
(AGENPARL) – mar 21 giugno 2022 21 giugno 2022
Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione
I trimestre 2022
L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal pubblicano oggi, sui rispettivi siti web, la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione relativa primo trimestre 2022. In questo comunicato vengono utilizzate, come di consueto, diverse fonti di dati e sono forniti anche indicatori armonizzati e rielaborati (cfr. nota metodologica).
Alla Nota sono allegati, in formato excel, le serie storiche dei seguenti dati: i) i flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per settore di attività economica e tipologia contrattuale (Comunicazioni obbligatorie rielaborate, Ministero del lavoro e delle politiche sociali); ii) gli stock delle posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi (Oros, Istat); iii) i flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per classe dimensionale e tipologia contrattuale (Uniemens, Inps).
QUADRO D’INSIEME
Nel primo trimestre 2022 l’input di lavoro, misurato in Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), è aumentato in termini congiunturali (+1,7% rispetto al quarto trimestre 2021) e su base annua (+6,7% rispetto al primo trimestre 2021); la stessa dinamica si rileva per il Pil, in crescita rispettivamente di +0,1% e +6,2%. L’occupazione, a sua volta, aumenta rispetto sia al trimestre precedente sia al primo trimestre 2021.
Le informazioni provenienti dalle diverse fonti dettagliano i seguenti aspetti:
Su base congiunturale, la crescita dei dipendenti si osserva in termini di occupati (+0,6%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) e di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+1,3%, Istat, Rilevazione Oros), che aumentano nell’industria in senso stretto (+0,6%), nei servizi (+1,3%) e soprattutto nelle costruzioni (+3,8%; Tavola 1).
La crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti trova conferma nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ricavati dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate che, in tre mesi, evidenziano un aumento di 183 mila posizioni, a tempo indeterminato (+85 mila rispetto al quarto trimestre 2021) e a tempo determinato (+98 mila; Tavola 2). Nel primo trimestre 2022 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 687 mila (+1,5% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 504 mila (+3,7%).
L’occupazione dipendente è in aumento anche su base tendenziale, in termini di occupati (+4,6% in un anno, Istat-Rfl) e di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+6,1%, Istat-Oros). Le posizioni lavorative aumentano nei dati delle CO (+671 mila rispetto al primo trimestre del 2021), in tutti i settori di attività economica, con l’unica eccezione di quello agricolo; tale dinamica positiva trova conferma nei dati Inps-Uniemens (+763 mila posizioni in un anno; Tavola 1), con differenze sostanzialmente imputabili al diverso perimetro di osservazione.
Prosegue la crescita tendenziale delle posizioni lavorative a tempo indeterminato sia nei dati delle CO, seppur in rallentamento (+268 mila in un anno; era +299 mila nel quarto trimestre 2021, +310 mila nel terzo e +371 nel secondo), sia in quelli Inps-Uniemens (+200 mila rispetto al primo trimestre 2021). Ancora più marcata la dinamica positiva delle posizioni a tempo determinato, tanto nei dati delle CO (+403 mila posizioni; Tavola 2), quanto in quelli di Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+564 mila posizioni) che comprendono il lavoro in somministrazione e a chiamata.
Nel primo trimestre 2022 il numero dei lavoratori in somministrazione presenta un’ulteriore forte crescita raggiungendo le 471 mila unità (+85 mila, +22,0% nei dati Inps-Uniemens rispetto al primo trimestre 2021). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti continua a crescere in modo sostenuto (+97 mila, +83,0% rispetto al corrispondente trimestre del 2021 nei dati Inps-Uniemens), a ritmi più intensi dello scorso trimestre, attestandosi a 215 mila unità (Figure 5 e 6).
Secondo le CO, nel primo trimestre 2022, il 33,3% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 9,2% un solo giorno), il 27,5% da due a sei mesi, e l’1,0% supera un anno (Figura 4). Nel complesso, si riscontra un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (19,7% fino a una settimana, +2,9 punti in rispetto al primo trimestre 2021) e la riduzione dell’incidenza per tutte le altre classi di durata, a eccezione di quelle superiori all’anno che restano stabili.
Nei primi tre mesi del 2022 l’utilizzo del Contratto di Prestazione Occasionale è rimasto in linea con i valori del 2021 coinvolgendo mediamente, ogni mese, circa 13 mila lavoratori. Nello stesso periodo del 2022, il Libretto Famiglia registra in media mensile circa 12 mila prestatori.
Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl), aumenta sia in termini congiunturali (+15 mila occupati, +0,3%) sia su base annua (+124 mila occupati, +2,6%).
La crescita congiunturale dell’occupazione (+120 mila, +0,5%), sempre secondo i dati Rfl, si associa alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi di 15-64 anni; anche su base tendenziale l’aumento degli occupati (+905 mila, +4,1%) si accompagna al forte calo delle persone in cerca di occupazione (-415 mila, -16,0%) e degli inattivi 15-64enni (-846 mila, -6,1% rispetto al primo trimestre 2021; Tavola 1 e Tavola 3).
Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail nel primo trimestre del 2022 sono stati 175 mila (158 mila in occasione di lavoro e 17 mila in itinere), oltre 54 mila denunce in più (+45,0%) rispetto all’analogo trimestre del 2021 (Tavola 1). Le denunce di esiti mortali sono state 189 (138 in occasione di lavoro e 51 in itinere), 5 in più rispetto al primo trimestre del 2021 (+2,7%). Il confronto tendenziale tra i due trimestri è condizionato dal diverso andamento della pandemia: l’impennata dei contagi professionali a inizio anno 2022 ha fatto superare in soli tre mesi il numero delle denunce da Covid-19 dell’intero anno 2021. Depurando i dati dalle denunce da nuovo Coronavirus, si registra comunque un aumento degli infortuni nel primo trimestre del 2022 caratterizzato da una generale ripresa economica rispetto allo stesso periodo del 2021, con una consistenza numerica che resta però al di sotto di quanto rilevato nel primo trimestre 2019.
Le malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel primo trimestre del 2022 sono state 14.517, 934 casi in più (pari al +6,9%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (Tavola 1). Con la ripresa di tutte le attività produttive le denunce hanno di poco superato il dato del primo trimestre del 2020 (parzialmente colpito dalla pandemia), mentre rispetto al 2019 i casi restano numericamente inferiori.
TAVOLA 1. PRINCIPALI INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO (a)I trimestre 2022, valori e variazioni assolute in migliaia e variazioni percentuali
Dati destagionalizzati Dati grezzi
Valori in migliaia Variazioni congiunturali
I 2022
IV 2021 Variazioni tendenzialiI 2022
I 2021
assolute % assolute %
INPUT DI LAVORO TOTALE
Istat, Contabilità nazionale
OFFERTA DI LAVORO
Istat, Rilevazione sulle Forze di lavoro
Indipendenti 4.967 15 0,3 124 2,6
Disoccupati 2.143 -114 -5,0 -415 -16,0
Inattivi 15-64 anni 12.943 -66 -0,5 -846 -6,1
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE TOTALE (sezioni A-U Ateco 2007 escluso lavoro in somministrazione e intermittente)
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO (rielaborate)
Posizioni lavorative – 183 – 671 –
Tempo indeterminato (incluso apprendistato) – 85 – 268 –
Tempo determinato (incluso stagionale) – 98 – 403 –
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE – IMPRESE PRIVATE (sezioni B-U Ateco 2007 esclusi operai agricoli e lavoratori domestici)
Inps, UniemensPosizioni lavorative – – – 763 –
Tempo indeterminato (incluso apprendistato) – – – 200 –
Tempo determinato (incluso stagionale) – – – 564 –
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (sezioni B-S, escluso O Ateco 2007)
Istat, Rilevazione Oros
Industria in senso stretto (B-E) 3.714 23 0,6 78 2,2
Costruzioni (F) 1.072 39 3,8 131 14,1
DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO (sezioni A-T Ateco 2007, esclusi marittimi; al netto di studenti e casalinghe) (b)
Inail, Open data mensili
Numero di denunce di infortunio totali (valori in migliaia) 175 – – 54 45,0
in occasione di lavoro 158 – – 50 46,8
in itinere 17 – – 4 29,9
Numero di denunce di infortunio con esito mortale (valori all’unità) 189 – – 5 2,7
in occasione di lavoro 138 – – -16 -10,4
in itinere 51 – – 21 70,0
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE (sezioni A-T Ateco 2007, esclusi marittimi; al netto di studenti) (b)
Inail, Open data mensili
Numero di denunce di malattia professionale (valori all’unità) 14.517 – – 934 6,9
(a) A seguito degli arrotondamenti alle migliaia, i totali potrebbero non coincidere con la somma dei singoli addendi.
