi dei tassi di interesse, ma le banche centrali dovrebbero riuscire a bilanciare
con successo le contrastanti esigenze di ridurre le pressioni inflazionistiche e sostenere la crescita
economica.
Un simile scenario, caratterizza
to da una stretta monetaria aggressiva, ma necessaria, una
ripresa della crescita cinese e la possibilità di una de
escalation delle tensioni geopolitiche nel
2023 grazie a rinnovati sforzi diplomatici, potrebbe rivelarsi positivo per i mercati delle mater
prime mondiali.
Inoltre, a nostro avviso, rischi geopolitici, urgenza di ridurre la dipendenza dalle esportazioni russe
e utilizzo come arma politica delle riserve denominate in dollari, spesso il primo obiettivo delle
sanzioni statunitensi, sono i tre
principali fattori che stanno favorendo un cambio strutturale di
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
ma anche utili per ridurre la dipendenza dagli esportatori stranieri o esercitare una maggiore leva
politica nei rapporti internazionali. Per i Paesi non occidentali, la creazione o l’ampliamento di
riserve di materie prime potrebbe inoltre contrib
uire a ridurre l’esposizione al dollaro americano,
contenendo così l’impatto negativo di potenziali future sanzioni statunitensi nei loro confronti. A
nostro avviso, gli sforzi di de
dollarizzazione compiuti dai giganti asiatici sono inoltre coerenti con
na strategia a lungo termine volta a garantire forniture affidabili di beni strategici. Di
conseguenza, riteniamo che le materie prime resteranno sotto i riflettori per diversi anni, anche
quando l’attuale crisi energetica sarà stata auspicabilmente supera
ta e le tensioni geopolitiche
si saranno allentate, poiché un nuovo processo di strutturale ricostituzione delle scorte dovrebbe
rafforzare i mercati delle materie prime.
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 2 ;&#x/MCI;
 2 ;crescita economica influenzeranno i rischi macroeconomici, inclusa la min
accia di una
recessione globale. Ovviamente, una stretta più aggressiva del necessario potrebbe causare
un atterraggio duro dell’economia statunitense, con un conseguente forte rallentamento
della crescita mondiale. Anche un rafforzamento del dollaro maggi
ore delle attese potrebbe
causare crisi di liquidità nei mercati emergenti e prezzi delle materie prime inferiori alle
previsioni.
Prezzo dell’oro in dollari per oncia e dollaro americano ponderato
per il commercio (scala destra, valori in ordine
inverso)
Indice dei prezzi dei metalli industriali e dollaro americano
ponderato per il commercio (scala destra, valori in ordine inverso)
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati
Bloomberg
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati
Bloomberg
1.400
1.500
1.600
1.700
1.800
1.900
2.000
2.100
USD trade weighted (RhS, Inv.)
Industrial metals
USD trade weighted (RhS, Inv.)
