
(AGENPARL) – mer 29 giugno 2022 Fitosanitari: Tajani, Dorfmann e Nevi bocciano il piano della Commissione
“Non convince il piano della Commissione europea per dimezzare l’uso di prodotti antiparassitari chimici entro il 2030”. A dichiararlo sono il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, l’europarlamentare SVP Herbert Dorfmann, coordinatore PPE in commissione agricoltura, e il deputato Raffaele Nevi, responsabile nazionale agricoltura di Forza Italia.
“Le intenzioni dietro questa proposta sono lodevoli. La riduzione nell’impiego di prodotti antiparassitari è nell’interesse di tutti, anche degli agricoltori. È però fondamentale che siano sviluppate valide alternative, perché gli agricoltori hanno bisogno di proteggere le piante, in un modo o nell’altro. Pensiamo ad esempio alle nuove tecnologie di miglioramento genetico, capaci di sviluppare piante più resistenti. Questo elemento è purtroppo assente nella proposta della Commissione”, premettono Tajani e Dorfmann.
La Commissione vuole imporre un quadro normativo vincolante per tutti i paesi membri, a livello sia nazionale sia europeo, per ridurre del 50 per cento l’uso dei prodotti antiparassitari chimici. “Proporre una riduzione del 50 per cento senza avanzare alternative per gli agricoltori è un grave errore. Il mero calcolo del chilogrammo per ettaro è intrinsecamente sbagliato, perché non tiene conto delle specificità dei singoli stati. Va da sé che un’agricoltura intensiva e di alto valore come quella italiana usa più antiparassitari rispetto, ad esempio, a quelle del nord Europa”, lamentano Dorfmann e Tajani.
Della stessa opinione Raffaele Nevi. “In questo modo il target del 50 per cento penalizza la nostra produzione. Esso non ha alcuna valenza scientifica. Si tratta invece di una sterile misura populista, che non può raggiungere nessuno dei risultati che si prefigge. – spiega Nevi – Va messo invece l’accento sull’investimento nella ricerca, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di nuove sostanze meno impattanti o dell’agricoltura di precisione. Questo è l’unico modo efficace per ridurre gli input in agricoltura senza danneggiare la produzione”.
Il testo della Commissione arriva mentre si acuiscono le conseguenze della guerra in Ucraina. “Questo non è il momento di presentare proposte che rischiano di ridurre ulteriormente la produzione in Europa. La sicurezza alimentare, il fatto che l’agricoltura europea produca a pieno regime, sono oggi elementi essenziali. Non ha senso ostacolare questa dinamica con nuove leggi”, è il ragionamento di Tajani, Nevi e Dorfmann.
Al posto dei divieti, quindi, meglio gli sforzi finalizzati a rendere più efficiente la pratica agricola. “La proposta della Commissione contiene pure alcuni elementi interessanti, come l’attenzione agli investimenti in consulenza e la promessa di potenziare la lotta integrata, che è da anni una pratica consolidata in Italia”, affermano Nevi, Dorfmann e Tajani, che mettono in guardia: “Stiamo attenti a non creare una situazione in cui le colture intensive, come nel caso di frutta e verdura, non sono più redditizie in Europa. Così facendo la produzione verrebbe spinta all’estero, con la conseguenza che finiremmo per importare la nostra frutta e verdura da paesi dove le regole per l’uso dei prodotti antiparassitari sono di certo meno restrittive e quindi il problema dei residui sul prodotto è più alto”.