(AGENPARL) - Roma, 4 Luglio 2022(AGENPARL) – lun 04 luglio 2022 [Apri nel browser](https://urldefense.com/v3/__https:/5ij0r.r.a.d.sendibm1.com/mk/mr/ymBPqvFBqbpNKxO7L6yT2faVJDzgO1OORjVZgMUuoFyE5hB6eb5oNiA0F5_OMyyfCewORTBu6zMZxakT9dStxdWRnBFbplFGIcglp57_dV4eA0vO70dlW-rOuzQpnOQ4k3TQWXbf__;!!BupLon6U!sT_1tL-0gIi6Lt_43rnvAR4oHV2jNlPSeRxTAb_wLmw15kTvFCxQLwOvRe6-efcdM_4wyDNAcb3A5iONqh_tb_CCMTnlwSVF$)
Luglio 2022 | Issue #2 | Fintech e finanza alternativa
MINIBOND: FORME ALTERNATIVE DI FINANZIAMENTO A PORTATA DI PMI
Il mercato dei minibond è quasi ritornato ai livelli pre-Covid: con una raccolta di 1 miliardo e 67 milioni di euro da 219 emissioni nel 2021, l’industria è in netta ripresa rispetto ai 900 milioni da 191 emissioni del 2020. A crescere è anche il numero di intermediari e investitori interessati a questi strumenti alternativi, oltre alla quantità di imprese italiane che impiegano tale tipologia di finanziamento. Lo confermano i dati emersi dall’ottavo report sui minibond, pubblicato a marzo 2022 dall’Osservatorio Minibond della School of Management del Politecnico di Milano. Ma come si presenta l’assetto imprenditoriale italiano? Le PMI costituiscono il 99% del tessuto imprenditoriale italiano. Tuttavia, la ridotta dimensione aziendale e la natura familiare delle proprietà rappresentano spesso un freno nella ricerca di nuovi finanziatori e nel reperimento di fondi presso gli investitori istituzionali. Dietro questa scarsa propensione si cela anche la forte tendenza “bancocentrica” delle fonti di finanziamento, che in Italia è più alta rispetto ad altri Paesi europei. Per le imprese, inoltre, sono aumentate le difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari a causa della prolungata fase recessiva che ha colpito l’economia italiana, in conseguenza della crisi finanziaria globale e della crisi dei debiti sovrani. Sono proprio le piccole e medie imprese a subire le ripercussioni delle restrizioni del credito, in termini sia di minori erogazioni sia di costi più elevati soprattutto con un’accezione di medio termine. In questo scenario esistono nuove fonti di finanziamento per la crescita delle PMI. Il governo ha varato negli anni una serie di provvedimenti a sostegno delle imprese, per favorire nuovi canali alternativi al credito tradizionale e agevolare il ricorso al mercato dei capitali, al fine di incrementare la competitività. Con il Decreto Sviluppo e il Decreto Sviluppo Bis è stata rivista la disciplina relativa a tutti gli strumenti di debito emessi da piccole e medie imprese e da società non quotate, tra cui le obbligazioni a medio-lungo termine (i cosiddetti Minibond). Il Decreto Destinazione Italia, inoltre, ha introdotto specifiche misure per eliminare ulteriori vincoli di natura normativa e fiscale, agevolando la diffusione di forme di finanziamento di medio-lungo termine alternative o complementari a quelle bancarie. Tra le principali novità è utile ricordare l’agevolazione dell’investimento in Minibond per assicurazioni e fondi previdenziali e la possibilità per il Fondo Centrale di Garanzia di prestare garanzie anche alle società di gestione del risparmio, per gli investimenti dei fondi specializzati in Minibond.
La diversificazione delle fonti di credito può offrire innumerevoli opportunità per generare liquidità per il consolidamento e la crescita delle imprese. Il ricorso ai Minibond consente alle PMI di fruire di una serie di vantaggi.
Dal punto di vista degli emittenti, questo tipo di obbligazioni permette di:
– avere una minore dipendenza dal sistema bancario;
– allungare la durata media delle fonti di finanziamento.
L’emissione di un Minibond, inoltre, rappresenta una “prova generale” in vista di potenziali steps di crescita successivi, come il private equity e la quotazione in Borsa, certamente meno invasiva dal momento che non comporta alcuna variazione nella compagine societaria. Lato investitori, invece, il mercato dei Minibond consiste in una nuova asset class che si configura sul mercato italiano come de-correlata dalle classiche esposizioni ai mercati azionari e obbligazionari concentrati sui grandi emittenti. Gli investitori istituzionali hanno l’opportunità di diversificare i loro portafogli con tipologie di attivi che offrono un efficiente rapporto tra rischio e rendimento e che sono tuttavia caratterizzati da un profilo di bassa liquidità. Solitamente la politica d’investimento perseguita è quella del buy and hold, che consiste nella sottoscrizione degli strumenti al momento dell’emissione e il mantenimento in portafoglio fino alla naturale scadenza.
Alla luce dei vantaggi tangibili nei tempi e nei costi di accesso al capitale, attivare strumenti di finanza alternativa per la propria azienda è la strada giusta da percorrere. I Minibond, in particolare, sono strumenti innovativi e complementari rispetto al credito bancario, chiamati ad assolvere a un’unica finalità: veicolare il risparmio, privato e istituzionale, verso le piccole e medie imprese.