LME TIN 3M
TSI US HRC STEEL
LIFFE ROBUSTA COFFEE
LME LEAD 3M
LME COPPER 3M
LME ALUMINIUM 3M
COMEX SILVER
NYB-ICE COTTON
MDE PALM OIL (MYR)
COMEX PALLADIUM
NYB-ICE COCOA
LME ZINC 3M
COMEX PLATINUM
NYB-ICE SUGAR
BMF ARABICA COFFEE
COMEX GOLD
CBOT SOYBEAN MEAL
LME NICKEL 3M
LIFFE SUGAR
CBOT RICE
TSI IRON ORE
CBT WHEAT
CBT SOYBEAN
CBOT SOYBEAN OIL
CBT CORN
NYMEX WTI
ICE BRENT
PSV NATURAL GAS
NYMEX NATURAL GAS
NYMEX GASOLINE
NYMEX HEATING OIL
ICE GAS OIL
TTF NATURAL GAS
LME TIN 3M
LME NICKEL 3M
LME ALUMINIUM 3M
MDE PALM OIL (MYR)
NYB-ICE COTTON
TSI US HRC STEEL
LME LEAD 3M
LME ZINC 3M
LME COPPER 3M
COMEX PALLADIUM
COMEX SILVER
TSI IRON ORE
NYB-ICE COCOA
CBT WHEAT
CBOT SOYBEAN MEAL
COMEX PLATINUM
LIFFE ROBUSTA COFFEE
NYB-ICE SUGAR
COMEX GOLD
CBOT SOYBEAN OIL
CBT SOYBEAN
ICE BRENT
NYMEX WTI
CBOT RICE
LIFFE SUGAR
CBT CORN
BMF ARABICA COFFEE
NYMEX NATURAL GAS
TTF NATURAL GAS
NYMEX HEATING OIL
PSV NATURAL GAS
NYMEX GASOLINE
ICE GAS OIL
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
Previsioni di prezzo per i principali contratti future su materie prime, in valuta di quotazione, scenario
di base
ICE BRENT (USD/barrel)
115.0
104.0
100.0
108.0
95.0
87.0
82.0
NYMEX WTI (USD/barrel)
115.0
104.0
99.0
107.2
93.8
85.0
80.0
NYMEX NATURAL GAS (USD/MMBtu)
JKM LNG (USD/MMBtu)
29.0
32.0
29.0
29.2
26.8
23.0
19.0
TTF NATURAL GAS (EUR/MWh)
105.0
110.0
95.0
103.6
75.0
55.0
37.0
PSV NATURAL GAS (EUR/MWh)
105.5
110.5
95.5
104.2
75.5
55.2
37.0
PUN (EUR/MWh)
250.0
260.0
230.0
248.6
183.8
185.0
160.0
EEX Power (EUR/MWh)
210.0
220.0
190.0
211.4
150.0
160.0
140.0
EUA (EUR/ton)
82.0
84.0
85.0
81.3
86.5
91.0
95.0
LME GOLD (USD/oz)
1,900
1,925
1,950
1,895
1,950
1,925
1,900
LME SILVER (USD/oz)
22.0
22.5
23.0
22.9
23.0
22.6
22.4
LME PLATINUM (USD/oz)
1,020
1,040
1,050
1,022
1,065
1,100
1,150
LME PALLADIUM (USD/oz)
2,050
2,100
2,120
2,145
2,140
2,270
2,380
LME COPPER 3M (USD/ton)
9,700
9,800
10,000
9,790
10,200
10,700
11,000
LME ALUMINIUM 3M (USD/ton)
2,780
3,000
3,200
3,000
3,400
3,700
3,800
LME NICKEL 3M (USD/ton)
29,000
28,500
28,000
28,760
28,000
28,500
29,000
LME ZINC 3M (USD/ton)
3,865
4,000
4,150
3,855
4,225
4,300
4,400
LME LEAD 3M (USD/ton)
2,169
2,240
2,250
2,240
2,325
2,400
2,500
LME TIN 3M (USD/ton)
36,000
38,000
38,500
38,477
39,250
40,500
41,750
SGX IRON ORE (USD/ton)
TSI U.S. HRC STEEL (USD/ton)
1,180
1,200
1,260
1,217
1,300
1,360
1,370
CME HRC NWE (EUR/ton)
1,040
1,060
LME HRC FOB China (USD/ton)
LME REBAR (USD/ton)
LME SCRAP (USD/ton)
CBOT CORN (USc/bu)
CBOT WHEAT (USc/bu)
1,200
1,200
1,200
1,100
1,170
1,100
1,000
CBOT SOYBEAN (USc/bu)
1,700
1,650
1,600
1,650
1,525
1,400
1,360
ICE COTTON (USc/lb)
ICE SUGAR (USD/ton)
ICE SUGAR (USc/lb)
19.9
19.8
19.5
19.6
19.0
18.0
17.0
MDE PALM OIL (MYR/ton)
6,500
6,300
6,100
6,455
5,900
5,500
5,300
ICE ARABICA COFFEE (USc/lb)
LIFFE ROBUSTA COFFEE (USD/ton)
2,000
1,950
1,910
2,070
1,850
1,700
1,600
ICE COCOA (USD/ton)
2,450
2,450
2,450
2,500
2,450
2,400
2,350
ICE COCOA (GBP/ton)
1,720
1,700
1,690
1,724
1,680
1,650
1,620
CBOT SOYBEAN MEAL (USD/ton)