(b) I dati sulle denunce di infortunio sul lavoro e di malattia professionale sono non destagionalizzati.
FIGURA 1. ATTIVAZIONI E CESSAZIONI, POSIZIONI LAVORATIVE (a) DIPENDENTI PER TIPOLOGIA DI CONTRATTO DELL’OCCUPAZIONE. I trimestre 2017 – I trimestre 2022, valori assoluti e variazioni assolute in migliaia
QUADRO CONGIUNTURALE
(dati destagionalizzati in migliaia) QUADRO TENDENZIALE
(dati grezzi in migliaia)
A – ATTIVAZIONI E CESSAZIONI NELL’ULTIMO TRIMESTRE
(valori assoluti) B – ATTIVAZIONI E CESSAZIONI NEGLI ULTIMI QUATTRO TRIMESTRI
(valori assoluti)
c – pOSIZIONI LAVORATIVE (a) per tipologia di contratto
(variazioni congiunturali) d – pOSIZIONI LAVORATIVE (a) per tipologia di contratto
(variazioni tendenziali)
e – POSIZIONI LAVORATIVE PER SETTORE DI ATTIVITA’
(variazioni congiunturali) f – POSIZIONI LAVORATIVE PER SETTORE DI ATTIVITA’
(variazioni tendenziali)
(a) Posizioni lavorative totali: attivazioni – cessazioni; Posizioni lavorative a tempo indeterminato: (attivazioni a tempo indeterminato – cessazioni a tempo indeterminato) + trasformazioni a tempo
indeterminato; Posizioni lavorative a tempo determinato: (attivazioni a tempo determinato – cessazioni a tempo determinato) – trasformazioni a tempo indeterminato.
Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO (rielaborate)
Figura 2. Occupati, DIPENDENTI E INDIPENDENTI I trim. 2017 – I trim. 2022, dati destagionalizzati, valori assoluti (scala sinistra) e variazioni congiunturali assolute (scala destra), valori in migliaia
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro Figura 3. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI. I trim. 2017 – I trim. 2022, dati destagionalizzati, valori assoluti (scala sinistra) e variazioni congiunturali assolute (scala destra), valori in migliaia
Fonte: Istat, Indicatori del lavoro sulle imprese (Oros)
TAVOLA 2. PRINCIPALI INDICATORI DI FLUSSO DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA E TIPOLOGIA DI CONTRATTO DELL’OCCUPAZIONE (a)I trimestre 2022, valori in migliaia
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE TOTALE
(escluso lavoro in somministrazione e intermittente) Agricoltura (A) Industria (B-F) Industria in senso stretto
(B-E) Costruzioni (F) Servizi (G-U) Servizi di mercato (G-N) Altri servizi (O-U) Totale (A-U)
DATI GREZZI (b)
Tempo determinato
Trasformazioni a tempo indeterminato -5 -182 -106 -75 -364 -277 -87 -550
DATI DESTAGIONALIZZATI (c)
Tempo determinato
Trasformazioni a tempo indeterminato -1 -52 -30 -22 -99 -77 -22 -152
(a) A seguito degli arrotondamenti alle migliaia, i totali potrebbero non coincidere con la somma dei singoli addendi.
(b) Attivazioni, trasformazioni a tempo indeterminato e cessazioni rilevate negli ultimi quattro trimestri.
(c) Attivazioni, trasformazioni a tempo indeterminato e cessazioni rilevate nell’ultimo trimestre.
(d) Differenza tra le attivazioni e le cessazioni. Tale differenza equivale alla variazione tendenziale (dati grezzi) e congiunturale (dati destagionalizzati) dello stock medio trimestrale delle posizioni lavorative dipendenti.
Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO (rielaborate)
Occupati, disoccupati e inattivi per genere, età e ripartizione geografica
Sulla base dei dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, che include tutte le forme di lavoro autonomo e alle dipendenze, nel primo trimestre 2022 l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali è pari a 22 milioni 948 mila individui, in aumento rispetto sia al trimestre precedente (+120 mila, +0,5%) sia in confronto all’anno prima (+905 mila, +4,1%). Parallelamente, il numero di disoccupati e di inattivi diminuisce in entrambi i confronti (Tavola 3). A tali andamenti corrispondono la crescita congiunturale e tendenziale del tasso di occupazione (+0,4 e +3,0 punti rispettivamente) e il calo dei tassi di disoccupazione e di inattività, sia su base trimestrale (-0,5 e -0,1 punti) sia su base annua (-1,9 e -2,0 punti).
TAVOLA 3. PRINCIPALI INDICATORI DELL’OFFERTA DI LAVORO. I trimestre 2022, valori in migliaia e valori percentuali
Dati destagionalizzati Dati grezzi Dati destagionalizzati Dati grezzi
Valori in migliaia Variazioni congiunturali Variazioni tendenziali Valori % Variazioni congiunturali Variazioni tendenziali
assolute % assolute % Occupati Tasso di occupazione 15-64 anni
Genere Maschi 13.265 97 0,7 481 3,8 68,7 0,7 3,3
Femmine 9.682 22 0,2 424 4,6 50,6 0,2 2,8
Classi di età 15-34 anni 5.164 73 1,4 489 10,7 43,1 0,6 4,3
35-49 anni 8.895 4 0,0 158 1,8 74,7 0,5 3,2
50 anni e oltre (a) 8.888 43 0,5 258 3,0 61,1 0,3 2,0
Ripartizione geografica Nord 11.977 45 0,4 406 3,5 67,6 0,3 2,7
Centro 4.905 30 0,6 242 5,2 64,4 0,6 3,6
Mezzogiorno 6.066 44 0,7 257 4,5 46,2 0,5 2,9
Disoccupati Tasso di disoccupazione
Totale 2.143 -114 -5,0 -415 -16,0 8,6 -0,5 -1,9
Genere Maschi 1.100 -80 -6,8 -264 -18,9 7,7 -0,6 -2,0
Femmine 1.044 -34 -3,1 -150 -12,6 9,7 -0,3 -1,7
Classi di età 15-34 anni 928 -73 -7,3 -242 -20,3 15,2 -1,2 -4,9
35-49 anni 705 -28 -3,8 -129 -15,3 7,3 -0,3 -1,4
50 anni e oltre (a) 510 -13 -2,6 -44 -7,9 5,4 -0,2 -0,6
Ripartizione geografica Nord 700 -18 -2,5 -117 -14,0 5,5 -0,2 -1,1
Centro 367 -49 -11,7 -126 -24,9 7,0 -0,9 -2,6
Mezzogiorno 1.076 -47 -4,2 -172 -13,8 15,1 -0,7 -2,7
Inattivi 15-64 anni Tasso di inattività 15-64 anni
Totale 12.943 -66 -0,5 -846 -6,1 34,7 -0,1 -2,0
Genere Maschi 4.747 -57 -1,2 -394 -7,5 25,5 -0,3 -1,9
Femmine 8.196 -9 -0,1 -452 -5,2 43,8 0,0 -2,0
Classi di età 15-34 anni 5.888 1 0,0 -318 -5,1 49,1 0,0 -2,3
35-49 anni 2.304 -51 -2,2 -342 -12,7 19,4 -0,3 -2,3
50-64 anni 4.751 -15 -0,3 -186 -3,7 35,3 -0,2 -1,7
Ripartizione geografica Nord 4.883 -39 -0,8 -362 -6,8 28,4 -0,2 -2,1
Centro 2.264 -2 -0,1 -149 -6,1 30,7 0,0 -1,9
Mezzogiorno 5.796 -26 -0,4 -334 -5,4 45,4 -0,1 -1,7
(a) Per il tasso di occupazione la classe di età è 50-64 anni.
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
La crescita dell’occupazione è più accentuata per la componente maschile nel confronto trimestrale (+0,7% contro +0,2% delle donne) e per quella femminile nel confronto annuale (+4,6% contro +3,8% degli uomini); l’aumento del tasso di occupazione e il calo di quello di disoccupazione sono più accentuati per gli uomini in entrambi i confronti, mentre il tasso di inattività si riduce esclusivamente per la componente maschile in termini congiunturali e per entrambe le componenti di genere in termini tendenziali.
Nel primo trimestre 2022, tra i giovani di 15-34 anni è più marcato l’aumento dell’occupazione e del relativo tasso in termini congiunturali (+1,4% e +0,6 punti, rispettivamente) e, soprattutto, tendenziali (10,7% e 4,3 punti) che si associa al maggiore calo del numero di disoccupati e del tasso di disoccupazione in entrambi i confronti; per questa classe di età l’inattività, in calo su base annua, resta invece stabile nel confronto trimestrale. Tra i 35-49enni, alla stabilità del numero di occupati rispetto al trimestre precedente si associa un aumento del tasso di occupazione (+0,5 punti) e la diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività. Anche tra gli ultracinquantenni cresce l’occupazione e il relativo tasso, seppur con minore intensità rispetto ai giovani, ed è meno accentuata anche la riduzione del tasso di disoccupazione e quella tendenziale del tasso di inattività.
