
(AGENPARL) – VENEZIA mer 29 giugno 2022

Nel 2011, scrivono Alberto Barbera e Savina Neirotti nel saggio La scommessa “non si fece altro che prender nota del fatto che mancava, nei progetti europei dedicati alla formazione di sceneggiatori, registi e produttori, un percorso che contemplasse non solo lo sviluppo di sceneggiature e le modalità di accesso al mercato, ma una vera e propria attività di produzione di opere prime e seconde. (…) La parola che ritornava più spesso, nei vari incontri, era “microbudget”. La mancanza o scarsità di fondi pubblici spingeva molti autori a trovare soluzioni creative per girare lungometraggi, affrontando il set non solo per qualche giorno, come nel caso dei cortometraggi, ma per tutte le settimane necessarie alla realizzazione di un vero e proprio film. I progetti trasudavano originalità: era come se la costrizione di budget avesse stimolato la fantasia e le abilità di molti. Spesso, attori e attrici affermati si rendevano disponibili a girare questi film quasi pro-bono, attratti da sceneggiature intelligenti e da ruoli poco ordinari. (…) Il progetto della Biennale College Cinema prese rapidamente forma. Con l’incitamento venuto dalla Presidenza, alla fine del mese di gennaio 2012 il progetto aveva assunto le caratteristiche principali che ancora oggi lo contraddistinguono.”
“La Biennale College scioglie la lingua dei registi, per così dire, e consente loro di esprimersi il più radicalmente e assolutisticamente possibile.” Scrive Glenn Kenny nel saggio La vita del cinema. “E poi La Biennale stessa proietta quei film in sala. Mi dà sempre soddisfazione, alle proiezioni del College, vedere un pubblico entusiasta, a volte composto da delegazioni dei paesi d’origine. Una volta terminate le proiezioni, i film devono farsi strada nel mondo. E anche questa è una sfida, almeno quanto lo è stata la produzione stessa dei film.”
“Il cinema non è per cuori deboli” scrive Stephanie Zacharek nel saggio Biennale College Cinema: insieme nel buio, “e ciascun progetto selezionato per essere sviluppato alla Biennale College è una prova di coraggio di un regista emergente. Il bacino dei candidati è sempre ampio, andando ben oltre il migliaio e giungendo da tutte le parti del mondo. Tra questi candidati, la Mostra del Cinema seleziona tre proposte di lungometraggi, finanziando ciascuna con 150.000 euro. I registi devono completare i film entro questo budget e consegnare un’opera finita entro dieci mesi. Per quanto sia un onore essere scelti per la Biennale College, significa anche accettare una missione che richiede rigore oltre che passione. Ricevere soldi per fare un film sarà inebriante, ma l’atto di dare vita a qualsiasi opera di valore è sempre accompagnato da stress e preoccupazione. Fiducia e insicurezza possono insinuarsi, ma non c’è tempo per fermarsi a riposare. È fondamentale mantenere lo slancio. Eppure, se anche questi registi hanno provato ansia o tensione, non ce n’è traccia nelle loro opere.”
Fonte/Source: https://www.labiennale.org/it/news/dieci-biennale-college-cinema-2012-22