CBOT SOYBEAN OIL (USc/lb)
81.0
80.0
78.0
77.8
75.0
70.0
65.0
Fonte:
time Intesa Sanpaolo
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Metalli preziosi: colpiti dalla stretta della Fed
ondizioni monetarie
estrittive e forte dollaro americano costituiscono due grandi ostacoli per il
complesso dei metalli preziosi. Tuttavia, nei prossimi mesi la quotazione
dell’oro potrebbe
recuperare parte del terreno perso, poiché ci attendiamo un moderato aumento degli
investimenti in ETF aventi oro fisico come sottostante, favoriti da alti prezzi dell’energia e rischi
geopolitici che alimentano timori inflazionistici, un
a ripresa della domanda nel settore della
gioielleria in Cina e India e maggiori acquisti di oro effettuati dalle banche centrali nel tentativo
di diversificare le riserve ufficiali.
Quotazioni di oro e argento in USD/oncia (scala destra)
Fonte:
elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Quotazioni di platino e palladio in USD/oncia (scala destra)
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Dopo i picchi registrati nelle prime settimane di guerra, guidati dal rischio di possibili interruzioni
delle forniture di palladio dalla Russia e dalla domanda di beni rifugio quali oro, argento e platino,
i prezzi dei metalli preziosi hanno registrato un
a diminuzione.
Da un lato, le tensioni geopolitiche non hanno subito un’escalation e la domanda di beni rifugio
si è lentamente attenuata, mentre il focus degli investitori si è spostato sulle aspettative di una
stretta monetaria aggressiva, con un conseg
uente rafforzamento del dollaro americano, un
aumento dei rendimenti dei Treasury e un rialzo dei tassi nominali e reali. Infatti, a maggio la
Federal Reserve ha annunciato un rialzo di 50 punti base, il più alto dal 2000, e a giugno ha
annunciato un rialz
o di 75 punti base, il più alto dal 1994. Dato lo spostamento del focus dei
mercati finanziari dai rischi geopolitici verso la politica monetaria, si è rafforzata la correlazione,
tradizionalmente negativa, tra dollaro americano e oro.
Dall’altro lato, i f
lussi di metalli provenienti dalla Russia non sono stati interrotti e la Cina è stata
colpita dalla peggiore ondata di Covid dal 2020, costringendo le Autorità a imporre misure
restrittive estremamente severe, che hanno causato una forte diminuzione della
domanda di
1.400
1.500
1.600
1.700
1.800
1.900
2.000
2.100
01.20
04.20
07.20
10.20
01.21
04.21
07.21
10.21
01.22
04.22
Silver (RhS)
1.400
1.600
1.800
2.000
2.200
2.400
2.600
2.800
3.000
3.200
01.20
04.20
07.20
10.20
01.21
04.21
07.21
10.21
01.22
04.22
Palladium
Platinum (rhs)
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
materie prime sia a livello domestico che a livello mondiale. L’ondata di contagi in Cina si è
sommata a preesistenti ritardi nella produzione mondiale di autoveicoli, data la scarsità di
semiconduttori, ed ha contribuito ad erodere ulteriorment
e la domanda di palladio e platino. Di
conseguenza, i mercati di entrambi i metalli si sono rivelati meglio forniti di quanto inizialmente
temuto.