L’aumento del tasso di occupazione e il calo di quello di disoccupazione, diffusi in tutte le ripartizioni territoriali, sono più accentuati nel Centro sia in termini congiunturali sia in quelli tendenziali. Il tasso di inattività, stabile al Centro rispetto a tre mesi prima, cala in misura maggiore nel Nord in entrambi i confronti.
Posizioni lavorative per tipologia di contratto dell’occupazione, settore di attività economica e classe dimensionale dell’impresa
La domanda di lavoro dipendente regolare, riferita all’intera economia nei dati destagionalizzati delle CO del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, rileva un nuovo aumento congiunturale delle posizioni lavorative (+183 mila posizioni rispetto al quarto trimestre 2021; Figura 1C). Prosegue la crescita delle posizioni a tempo indeterminato (+85 mila in tre mesi) e di quelle a tempo determinato (+98 mila). Nel complesso, la dinamica congiunturale positiva dei rapporti di lavoro alle dipendenze è il risultato della differenza tra 2 milioni 687 mila attivazioni e 2 milioni 504 mila cessazioni.
Una decisa crescita è presente anche nei dati non destagionalizzati delle CO (+671 mila rispetto al primo trimestre del 2021) e in quelli dell’Inps-Uniemens (+763 mila posizioni in un anno). Sulla base delle CO, a eccezione dell’agricoltura, la crescita tendenziale delle posizioni lavorative riguarda tutti i settori e più marcatamente le costruzioni (+136 mila posizioni rispetto al primo trimestre 2021; Tavola 2) e i servizi (+461 mila posizioni in un anno); tra questi ultimi in particolare i comparti di alloggio e ristorazione (+154 mila in un anno) e del commercio (+75 mila).
Sulla base delle CO, le posizioni lavorative a tempo indeterminato presentano un nuovo aumento tendenziale (+268 mila unità in un anno; Tavola 1), sebbene meno intenso rispetto ai precedenti trimestri del 2021 (era +299 mila nel quarto, +310 mila nel terzo, +371 mila nel secondo e +399 nel primo trimestre 2021; Figura 1D); la crescita su base annua si rileva anche nei dati Inps-Uniemens (+200 mila nel primo trimestre 2022; era +139 mila nel quarto, +184 mila nel terzo e +186 mila nel secondo e +208 nel primo trimestre 2021). Nei dati delle CO, a ritmi più sostenuti, per il quarto trimestre consecutivo prosegue la crescita delle posizioni a tempo determinato (+403 mila in un anno); l’aumento è confermato dai dati Inps-Uniemens riferiti al settore privato (+564 mila in un anno) che comprendono anche il lavoro in somministrazione e a chiamata e, per metodologia di costruzione, registrano la situazione a fine periodo. Il numero di trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, nei dati delle CO, è di 550 mila in un anno, in aumento in confronto al precedente trimestre (era 516 mila nel primo trimestre 2021).
TAVOLA 4. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI NELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA I trimestre 2022, valori in migliaia e variazioni percentuali
SETTORI Posizioni lavorative
Dati destagionalizzati Dati grezzi
Valori in migliaia Variazioni congiunturali (%) Variazioni
tendenziali (%)
I 2022 I 2022
IV 2021 I 2022
I 2021
Industria (B-F) 4.786 1,3 4,6
B-E Industria in senso stretto 3.714 0,6 2,2
C Attività manifatturiere 3.407 0,7 2,2
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 86 0,6 2,1
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 203 0,1 1,3
F Costruzioni 1.072 3,8 14,1
Servizi (G-S, escluso O) 8.828 1,3 7,0
G-N Servizi di mercato 7.647 1,3 7,1
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 2.322 1,0 4,2
H Trasporto e magazzinaggio 1.087 0,4 3,0
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.116 2,0 21,2
J Servizi di informazione e comunicazione 561 1,5 5,0
K Attività finanziarie ed assicurative 453 0,3 0,3
L, M, N Attività immobiliari, Attività professionali, scientifiche e tecniche, Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 2.108 1,9 8,8
di cui: Posizioni lavorative in somministrazione 436 4,8 20,8
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre dei servizi 1.181 1,3 6,4
Industria e servizi di mercato (B-N) 12.433 1,3 6,1
Industria e servizi (B-S, escluso O) 13.614 1,3 6,1
Fonte: Istat, Indicatori del lavoro sulle imprese (Oros)
Le posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi (Istat, Rilevazione Oros) crescono dell’1,3% su base congiunturale, con un incremento doppio rispetto allo scorso trimestre; tale aumento si riflette in ugual misura nell’industria e nei servizi (+1,3% in tre mesi). Al netto della stagionalità, nel primo trimestre 2022 il numero di posizioni si attesta a 13 milioni 614 mila, superando nuovamente il valore massimo della serie storica dal 2010. Su base tendenziale, si continua a registrare per il quarto trimestre consecutivo una crescita sostenuta (+6,1%), evidenziando la ripresa della domanda di lavoro in termini di posizioni lavorative dipendenti, anche a seguito del recupero delle perdite subite per la pandemia. Prosegue inoltre, il forte aumento delle posizioni in somministrazione (+4,8% in termini congiunturali e +20,8% su base annua), confermando la diffusione del ricorso a questa tipologia occupazionale nel periodo di rientro dalla fase più acuta della pandemia (Tavola 4).
Secondo i dati Inps, nel primo trimestre del 2022 il saldo tra le attivazioni e le cessazioni nel corso di un anno è positivo per tutte le classi dimensionali d’impresa (Tavola 5). Il maggiore aumento, in termini assoluti, si riscontra nella classe fino a nove dipendenti (+322 mila).
TAVOLA 5. ATTIVAZIONI, CESSAZIONI E POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI NELLE IMPRESE PRIVATE PER CLASSE DIMENSIONALE. I trimestre 2022, dati grezzi, valori in migliaia (dati provvisori)
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE – IMPRESE PRIVATE (sezioni B-U Ateco 2007 esclusi operai agricoli e i lavoratori domestici) fino a 9 dipendenti da 10 a 49 dipendenti da 50 a 249 dipendenti 250 dipendenti e oltre Totale
Attivazioni (a) 2.487 2.001 1.169 2.126 7.784
Cessazioni (b) 2.165 1.798 1.054 2.004 7.021
(a) Attivazioni rilevate negli ultimi quattro trimestri; (b) Cessazioni rilevate negli ultimi quattro trimestri; (c) Differenza tra le attivazioni e le cessazioni. Tale differenza equivale alla variazione tendenziale dello stock medio trimestrale delle posizioni lavorative dipendenti.
Fonte: Inps, Uniemens
Le durate previste all’attivazione dei contratti a tempo determinato
I contratti a tempo determinato si distribuiscono per durate previste molto diverse a seconda dei settori di attività, della stagionalità del lavoro e delle motivazioni sottostanti il loro utilizzo (ad esempio la sostituzione di lavoratori assenti).
Sulla base dei dati delle CO, nel primo trimestre 2022 il 33,3% delle posizioni lavorative attivate prevedono una durata fino a 30 giorni (il 9,2% un solo giorno), il 27,5% da due a sei mesi e l’1,0% superiore all’anno (Figura 4). Nel complesso, si riscontra un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (19,7% fino a una settimana, +2,9 punti in confronto allo stesso trimestre dell’anno precedente) e la riduzione per tutte le altre classi di durata, a eccezione di quelle superiori all’anno che restano stabili. L’aumento dell’incidenza dei contratti di brevissima durata (fino a una settimana) riguarda l’insieme dei comparti di pubblica amministrazione, istruzione e sanità (+6,7 punti), gli altri servizi (+11,8 punti) e il settore di alberghi e ristorazione (+1,9 punti rispetto al primo trimestre 2021) dove, però, aumenta maggiormente la quota dei nuovi contratti con durata da sei mesi a un anno (+11,0 punti). Nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni si riscontra una diminuzione dell’incidenza dei contratti di durata fino a due mesi (-4,2 e -5,3 punti, rispettivamente) a fronte dell’aumento di quelli con durata da due mesi a un anno (+4,4 e +5,2 punti).
Nel settore dell’informazione e comunicazione – che include le attività cinematografiche, televisive ed editoriali – le assunzioni con durata prevista di un solo giorno incidono per il 58,9% (-2,3 punti rispetto al primo trimestre 2021) e quelle da due a sette giorni per il 22,4% (+1,1 punti in un annoi). Negli alberghi e ristorazione circa la metà dei rapporti attivati durano fino a due mesi (il 48,4%, -8,9 punti in un anno). Differentemente, in confronto al totale, nei settori dell’industria, delle costruzioni e del commercio è maggiore l’incidenza di contratti attivati con durate previste da uno a sei mesi.
