
(AGENPARL) – mer 22 giugno 2022 AD UN ANNO DALLE SCADENZE EUROPEE
DI FRONTE A SICCITA’ E CAMBIAMENTI CLIMATICI
ANBI:
LE ACQUE REFLUE IN AGRICOLTURA UNA OPPORTUNITA’
MA SOLO SE SALUBRI AL 100%
CI VUOLE COERENZA TRA AFFERMAZIONI DI PRINCIPIO E SCELTE CONCRETE
“E’ in questo momento di grande tensione sullo stato delle risorse idriche che è fondamentale richiamare
l’attenzione su aspetti determinanti, ma che rischiano di essere dimenticati appena calerà la pressione
mediatica: dal Piano Laghetti per realizzare 10.000 bacini medio-piccoli entro il 2030 ai rischi della
normativa europea sul Deflusso Ecologico solo rinviata di 2 anni; dalla risalita del cuneo salino, che sta
cambiando l’habitat alle foci dei fiumi all’utilizzo delle acque reflue”: a dirlo è Francesco Vincenzi,
Presidente di ANBI, annunciando il convegno nazionale di giovedì nel ferrarese, dedicato alla progressiva
salinizzazione dell’entroterra padano ed all’indomani del simposio sull’uso dell’acqua depurata in
agricoltura, svoltosi a Milano.
“Sull’utilizzo delle acque reflue per la produzione di cibo – precisa Massimo Gargano, Direttore Generale
dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue
(ANBI) – va coinvolto l’intero sistema interessato e competente, ma non va certo in questa direzione
l’istituzione di un apposito gruppo di lavoro presso il Ministero della Transizione Ecologica, che non
prevede però alcuno dei portatori d’interesse; così come non è possibile destinare solo il 2% del Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza al miglioramento dell’infrastrutturazione idrica del Paese. Non ce lo
possiamo più permettere; ci vuole coerenza fra affermazioni di principio e scelte concrete.”
“A Giugno 2023 entrerà in vigore la normativa europea sull’uso delle acque reflue anche in agricoltura e
l’Italia è a forte rischio infrazione, perché una significativa parte di depuratori non sono adeguati ed
attualmente le esperienze virtuose di utilizzo sono ancora poche. Non solo: ai forti carichi di sostanze
nutrienti ma inquinanti per l’ambiente, come azoto e fosforo presenti nelle acque depurate, si è aggiunto
recentemente l’allarme per le microplastiche, la cui diffusione attraverso l’irrigazione sarebbe una
pericolosa per il made in Italy agroalimentare, ma soprattutto per la salute collettiva. Solo un’accertata,
condivisa e preventiva soluzione di questi problemi potrà sviluppare l’uso delle acque reflue in
agricoltura e che, secondo alcune stime, potrebbe rappresentare circa un 13% in più di disponibilità idrica;
certamente però non vogliamo essere additati come i nuovi untori” conclude il Presidente di ANBI.
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