A nostro avviso, le pressioni al ribasso sui metalli preziosi permarranno ancora per alcuni mesi. In
primo l
uogo, persistentemente elevate pressioni inflazionistiche dovrebbero indurre le banche
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 1 ;&#x/MCI;
 1 ;Stime del World Gold Council per il 1° trimestre 2021 e per il 1° trimestre 2022, in tonnellate
1Q21
on the total
on the total
growth
Total gold demand, in tons
919
1,234
Jewellery
consumption
Jewellery inventory
Bars and coin
170
Central banks
Technology
Total gold supply, in tons
1,109
1,157
Mine production
Recycled gold
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati del World Gold Council
A fronte delle forti variazioni registrate dalla domanda di oro proveniente dagli ETF, le quotazioni
dell’oro hanno seguito le oscillazioni di questi flussi provenienti dagli investitori finanziari. Quando
i rischi geopolitici rappresentavano la principale
preoccupazione, trainando la domanda di beni
rifugio e gli investimenti in ETF, il prezzo dell’oro ha toccato i massimi. Successivamente, quando
i timori geopolitici si sono stabilizzati, poiché un intervento militare diretto da parte di soggetti terzi
stato finora scongiurato e le forze sul territorio hanno raggiunto un precario equilibrio, le
politiche monetarie sono tornate il principale focus degli investitori in oro.
L’aggressivo tightening della Federal Reserve ha determinato un rafforzamento del
dollaro, un
aumento dei rendimenti dei Treasury e un rialzo dei tassi nominali e reali. Questi fattori hanno
scoraggiato gli investimenti in oro e le posizioni detenute da ETF sono diminuite insieme alle
quotazioni dell’oro, che il 16 maggio hanno toccato
un minimo di 1.787 USD/oncia.
Riteniamo che i flussi degli ETF rimarranno il principale driver delle quotazioni dell’oro anche nel
prossimo futuro, complice la positiva correlazione registrata sinora. Anche se le politiche
monetarie restano sfavorevoli per
i metalli preziosi, continuiamo a prevedere un possibile
aumento del prezzo dell’oro nei prossimi mesi, trainato da un moderato incremento degli
investimenti in ETF aventi oro fisico come sottostante, favoriti da prezzi dell’energia elevati e rischi
geopo
litici che alimentano timori inflazionistici, nonché da una ripresa della domanda nel settore
gioielleria in Cina e India.
Inoltre, le pressioni inflazionistiche potrebbero sostenere anche la domanda di lingotti e monete,
mentre gli acquisti di oro da par
te delle banche centrali dovrebbero acquisire nuovo slancio,
grazie agli sforzi per diversificare le riserve ufficiali. In particolare, le banche centrali dei paesi
emergenti potrebbero voler ridurre il peso degli asset in dollari americani presenti nelle
loro riserve
ufficiali per limitare la possibile minaccia di sanzioni occidentali all’economia.
Di conseguenza, nel nostro modello di base, prevediamo una quotazione media dell’oro di circa
1.900 dollari per il 3° trimestre 2022 e di 1.950 dollari per il
2023. Riteniamo appropriato un intervallo
di prezzo di 1.780
1.980 dollari per l’oro nei prossimi trimestri, ma le nostre previsioni sono
probabilmente esposte a rischi al ribasso. Infatti, le principali minacce per le nostre stime sono
legate a un possi
bile rafforzamento del dollaro americano superiore alle attese, a una stretta
monetaria estremamente aggressiva da parte della Fed e a una domanda inferiore alle attese
nel settore gioielleria in Cina, qualora le Autorità non dovessero riuscire a contenere
la pandemia.
Argento
Nel nostro modello di base, prevediamo un prezzo medio per l’argento vicino a 22 dollari l’oncia
per il 3° trimestre 2022 e una quotazione all’interno di un intervallo compreso tra 18 e 26 dollari
per i trimestri successivi. Ipotizzia
mo un possibile aumento nel 2023, verso una media di 23 dollari.