Figura 4. Attivazioni a tempo determinato per durata prevista per sezioni di attività economica (a)
I trimestre 2022 (composizioni percentuali)
(a) Negli “Altri servizi di mercato” sono incluse le attività finanziarie e assicurative, le attività immobiliari, le attività professionali, scientifiche e tecniche e il noleggio, agenzie di viaggi e servizi di supporto alle imprese; negli” Altri servizi” sono incluse le attività artistiche, sportive, ricreative, altre attività di servizi, i servizi alle famiglie, e le organizzazioni extra-territoriali.
Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Comunicazioni obbligatorie SISCO
Peraltro, in determinati comparti – agricoltura, alberghi e ristorazione, istruzione – c’è una considerevole variabilità delle durate nei quattro trimestri dell’anno dovuta alla rilevante incidenza del lavoro stagionale o concentrato in alcuni periodi dell’anno.
Occorre inoltre considerare la presenza di altre forme di lavoro breve (lavoratori a chiamata, somministrati, lavoro occasionale) non incluse in questi dati.
Lavoro a chiamata, somministrato e occasionale
Il lavoro a chiamata (intermittente) e quello in somministrazione sono tipologie contrattuali caratterizzate da una componente di stagionalità e da un’intensità lavorativa minore rispetto al lavoro standard. Queste figure lavorative, che hanno risentito più di altre degli effetti dovuti all’emergenza sanitaria, sono poi tornate a crescere a ritmi sostenuti.
Nel primo trimestre 2022, il numero dei lavoratori in somministrazione (471 mila unità) presenta una nuova forte crescita tendenziale (+85 mila unità corrispondenti a +22,0% in un anno; Figure 5 e 6). Il numero medio delle giornate retribuite mostra una lieve diminuzione tendenziale (22,0 rispetto a 22,3 del primo trimestre 2021).
Nel primo trimestre 2022, per il quarto trimestre consecutivo, a ritmi più intensi, prosegue anche l’aumento del numero di lavoratori intermittenti (+97 mila unità, +83,0% rispetto al primo trimestre 2021; Figure 5 e 6) che si attestano a 215 mila unità. Secondo i dati Inps, i lavoratori a chiamata hanno svolto in media 10,1 giornate retribuite al mese (erano 10,3 giornate un anno prima).
Figura 5. LAVORATORI somministrati E a chiamataI trim. 2017 – I trim. 2022 (valori assoluti) Figura 6. LAVORATORI somministrati E a chiamataI trim. 2017 – I trim. 2022 (variazioni tendenziali percentuali)
Fonte: Inps, Uniemens Fonte: Inps, Uniemens
A giugno del 2017, in sede di conversione del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, il legislatore ha introdotto due nuove forme contrattuali destinate a regolare lo svolgimento di prestazioni di natura occasionale: il Libretto Famiglia (LF) e il Contratto di Prestazione Occasionale (CPO).
Nei primi tre mesi del 2022 il numero medio mensile di lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) è di circa 13 mila unità, con un importo mensile lordo medio di 243 euro. I valori sono simili a quelli registrati nel corso del 2021 (circa 14 mila, con un importo mensile lordo medio di 260 euro).
Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), nei primi tre mesi del 2022 si registra un numero medio mensile di circa 12 mila prestatori per un importo mensile lordo medio di circa 176 euro. Nel corso del 2021 si erano attestati su circa 20 mila unità, con un importo mensile lordo medio di 201 euro.
Denunce di infortunio sul lavoro e di malattia professionale
Nel primo trimestre del 2022 gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail sono stati 175.203 (158 mila in occasione di lavoro e 17 mila in itinere), in aumento di 54.370 denunce (+45,0%) rispetto all’analogo trimestre del 2021 (Tavola 1) e in crescita anche rispetto al primo trimestre del 2020 (114 mila denunce) e del 2019 (130 mila). Almeno metà dei casi in più è però riconducibile al rialzo dei contagi da Covid-19 a inizio anno: in soli tre mesi si è superato il numero delle denunce da contagio dell’intero anno 2021. Escludendo dall’analisi gli infortuni da nuovo Coronavirus, per le denunce di infortunio tradizionali si registra comunque un aumento sul primo trimestre 2021, ma con una numerosità dei casi che resta, seppur di poco, inferiore a quanto rilevato nel primo trimestre 2019, anno di riferimento pre-pandemico; a fare da sfondo a questo aumento, uno scenario economico in crescita tendenziale nel primo trimestre 2022, con una generale ripresa delle attività lavorative, il progressivo ritorno al lavoro “in presenza” e un conseguente aumento del rischio di infortunio, dentro e fuori dell’azienda.
L’aumento delle denunce di infortunio ha riguardato sia i casi in occasione di lavoro (+46,8%, 50.445 denunce in più rispetto al primo trimestre 2021) che quelli in itinere (+29,9%, 3.925 in più): nel primo caso ha influito la recrudescenza dei contagi da Covid-19, al netto dei quali si registrerebbe un aumento degli infortuni in occasione di lavoro tradizionali intorno al 25%, inferiore quindi a quello dei casi in itinere. In termini di attività economica, per i soli infortuni in occasione di lavoro, l’aumento di 50 mila denunce (oltre la metà per l’incremento di contagi da Covid-19) è attribuibile quasi interamente ai servizi (+72% di incremento) anche se contribuiscono al segno positivo sia il settore industriale (+6% l’aumento tendenziale) che l’agricoltura (+1%). Tra le attività dei servizi, risaltano per gli aumenti maggiori, sia in termini assoluti che percentuali, la sanità (sempre protagonista nei contagi da Covid-19) e i trasporti; gli incrementi sono comunque diffusi per tutte le attività, sia di servizi che industriali.
Gli infortuni sul lavoro con esito mortale, avvenuti nel primo trimestre 2022 e denunciati all’Inail, sono stati 189 (138 in occasione di lavoro e 51 in itinere), 5 in più (+2,7%) rispetto al primo trimestre del 2021 (Tavola 1). Il dato risulta superiore anche a quanto registrato nel primo trimestre 2020 (163), ma al di sotto dei 212 decessi del primo trimestre 2019. Il contenuto aumento del 2,7% sul 2021 è sintesi di un forte incremento dei casi in itinere (+70,0%, 21 decessi in più) e di una diminuzione dei casi in occasione di lavoro (-10,4%, 16 in meno). Quest’ultima contrazione è interamente da attribuire all’andamento dei contagi da Covid-19: alla recrudescenza dei contagi professionali a inizio anno 2022 non è corrisposto un aumento delle conseguenze letali (ridottesi notevolmente già a partire da maggio 2021) e i tre decessi registrati nel primo trimestre 2022 si confrontano con alcune decine di casi del primo trimestre 2021. Spicca per incremento di casi mortali in occasione di lavoro il settore dei trasporti e magazzinaggio.
Nel primo trimestre del 2022 le denunce di malattie professionali protocollate dall’Inail sono state 14.517, in aumento rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente (934 casi in più, pari a +6,9%; Tavola 6).
TAVOLA 6. DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE.I trimestre 2022, valori all’unità, variazioni assolute e percentuali
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE (sezioni A-T Ateco 2007, esclusi marittimi; al netto di studenti) per classificazione ICD-X (settore) Valori
assoluti Variazioni tendenziali
(I 2022 / I 2021)
assolute %
di cui le principali Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo 7.281 -48 -0,7
Malattie del sistema nervoso 1.370 70 5,4
Tumori 341 13 4,0
Malattie del sistema respiratorio 301 -85 -22,0
Fonte: Inail, Open data mensili
La ripresa delle attività produttive si è manifestata anche con l’aumento delle denunce di malattie professionali, per la maggiore esposizione al rischio di contrarre una patologia legata al lavoro. I dati però, se da un lato mostrano un riposizionamento sui valori del 2020 (circa 400 denunce in più), dall’altro evidenziano una contrazione rispetto al primo trimestre del 2019 (1.383 casi in meno).