Per le PMI ricorrere quindi al supporto di un Advisor finanziario rappresenta una scelta strategica per valutare la fattibilità dell’operazione di emissione. Questa figura gestisce il processo di comunicazione tra azienda emittente e investitore, ha il compito di guidare la strategia dell’operazione (timing dell’emissione, controvalore di titoli, [scadenza](https://urldefense.com/v3/__https:/5ij0r.r.a.d.sendibm1.com/mk/cl/f/Hn3SdsFsukJMWXrK8YyMxYV9M-9bFoaNJ6YKtatdYm49ujFfPC98EuFeQSg5CJBL2rwl_GNsxwk-wKG2ottIAX29Qj8VsC_vnH2PqamOHnugnsW-uGWqG4DRz1h6YYbrOFXeYuqTfsjrTaBGnBiChxOpLRvxiaE-s_c4y2kq_vgTxPTS9Yp2xs1lz27fJqE3y9M1Y6PhqaEXhdkV-39pk151X_UumzefXZ_l__;!!BupLon6U!sT_1tL-0gIi6Lt_43rnvAR4oHV2jNlPSeRxTAb_wLmw15kTvFCxQLwOvRe6-efcdM_4wyDNAcb3A5iONqh_tb_CCMUSgtWBb$), possibile tasso di interesse) e affianca l’impresa nei rapporti con gli altri soggetti coinvolti, in particolare con il team di gestione del fondo di investimento. L’Advisor, in particolare, svolge un ruolo chiave nel supporto alla costruzione di un business plan dettagliato, credibile e trasparente che rappresenta un elemento fondamentale dell’emissione, in quanto in nessun caso le risorse derivanti dalla sottoscrizione dell’obbligazione dovranno essere destinate al finanziamento di precedenti debiti in scadenza o supportare la gestione del circolante. Per le PMI, nello specifico, la predisposizione di una corposa e dettagliata documentazione può rappresentare uno sforzo produttivo che richiede energie, tempo e talvolta anche sensibilità non sempre alla portata di una piccola realtà produttiva.
Come funziona l’anticipo fatture o factoring
Negli ultimi anni è cresciuta a dismisura la necessità delle imprese di ottenere credito per tenere sotto controllo i flussi di cassa a causa delle molteplici difficoltà che spesso si incontrano nella riscossione dei pagamenti da parte dei debitori. Per far fronte a situazioni di crisi e spese straordinarie si può ricorrere all’anticipo fatture o al factoring. Il primo è uno strumento efficace per reperire liquidità, senza dover ricorrere ad uno strumento finanziario bancario. È una forma di affidamento per cui l’impresa che vanta i crediti verso la clientela, pagati tramite lo strumento del bonifico bancario, chiede alla banca di anticipare parte dei crediti fino alla scadenza della fattura. Il factoring, invece, è un rapporto continuativo in base al quale un’impresa cedente, cede al cessionario, factor, una parte significativa dei crediti commerciali vantati nei confronti dei debitori. Si tratta di una forma di finanziamento complementare al credito bancario adottato da tutte le realtà che hanno difficoltà ad incassare in maniera regolare i crediti e/o da chi sceglie volontariamente di commissionare a terzi la gestione del portafoglio clienti. Molte imprese fintech, come Finanza.tech, hanno messo a disposizione il servizio di factoring digitale, chiamato invoice trading. Questo servizio offre la possibilità alle imprese di operare tramite una piattaforma specializzata digitale in cui l’imprenditore ha la facoltà di decidere, in base alle proprie necessità quotidiane, quali fatture smobilizzare e quali no.
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Finanza alternativa per PMI: il crowdfunding
Per Crowdfunding si intendono una serie di modalità di raccolta fondi, destinate al finanziamento di attività o iniziative, tipiche del mondo online. Il funzionamento che sta alla base di questo concetto è semplice: un’ampia platea di soggetti, privati e non, versando ognuno delle piccole quote, rendono disponibile un finanziamento a chi lo richiede, attraverso piattaforme online. In particolare, questo meccanismo di finanziamento è risultato essere molto utile per tutte quelle aziende o persone che altrimenti non avrebbero avuto possibilità di accedere a forme di ottenimento di capitale tradizionali. Sono proprio le PMI o le Start-up i principali fruitori di questo particolare metodo di finanza alternativa. Nel corso del tempo si sono andate a creare una serie di tipologie, più o meno strutturate, di Crowdfunding: Donation Crowdfunding, la più tipica forma di Crowdfunding, consistente, in poche parole, nel versamento di piccoli quantitativi di denaro ad una certa iniziativa, senza che vi sia garanzia di un ritorno materiale di qualche tipo. Sono spesso utilizzate in iniziative di supporto ad enti no profit. Reward Crowdfunding, in questo caso, il “donatore” riceve, in cambio del contributo economico fornito, il prodotto o servizio che il ricevente dei fondi è riuscito a creare o in alternativa, la possibilità di collaborare alla realizzazione del progetto finanziato.
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Per approfondimenti su Finanza.tech
Fabio Pisano
Marketing & Communication Manager
Finanza.tech
Alfiero Rodi