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
Rispetto all’oro, l’argento dovrebbe evidenziare una maggiore volatilità, ma i due metalli
probabilmente manterranno una forte correlazione positiva, fintantoché la domanda di argento
fisico
non subirà un aumento guidato dalla transizione verde. Infatti, il consumo di argento
dovrebbe trarre vantaggio da promettenti applicazioni nei settori fotovoltaico e dell’idrogeno.
Quotazioni di oro e argento (scala destra) in USD/oncia
Fonte: elab
orazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Rapporto oro/argento
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Platino e palladio
Le nostre previsioni sui metalli del gruppo del platino (PGM) sono strettamente connesse alle
aspettative sulla produzione globale di veicoli nel settore automobilistico. Infatti, secondo le stime
di Johnson Matthey, l’85% circa del consumo di palladio è d
estinato a marmitte catalitiche
utilizzate per lo più nei veicoli dotati di motori a benzina, mentre oltre il 30% del consumo di platino
è destinato a marmitte catalitiche utilizzate per lo più nei veicoli dotati di motori diesel.
Sfortunatamente, i princ
ipali timori nel comparto dei PGM si sono spostati da carenza di offerta
a distruzione di domanda, poiché l’attesa ripresa della produzione di veicoli leggeri è stata
ulteriormente posticipata a causa delle rigorose misure restrittive adottate in Cina per
contenere
l’epidemia e dell’impatto negativo della guerra in Ucraina. Di conseguenza, nonostante la
permanente minaccia di un’interruzione delle forniture provenienti dalla Russia e i tagli alla
produzione mineraria in Sudafrica, i mercati di platino e pal
ladio potrebbero registrare un
moderato surplus nel 2022.
1.050
1.200
1.350
1.500
1.650
1.800
1.950
2.100
01.19
04.19
07.19
10.19
01.20
04.20
07.20
10.20
01.21
04.21
07.21
10.21
01.22
04.22
Silver (RhS)
Gold/Silver
Average
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;A fronte del peggioramento dei fondamentali, i prezzi di entrambi i metalli hanno subito una
diminuzione dopo i picchi registrati nelle prime settimane di guerra. Le nostre previsioni sui prezzi
er i PGM presuppongono una domanda proveniente dal settore automobilistico ancora
debole fino a quando gli sforzi della Cina per allentare le restrizioni e sostenere l’economia non
si tradurranno in un evidente aumento della domanda finale. Per questo moti
vo, attualmente
riteniamo che le quotazioni di entrambi i metalli potrebbero mantenersi vicine all’attuale
intervallo per un periodo prolungato. Nel nostro scenario di base, per il 3° trimestre 2022
ipotizziamo un prezzo medio per il platino e il palladio
rispettivamente di 1.020 dollari l’oncia e di
2.050 dollari l’oncia. Secondo le nostre previsioni, nel 2023 le quotazioni potrebbero crescere a
un livello medio vicino a 1.065 dollari per il platino e 2.140 dollari per il palladio.
Più a lungo termine, il
platino potrebbe sovraperformare il palladio, poiché la domanda
potrebbe crescere più rapidamente grazie alle promettenti applicazioni nell’ambito della
transizione verde in generale e nel settore dell’idrogeno in particolare. Per contro, la domanda
di pal
ladio sarà probabilmente limitata da sostituzione ed elettrificazione nel settore dei veicoli
leggeri.