Tra gennaio e marzo 2022, oltre otto malattie professionali su dieci (82,4%) afferiscono ai settori di attività economica dell’industria e servizi che registrano 11.963 denunce, in aumento di 715 casi (+6,4%) nel confronto di periodo. L’incremento delle denunce ha interessato anche la gestione agricoltura, 247 casi in più pari al +11,2%, mentre la gestione per conto dello Stato mostra un calo in termini relativi del -22,4%, ma su un numero contenuto di casi (appena 28 in meno). Nel primo trimestre del 2022 le denunce di malattie a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto allo stesso trimestre del 2021, registrando un calo di 48 casi, pari al -0,7%. Tali patologie sono le più numerose e rappresentano la metà di tutte le denunce pervenute nel trimestre; nel 47,6% dei casi si tratta di disturbi dei tessuti molli e nel 42,0% di dorsopatie. Viceversa, nello stesso periodo gli aumenti si registrano per le malattie dell’orecchio (+11,2%, quasi tutte ipoacusie), per le malattie del sistema nervoso (+5,4%, quasi esclusivamente sindromi del tunnel carpale) e per i tumori (+4,0%, il 40,0% a carico del tessuto mesoteliale e dei tessuti molli); in calo, invece, le malattie del sistema respiratorio (il 40,1% malattie polmonari da agenti esterni) che tra le principali indicano una diminuzione del -22,0% (Tavola 6).
Il primo trimestre del 2022 è ancora influenzato dalla pandemia e, come già detto, i contagi registrati in soli tre mesi, anche a causa dell’impennata di gennaio, superano quelli pervenuti nel corso dell’intero anno 2021. Le denunce di infortunio da Covid-19 in ambito occupazionale sono oggetto di comunicati istituzionali mensili dell’Inail: dal primo monitoraggio – che al 21 aprile 2020 rilevava 28.381 contagi denunciati (di cui 98 con esito mortale) – fino all’ultimo in ordine di pubblicazione, al 30 aprile 2022 che ne ha evidenziati 260.750 (di cui 858 mortali) da inizio pandemia.
Glossario
Attivazione (CO): inizio di una nuova fattispecie contrattuale, a carattere permanente o temporaneo, sottoposta a Comunicazione obbligatoria da parte del datore di lavoro. Nel caso dell’esperienza di lavoro coincide con l’inizio del tirocinio.
Cessazione (CO): conclusione di una fattispecie contrattuale, a carattere permanente o temporaneo. In particolare, si intende per “cessazione a termine” la conclusione di un rapporto di lavoro temporaneo alla fine prevista dal contratto (la c.d. “data presunta”), per la quale la Comunicazione obbligatoria di avvenuta conclusione da parte del datore di lavoro non è dovuta.
Classe dimensionale delle imprese private (Inps): numero medio annuo delle posizioni lavorative dipendenti calcolato come rapporto tra la somma dei lavoratori dichiarati per ogni singola posizione assicurativa (identificativo Inps) nei vari mesi dell’anno e il numero delle denunce mensili Uniemens presentate nello stesso anno.
Classificazione Ateco 2007: è la classificazione delle attività economiche e costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea Nace.Rev.2, pubblicata sull’Official Journal il 20 dicembre 2006 (Regolamento CE n. 1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006) e adottata dall’Istat il 1° gennaio 2008.
Classificazione ICD–X: è un codice della classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati (International Statistical Classification of Deseases and related health problems). Il sistema ripartisce le malattie in 21 settori e ciascun settore contiene una famiglia di malattie; ciascuna malattia è individuata da un codice alfanumerico.
Comunicazioni obbligatorie (CO): comunicazioni che tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, devono obbligatoriamente trasmettere ai servizi competenti in caso di attivazione, proroga, trasformazione e cessazione di rapporti di lavoro subordinato, associato, di tirocini e di altre esperienze professionali previste dalla normativa vigente (art. 4-bis del D.Lgs. n. 181/2000, così come modificato dall’art. 1, comma 1184 della L. 296/2006, ovvero altre leggi speciali che disciplinano le comunicazioni di settori specifici quali la pubblica amministrazione, la scuola, il settore marittimo).
Contratto di Prestazione Occasionale: è una delle due nuove forme di lavoro occasionale (l’altra è il Libretto Famiglia) introdotte a giugno del 2017, in sede di conversione del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50. Il contratto di prestazione occasionale è utilizzabile da datori di lavoro persone fisiche non nell’esercizio di attività imprenditoriale o professionale. A parte alcuni regimi particolari, l’utilizzo di questo contratto ha un limite economico netto annuo di 5.000 euro per l’utilizzatore per la totalità dei prestatori, così come per il prestatore per la totalità degli utilizzatori (sulla singola coppia datore-prestatore il limite è di 2.500 euro). Il ricorso a questi contratti non è ammesso ai datori di lavoro che hanno alle dipendenze più di 5 lavoratori a tempo indeterminato. Per ulteriori dettagli si rimanda alla normativa citata, alla circolare n. 107 del 5 luglio 2017 dell’Inps e successive.
Dati destagionalizzati: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.
Denunce di infortunio sul lavoro (Inail): sono le comunicazioni cui è tenuto il datore di lavoro per segnalare all’Inail l’infortunio accaduto al dipendente, prognosticato non guaribile entro tre giorni, a prescindere da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di legge per la tutela assicurativa. Oltre alla denuncia propriamente detta e al certificato medico, si qualifica come denuncia qualsiasi informazione, comunque reperita, relativa all’infortunio. Riferimenti normativi: DPR 1124/1965, art. 53, art. 112. Le denunce possono distinguersi in due modalità di accadimento dell’infortunio:
“in occasione di lavoro”, ovvero l’infortunio occorso al lavoratore in connessione con le condizioni in cui si svolge l’attività lavorativa, comprese le attività prodromiche o strumentali, e nelle quali è insito un rischio di danno per il lavoratore. E’ disciplinato dal comma 1 dell’art. 2 del DPR 1124/1965;
“in itinere”, ovvero l’infortunio occorso al lavoratore durante il normale percorso di andata-ritorno dall’abitazione al posto di lavoro; o durante il normale tragitto che collega due luoghi di lavoro (in caso di rapporti di lavoro plurimi), o durante il normale percorso di andata-ritorno da luogo di lavoro a quello di consumazione dei pasti (qualora non esista una mensa aziendale). Interruzioni/deviazioni dal normale percorso e l’utilizzo del mezzo privato sono tutelate in specifiche condizioni di necessità; restano comunque esclusi dalla tutela gli infortuni direttamente causati dall’abuso di alcolici e di psicofarmaci, dall’uso non terapeutico di sostanze stupefacenti e di allucinogeni, gli infortuni occorsi al conducente sprovvisto della prescritta abilitazione alla guida. E’ disciplinato dall’art. 12 del DLgs 38/2000.
Per esito mortale si intende l’infortunio che provoca la morte dell’infortunato. L’infortunio con esito mortale è caratterizzato dalla data di accadimento dell’infortunio definito come causa della morte, anche se la morte avviene in una data successiva.
La gestione assicurativa caratterizza le modalità di esercizio dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro: “industria e servizi”, “agricoltura” e “per conto dello Stato”, sono le più rilevanti per la valutazione del fenomeno infortunistico.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al Vocabolario e thesaurus Inail pubblicato sul sito istituzionale: http://dati.inail.it/opendata_files/downloads/daticoncadenzasemestraleinfortuni/Vocabolario_thesaurus.pdf
Dati longitudinali (Rfl): informazioni sugli stessi individui intervistati in diversi momenti temporali nella Rilevazione sulle forze di lavoro. La componente longitudinale consente di individuare sia il numero di permanenze in uno status occupazionale (occupato, disoccupato, non forze di lavoro) sia il numero di transizioni in entrata e in uscita dai diversi status. La componente longitudinale non rappresenta tutta la popolazione, ma solo quella residente in uno stesso comune sia all’inizio sia alla fine del periodo considerato.
Disoccupati (Rfl): persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:
hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive; oppure
inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
Durata prevista dei rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato: nelle Comunicazioni obbligatorie di attivazione dei contratti a tempo determinato, i datori di lavoro sono obbligati a indicare la data di attivazione e la data prevista di fine rapporto. La durata prevista viene calcolata considerando il periodo temporale che intercorre tra la data di inizio e quella di fine prevista.
Enti pubblici economici: enti soggetti alla registrazione nel registro delle imprese che si caratterizzano per il fatto di avere come oggetto, in via esclusiva o principale, l’esercizio di un’impresa commerciale avvalendosi pertanto di strumenti privatistici. Gli Enti pubblici economici, un tempo numerosissimi, sono in via di estinzione in quanto sono stati quasi tutti trasformati in società per azioni. Il maggior ente economico ancora attivo è la Cassa depositi e prestiti.
Flussi: Conteggio degli eventi intervenuti in un intervallo di tempo. Rappresenta un flusso anche la variazione dello stock di una certa grandezza nell’arco di un periodo temporale (es. attivazioni – cessazioni= movimenti).
Forze di lavoro (Rfl): insieme delle persone occupate e disoccupate.
Inattivi (Rfl): persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero le persone non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate).
Lavoro a chiamata o intermittente (Inps): contratto mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore per lo svolgimento di una prestazione di lavoro “su chiamata”. Le misure presentate, basate sulla fonte Uniemens, indicano i lavoratori e le giornate retribuite, calcolate come numero dei codici fiscali distinti nel mese con almeno una giornata retribuita con la tipologia di contratto considerata e le relative giornate. Il valore trimestrale dei lavoratori e delle giornate è calcolato come media dei tre valori mensili.
Lavoro somministrato (Inps): contratto mediante il quale una agenzia di lavoro autorizzata assume lavoratori per essere utilizzati temporaneamente da altre imprese. Le misure presentate, basate sulla fonte Uniemens, indicano i lavoratori e le giornate retribuite, calcolate come il numero dei codici fiscali distinti nel mese con almeno una giornata retribuita con la tipologia di contratto considerata e le relative giornate. Il valore trimestrale dei lavoratori e delle giornate è calcolato come media dei tre valori mensili.
Libretto Famiglia: è una delle due nuove forme di lavoro occasionale (l’altra è il Contratto di Prestazione Occasionale) introdotte a giugno del 2017, in sede di conversione del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50. Possono fare ricorso a queste prestazioni di lavoro occasionale soltanto le persone fisiche, non nell’esercizio dell’attività professionale o d’impresa. L’utilizzatore può remunerare le prestazioni di lavoro occasionale rese in suo favore per: a) lavori domestici, inclusi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione; b) assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità; c) insegnamento privato supplementare. A parte alcuni regimi particolari, l’utilizzo di questo contratto ha un limite economico netto annuo di 5.000 euro per l’utilizzatore per la totalità dei prestatori, così come per il prestatore per la totalità degli utilizzatori (sulla singola coppia datore-prestatore il limite è di 2.500 euro). Per ulteriori dettagli si rimanda alla normativa citata, alla circolare n. 107 del 5 luglio 2017 dell’Inps e successive.
Malattia professionale: è la malattia che rientra nella tutela assicurativa, la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo). La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente (è ammesso, tuttavia, il concorso di cause extraprofessionali, purché queste non interrompano il nesso causale in quanto capaci di produrre da sole l’infermità).
Occupati: comprendono le persone tra 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento:
hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;
sono temporaneamente assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;
sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell’assenza;
sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento dell’attività (da tali mansioni e compiti va escluso l’adempimento di obblighi legali o amministrativi);
sono temporaneamente assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi.
Occupati dipendenti a termine (Rfl): occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale è espressamente indicato un termine di scadenza.
Occupati dipendenti permanenti o a tempo indeterminato (Rfl): occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale non è definito alcun termine.
Occupati indipendenti (Rfl): coloro che svolgono la propria attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione. Sono compresi: imprenditori; liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti nell’azienda di un familiare (se prestano lavoro nell’impresa senza il corrispettivo di una retribuzione contrattuale come dipendenti), soci di cooperativa, collaboratori (con e senza progetto) e prestatori d’opera occasionali.
Posizione lavorativa a tempo determinato (CO): rapporto di lavoro di tipo subordinato in cui è prevista una data di fine del rapporto. La legge definisce una durata massima del contratto a termine e ne disciplina la proroga. Nel caso di violazione di tali disposizioni, si determina la trasformazione a tempo indeterminato del contratto.
Posizione lavorativa a tempo indeterminato (CO): il rapporto di lavoro a tempo indeterminato è un contratto di lavoro subordinato con cui un soggetto (il lavoratore) si impegna, senza vincolo di durata – dietro versamento di una retribuzione – a prestare la propria attività lavorativa a favore del proprio datore di lavoro.
Posizione lavorativa dipendente (CO): la comunicazione obbligatoria registra gli eventi (avviamento al lavoro, trasformazione, proroga, cessazione) osservati in un determinato momento temporale. Tali eventi sono gli elementi base su cui si fonda l’intero sistema informativo e di norma sono caratterizzati da una data di inizio, eventualmente da una data di fine, dal codice fiscale del lavoratore e del datore di lavoro. Tali eventi possono essere aggregati in rapporti di lavoro, considerando tutti gli eventi successivi e contigui che legano due soggetti e concorrono alla creazione di un unico rapporto di lavoro.
Posizione lavorativa dipendente (Oros): è contraddistinta da contratto di lavoro tra una persona fisica e un’unità economica (impresa o istituzione privata), che prevede lo svolgimento di una prestazione lavorativa a fronte di un compenso (retribuzione). Le posizioni lavorative rappresentano, quindi, il numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti (a tempo pieno e a tempo parziale), indipendentemente dalle ore lavorate, ad una determinata data di riferimento. Come il numero di occupati anche le posizioni lavorative rappresentano pertanto una variabile di stock ad un certo istante nel tempo. Sono inclusi anche i lavoratori che, legati all’unità produttiva da regolare contratto di lavoro, sono temporaneamente assenti per cause varie quali: ferie, permessi, maternità, cassa integrazione guadagni, eccetera.
Posizione lavorativa in somministrazione (Oros): Il lavoro somministrato, ex lavoro interinale, è un contratto in base al quale l’impresa (utilizzatrice) può richiedere manodopera ad agenzie autorizzate (somministratori) iscritte in un apposito Albo tenuto presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. I lavoratori con contratto di somministrazione vengono rilevati tra i dipendenti delle agenzie di somministrazione di lavoro e non tra i dipendenti delle unità utilizzatrici. Le posizioni in somministrazione non includono il personale delle agenzie fornitrici di lavoro temporaneo assunto con contratto di lavoro dipendente diverso dalla somministrazione. Il gruppo di attività economica Ateco 2007 in cui è classificata questa tipologia di lavoro è “Attività delle agenzie di lavoro temporaneo (gruppo 78.2)” che rientra nella sezione N “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”. I dati amministrativi relativi alle missioni dei lavoratori in somministrazione vengono ricondotte a posizioni lavorative a tempo pieno.
Posizione lavorativa intermittente (CO): Il lavoro intermittente è caratterizzato dalla prestazione a carattere discontinuo resa dal lavoratore secondo le richieste dell’impresa. La comunicazione di questa tipologia di contratto è registrato su SISCO e riguarda solo l’instaurazione del rapporto di lavoro ma non la “chiamata” del lavoratore che il datore è tenuto a comunicare in via telematica. Tale informazione infatti non passa attraverso il sistema amministrativo delle CO ma viene comunicata secondo le modalità definite dal decreto interministeriale del 27 marzo 2013 e dalla successiva circolare 27 giugno 2013 n.27.
Saldi: differenza tra attivazioni e cessazioni (a cui si sommano le trasformazioni nel caso di rapporti a tempo indeterminato o nel caso di rapporti a tempo determinato si sottraggono).
Scoraggiati (Rfl): inattivi di 15-64 anni che non hanno cercato lavoro nelle quattro settimane precedenti l’intervista perché ritengono di non riuscire a trovarne uno.
Settimana di riferimento (Rfl): nella Rilevazione sulle forze di lavoro è la settimana a cui fanno riferimento le informazioni raccolte (in genere quella che precede l’intervista).
Stock: una variabile di stock (o consistenza) rappresenta la dimensione di un fenomeno rilevata in un certo istante di tempo, ed è pertanto suscettibile di variazioni continue nel corso del tempo (come ad esempio la popolazione residente o il numero di occupati); una variabile di flusso rappresenta invece il conteggio di un fenomeno nel corso di un periodo di tempo (il numero di nati, morti, immigrati o emigrati, oppure, il numero di persone che hanno trovato o perso il lavoro in un certo periodo di tempo). La variazione dello stock tra due istanti di tempo può essere pertanto descritta in modo coerente e compiuto come il risultato di un complesso di flussi che si sono manifestati con una certa intensità nel periodo intercorrente.
Tasso di attività (Rfl): rapporto percentuale tra le persone appartenenti alle forze di lavoro in una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la popolazione residente totale di quella determinata classe di età.
Tasso di disoccupazione (Rfl): rapporto percentuale tra i disoccupati di una determinata classe di età (in genere 15 anni e più) e l’insieme di occupati e disoccupati (la cui somma costituisce le forze di lavoro) della stessa classe di età.
Tasso di inattività (Rfl): rapporto percentuale tra le persone non appartenenti alle forze di lavoro in una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la popolazione residente totale di quella determinata classe di età.
Tasso di occupazione (Rfl): rapporto percentuale tra gli occupati di una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la popolazione residente totale di quella determinata classe di età.