Quotazioni di platino e palladio in USD/oncia
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Rapporto oro/platino
Fonte: elaborazioni
Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
1.200
1.600
2.000
2.400
2.800
3.200
01.18
07.18
01.19
07.19
01.20
07.20
01.21
07.21
01.22
Platinum (rhs)
Palladium
Gold/Platinum
Average
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
Rapporto oro/palladio
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Rapporto platino/palladio
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Previsioni di prezzo per i principali contratti future su metalli preziosi, in valuta di quotazione, scenario
di base
LME GOLD (USD/oz)
1,900
1,925
1,950
1,895
1,950
1,925
1,900
LME GOLD
(EUR/gr)
LME SILVER (USD/oz)
LME SILVER (EUR/gr)
LME PLATINUM (USD/oz)
1,020
1,040
1,050
1,022
1,065
1,100
1,150
LME PLATINUM (EUR/gr)
LME PALLADIUM (USD/oz)
2,050
2,100
2,120
2,145
2,140
2,270
2,380
LME PALLADIUM (EUR/gr)
Fonte: Stime Intesa Sanpaolo
Gold/Palladium
Average
Platinum/Palladium
Average
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
��&#x/MCI;
 0 ;&#x/MCI;
 0 ;Appendice
Certificazione
degli analisti
Gli analisti finanziari che hanno
predisposto la presente ricerca, i cui nomi e ruoli sono riportati nella prima pagina del documento dichiarano che:
��Focus Commodity
Giugno
Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e
Ricerche
Il co
pyright ed ogni diritto di proprietà intellettuale sui dati, informazioni, opinioni e valutazioni di cui alla presente scheda
informativa è di esclusiva
pertinenza del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, salvo diversamente indicato. Tali dati, informazioni, o
pinioni e valutazioni non possono essere
oggetto di ulteriore distribuzione ovvero riproduzione, in qualsiasi forma e secondo qualsiasi tecnica ed anche parzialmente,
se non con espresso
consenso per iscritto da parte di Intesa Sanpaolo.
Chi riceve il pre
sente documento è obbligato a uniformarsi alle indicazioni sopra riportate.
��Focus Commodity
Giugno
��Intesa Sanpaolo
Direzione Studi e Ricerche
che, in conformità alle normative italiane
vigenti ed alle migliori pratiche internazionali, include, tra le
altre, misure organizzative e procedurali per la gestione delle informazioni privilegiate
e dei conflitti di interesse, ivi compresi adeguati meccanismi di separatezza organizzativa, noti come Barriere informative,
atti a prevenire un utilizzo
illecito di
dette informazioni nonché a evitare che gli eventuali conflitti di interesse che possono insorgere, vista la vasta gamma di a
ttività svolte
dal Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, incidano negativamente sugli interessi della clientela.
In particolare, l’espl
icitazione degli interessi e le misure poste in essere per la gestione dei conflitti di interesse
facendo riferimento a quanto
prescritto dagli articoli 5 e 6 del Regolamento Delegato (UE) 2016/958 della Commissione, del 9 marzo 2016, che integra il Re
lamento (UE) n.
596/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sulle disposizioni
tecniche per la
Tale
documentazione è disponibile per il destinatario dello studio anche previa richiesta scritta al Servizio Conflitti di interes
se, Informazioni privilegiate
ed altri presid
i di Intesa Sanpaolo S.p.A., Via Hoepli, 10
20121 Milano
Italia.
Inoltre, in conformità con i suddetti regolamenti, le disclosure sugli interessi e sui conflitti di interesse del Gruppo Banc
ario Intesa Sanpaolo sono
disponibili all’indirizzo
https://group.intesasanpaolo.com/it/research/RegulatoryDisclosures/archivio
conflitti
interesse
ed aggiornate
almeno al giorno prima della d
ata di pubblicazione del presente studio. Si evidenzia che le disclosure sono disponibili per il destinatario dello studio
anche previa richiesta scritta a Intesa Sanpaolo S.p.A.
Macroeconomic
Analysis
, Via Romagnosi, 5
20121 Milano
Italia.
Intesa Sa
npaolo
S.p.A.
Intesa Sanpaolo Direzione St
udi e Ricerche
Responsabile Gregorio De Felice
Macroeconomic Analysis
Rates, FX & Commodities Research
Daniela Corsini
Economista Materie Prime
Industry & Banking Research
Industry Research
Stefania Trenti
Economista Industry
Sara Giusti
Economista Industry