Trasformazioni (CO): la trasformazione di un rapporto di lavoro registra un evento modificativo del rapporto di lavoro. Si ha una trasformazione quando il prolungamento del rapporto iniziale di lavoro comporta una trasformazione legale dello stesso da contratto a termine a contratto a tempo indeterminato, da tempo parziale a tempo pieno, da apprendistato a contratto a tempo indeterminato, da contratto di inserimento a contratto a tempo indeterminato. Queste trasformazioni sono soggette agli obblighi di comunicazione (entro cinque giorni dal verificarsi dell’evento) previsti dalla normativa vigente. Nel presente comunicato sono presi in esame le sole trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. La trasformazione da contratto di apprendistato a contratto a tempo indeterminato non è più prevista per i contratti di apprendistato instaurati dopo l’entrata in vigore del Testo unico sull’Apprendistato (D.Lgs. n.167 del 25 ottobre 2011).
Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno-Ula (Cn): negli schemi di contabilità nazionale le unità di lavoro rappresentano le posizioni lavorative ricondotte a unità equivalenti a tempo pieno e forniscono una misura del volume di lavoro che partecipa al processo di produzione del reddito realizzato sul territorio economico di un paese. Tale calcolo è necessario in quanto le ore lavorate in ciascuna posizione lavorativa possono variare rispetto a uno standard a tempo pieno, a seconda che si tratti di attività principale o secondaria svolta dalla persona, dell’orario di lavoro (a tempo pieno o part time), della posizione contributiva o fiscale (regolare, non regolare). Le unità di lavoro sono calcolate come quoziente tra il totale delle ore effettivamente lavorate ed un numero standard di ore lavorate in media da una posizione a tempo pieno.
Variazione congiunturale: variazione assoluta o percentuale rispetto al mese o periodo immediatamente precedente.
Variazione tendenziale: variazione assoluta o percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente.
Voucher (Inps): buoni lavoro per retribuire le prestazioni di lavoro di tipo accessorio. Il valore nominale di ogni singolo buono o voucher, è pari a 10 euro. Tale valore nominale è comprensivo della contribuzione a favore della Gestione separata Inps (convenzionalmente stabilita per questa tipologia lavorativa nell’aliquota del 13%), di quella in favore dell’Inail (7%) e di una quota pari al 5% per la gestione del servizio. La vendita avviene con modalità di distribuzione che sono andate aumentando negli anni. Inizialmente i canali erano due: le sedi provinciali Inps (si tratta del tradizionale voucher cartaceo) ed un’apposita procedura telematica. Nel 2010 una convenzione con la Federazione Italiana dei Tabaccai ha introdotto il terzo canale, e altri due si sono aggiunti a partire dall’anno successivo: prima le Banche Popolari e poi gli uffici postali. Dal 17 marzo 2017 i voucher non sono più in vendita e quelli acquistati prima dell’abrogazione potranno essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017.
Nota metodologica
In questo comunicato vengono utilizzate diverse fonti e forniti, oltre ai dati già rilasciati dai singoli Enti, nuovi indicatori armonizzati e rielaborati. I dati già rilasciati si riferiscono a quelli provenienti da:
la Rilevazione sulle forze di lavoro, Istat;
l’Osservatorio sul precariato, Inps;
le denunce di infortunio sul lavoro, Inail.
I nuovi indicatori riguardano:
la rielaborazione delle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (rapporti di lavoro attivati, cessati, prorogati e trasformati);
i valori assoluti del numero delle posizioni lavorative nelle imprese dell’industria e dei servizi, Istat (Rilevazioni Oros e Grandi imprese).
Per le caratteristiche metodologiche delle fonti originarie si veda il Prospetto 1 “Le caratteristiche delle fonti originali dei dati sull’occupazione” e il prospetto sintetico (Prospetto 2).
In sintesi va ricordato che le fonti si differenziano per tre ragioni principali:
l’unità o l’aggregato statistico di riferimento (in alcune fonti sono le posizioni lavorative, in altre gli occupati o i rapporti di lavoro; i dati si distinguono inoltre per essere di stock o di flusso);
il campo di osservazione settoriale (l’intera economia come nelle forze di lavoro e delle CO, o una sua parte come in Oros o nell’Osservatorio sul precariato) o di tipologia occupazionale/contrattuale;
il metodo di misura che richiede l’adozione di definizioni “operative”, specifiche fonte per fonte o diverse per la stessa fonte (dato puntuale alla fine del periodo, medie del periodo osservato, somme trimestrali di dati giornalieri, medie trimestrali di dati settimanali; medie trimestrali di dati mensili, etc.).
In questa nota metodologica vengono descritte in dettaglio tutte le differenze fra le fonti prese in esame e, nel caso delle Comunicazioni obbligatorie, viene avviata una rielaborazione che consente una maggiore comparabilità con le informazioni di fonte Istat (controllando per il campo di osservazione e per i metodi di misura).
In relazione ai nuovi indicatori, le informazioni che seguono descrivono le caratteristiche e il trattamento metodologico adottato.
Si specifica infine che:
i dati assoluti sono elaborati all’unità e vengono arrotondati alle migliaia nei valori e nelle variazioni assolute;
le variazioni sono calcolate sui dati all’unità e non su quelli arrotondati alle migliaia;
nelle variazioni percentuali, nei tassi e nelle differenze in punti percentuali l’arrotondamento è al primo decimale;
le variazioni in punti percentuali tra i tassi vengono calcolate sui tassi con tutti i decimali prima di essere approssimate.
Comunicazioni obbligatorie rielaborate (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat)
Le Comunicazioni obbligatorie on line cui sono tenuti i datori di lavoro relativamente a tutti i movimenti che interessano i rapporti di lavoro (attivazioni, cessazioni, proroghe, trasformazioni, modifiche dei datori di lavoro) sono state istituite dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi da 1180 a 1185. I rapporti di lavoro di cui si deve dare comunicazione sono quelli di lavoro subordinato e parte del parasubordinato.
Con Decreto interministeriale 30 ottobre 2007 del Ministero del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministero per le Riforme e l’Innovazione nella pubblica amministrazione, si sono previste le disposizioni tecniche per l’effettuazione di tale attività. Il sistema è entrato a regime il 1º marzo 2008. Il sistema è informatizzato e gestito con modalità di cooperazione applicativa da un soggetto centrale – il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – e da altri soggetti – le Regioni, l’Inps, l’Inail, le Prefetture.
I dati amministrativi pervenuti al nodo centrale sono conservati in un “contenitore” nazionale chiamato repository XML. Il Ministero del lavoro ha messo a punto un protocollo di trattamento dei dati amministrativi avente come obiettivo quello di realizzare il sistema informativo statistico nazionale (SISCO). A tale proposito è stato istituito un Gruppo tecnico inter-istituzionale successivamente formalizzato nel marzo 2013 con decreto del Segretariato Generale del Ministero del lavoro.
SISCO viene alimentato dalla replica completa dei dati del nodo nazionale a cadenza giornaliera. In particolare ogni singola comunicazione viene fornita a SISCO in una tabella che in un campo contiene il file originario – al quale sono associate altre informazioni quali, ad esempio, la data di ricezione del sistema nazionale – e una breve informativa sullo stato di validità della comunicazione.
Ogni trimestre i valori sono rivisti per incorporare le informazioni che si rendono disponibili successivamente alla pubblicazione.
Il trattamento delle misure temporali
Il sistema delle Comunicazioni obbligatorie (CO) produce dati sui flussi di attivazioni, cessazioni, trasformazioni e proroghe delle posizioni lavorative ma non produce dati sui livelli delle posizioni lavorative, che sono dati di stock. Tuttavia data la relazione tra stock e flussi è possibile derivare indicazioni sulle variazioni delle posizioni. Infatti, il livello delle posizioni ad un determinato momento temporale è uguale al livello delle posizioni ad un momento temporale precedente più il saldo tra le attivazioni e le cessazioni intercorse tra i due momenti.
Il saldo tra numero di attivazioni e cessazioni di un trimestre è quindi pari alla differenza tra il numero di posizioni all’ultimo giorno del trimestre considerato e il numero di posizioni all’ultimo giorno del trimestre precedente. Analogamente, il saldo tra il numero di attivazioni e cessazioni occorse in quattro trimestri consecutivi è pari alla differenza tra il numero di posizioni all’ultimo giorno dell’ultimo trimestre considerato e il numero di posizioni all’ultimo giorno del trimestre precedente al primo. Questi due saldi si possono considerare rispettivamente una variazione congiunturale ed una variazione tendenziale (quindi annua) di posizioni lavorative.
Tali variazioni così calcolate risultano, in termini di metodo di misura, diverse da quelle pubblicate a partire da stock di posizioni lavorative come nella rilevazione Oros dell’Istat. Il motivo risiede nel fatto che, nei dati Istat il livello di posizioni lavorative è il livello medio del trimestre e non il livello in un giorno specifico del trimestre. Ne consegue che le variazioni congiunturali sono differenze tra i livelli medi di due trimestri consecutivi e le variazioni tendenziali sono differenze tra il livello medio di un trimestre e il livello medio dello stesso trimestre dell’anno precedente. L’obiettivo della rielaborazione dei dati CO è quello di rendere maggiormente confrontabili tali dati con le misure basate sugli stock medi.
Al tal fine occorre partire dai dati giornalieri di attivazioni e cessazioni ed operare nel modo seguente.
Partendo da un livello iniziale di posizioni, anche arbitrario, a un determinato giorno – il giorno finale f del trimestre t-1 (indicato con t-1f) – il livello di posizioni del giorno seguente, ovvero del giorno 1 del trimestre t sarà pari a:
Pt1= Pt-1f +(At1 – Ct-1f )
Ovvero alle posizioni al giorno f del trimestre t-1 più le attivazioni del giorno 1 del trimestre t meno le cessazioni del giorno f del trimestre t-1. La necessità di usare le cessazioni del giorno precedente deriva dal fatto che le posizioni cessate in un giorno non sono più attive dal giorno successivo.
Definendo con S t1=(At1 – Ct-1f ), il saldo tra attivazioni e cessazioni relativo al primo giorno del trimestre t, la precedente formula può essere espressa come:
Pt1= Pt-1f +S t1.
Allo stesso modo per il secondo giorno del trimestre avremo:
Pt2= Pt1 +(At2 – Ct1 )= Pt-1f +(At1 – Ct-1f )+ (At2 – Ct1 )= Pt-1f +S t1+S t2= Pt-1f +Sc t2.
Ovvero le posizioni al (la fine del) secondo giorno del trimestre t sono pari al livello iniziale di posizioni (quello alla fine del trimestre t-1) più il saldo giornaliero cumulato fino al secondo giorno del trimestre t (Sc t2).
Proseguendo di questo passo si possono calcolare gli pseudo-stock di posizioni per tutti i giorni del trimestre t, Pt1, Pt2,…, Ptf. Ciascuno di questi valori è pari al livello iniziale di posizioni più il saldo cumulato tra attivazioni e cessazioni fino al giorno in esame.
La media di tali pseudo stock sarà pari al livello medio di posizioni nel trimestre considerato (dato lo stock iniziale):
Pt=d=1fPtdf=Pt-1f+d=1fStdcf.
Continuando così si possono calcolare le posizioni per ogni giorno del trimestre t+1, t+2, etc. e le loro medie.
Figura 7. ATTIVAZIONI, CESSAZIONI E SALDI GIORNALIERI CUMULATI E LORO MEDIE TRIMESTRALI III trim. 2015 – IV trim. 2016
Fonte: Ministero del lavoro, Comunicazioni obbligatorie (rielaborate)
La differenza delle posizioni, così calcolate, tra il trimestre t+4 ed il trimestre t, rappresenta una variazione tendenziale paragonabile a quella che si può calcolare partendo da statistiche sugli stock della rilevazione Oros. Nella variazione, il numero di posizioni iniziali, uguale per tutti e due i trimestri, non influisce. Si può quindi dire che la variazione tendenziale è pari alla differenza tra la media dei saldi cumulati del trimestre t+4 e quella del trimestre t.
Un esempio del calcolo precedente è mostrato nel riquadro inferiore della figura 7 dove sono mostrati i saldi cumulati giornalieri e le medie trimestrali di tali saldi.
Dato che il saldo cumulato fino ad un determinato giorno è uguale alla differenza tra attivazioni cumulate e cessazioni cumulate (ritardate di un giorno) fino a quel giorno, la media trimestrale dei saldi cumulati è pari alla differenza tra la media trimestrale delle attivazioni cumulate e quella delle cessazioni cumulate. Ne deriva che la variazione tendenziale delle medie dei saldi cumulati è pari alla differenza tra le variazioni tendenziali delle medie delle attivazioni cumulate e quelle delle cessazioni cumulate.
Il riquadro superiore della figura 7 mostra il procedimento di calcolo delle attivazioni e cessazioni cumulate e delle loro medie trimestrali.
Tali variazioni tendenziali di medie di attivazioni (cessazioni) cumulate sono una misura della somma di attivazioni e cessazioni intervenute nei quattro trimestri intercorrenti tra i due trimestri della variazione tendenziale. Infatti tali variazioni coincidono, in sostanza, con le medie, su tutti i giorni di un trimestre, delle attivazioni (cessazioni) intercorrenti tra ciascun giorno e lo stesso giorno di quattro trimestri prima. Per questo motivo, nella presente pubblicazione, ci riferiamo ad esse come medie di somme mobili di attivazioni (cessazioni).
In modo simile si possono costruire le variazioni congiunturali delle attivazioni e cessazioni cumulate. Sono queste ultime misure che sono sottoposte a destagionalizzazione. La somma algebrica di tali attivazioni e cessazioni destagionalizzate, rappresenta la variazione congiunturale destagionalizzata delle posizioni lavorative.
E’ da notare che la rielaborazione in questione, che permette il calcolo di variazioni di stock medi trimestrali, produrrà dati di variazione tanto più diversi dall’elaborazione standard dei dati CO quanto più i flussi sono distribuiti in maniera disomogenea nel tempo. Di recente ciò è avvenuto nel quarto trimestre 2015 e particolarmente a dicembre dove si è registrato un flusso molto concentrato di attivazioni e trasformazioni a tempo indeterminato. I datori di lavoro hanno colto l’opportunità di assumere a tempo indeterminato con un forte incentivo entro il 31 dicembre 2015 perché, a seguito di una modifica legislativa approvata in quello stesso mese, la decontribuzione triennale introdotta all’inizio dell’anno sarebbe stata drasticamente ridotta dal primo gennaio 2016. Pertanto il livello medio del quarto trimestre 2015 delle posizioni a tempo indeterminato delle CO rielaborate risente del livello, più basso, delle posizioni prima dell’introduzione della modifica normativa (di ottobre e novembre). Ne consegue un’alta variazione tendenziale del quarto trimestre 2016. Nei flussi di attivazione e cessazione non rielaborati, come quelli INPS, la variazione tendenziale è calcolata tra il 31 dicembre 2016 ed il 31 dicembre 2015, data in cui tutte le attivazioni e trasformazioni a tempo indeterminato motivate dall’incentivo erano già avvenute. Ciò fa si che la variazione tendenziale risulti minore di quella calcolata sulle medie trimestrali.
Il trattamento dei saldi giornalieri
Per individuare, per ciascun giorno, il segno e la consistenza della dinamica occupazionale su base annua è necessario fare riferimento al saldo registrato nell’intero anno (somma algebrica dei saldi di tutti i 365 o 366 giorni antecedenti).
Per cogliere più nel dettaglio l’andamento di particolari fenomeni (come ad esempio gli effetti conseguenti all’insorgere dell’emergenza sanitaria relativa alla diffusione del Covid-19), il ricorso ai saldi giornalieri si rivela estremamente utile per la sua capacità di localizzare temporalmente gli shock occupazionali.
I saldi giornalieri, presenti negli approfondimenti delle Note trimestrali del 2020, sono stati elaborati secondo due metodologie e prospettive di analisi.
La prima, per individuare i saldi annualizzati, è analoga a quella seguita per il calcolo dei saldi trimestrali impiegati nella Nota congiunta, considerando come unità temporale il giorno.
La seconda cumula i dati giornalieri di attivazioni e cessazioni, a partire da un determinato giorno per uno specifico periodo temporale e confronta il saldo giornaliero cumulato così ottenuto con quello corrispondente, con la medesima metodologia, per lo stesso giorno dell’anno precedente, mettendo in evidenza la variazione tra i due anni relativamente al periodo osservato. Le variazioni delle attivazioni e delle cessazioni vanno interpretate come contributi alla variazione del saldo cumulato del periodo osservato. Per questo motivo il segno della variazione delle cessazioni nella rappresentazione grafica va interpretato come contributo alla variazione complessiva: è dunque positivo quando la differenza tra le cessazioni dell’anno t e quelle dell’anno t-1 è negativa (nell’anno t si hanno meno cessazioni rispetto all’anno t-1: le cessazioni diminuiscono e ciò genera una dinamica favorevole del saldo) ed è negativo quando invece la differenza è positiva (nell’anno t si hanno più cessazioni rispetto all’anno t-1: le cessazioni aumentano e ciò genera una dinamica sfavorevole del saldo).
Il trattamento del campo di osservazione
Per circoscrivere l’analisi al lavoro dipendente nell’ambito delle Comunicazioni obbligatorie sono state effettuate alcune scelte in merito al campo di osservazione, con particolare riferimento alla tipologia contrattuale. Sono inclusi nel perimetro del lavoro dipendente: i dipendenti a tempo indeterminato e determinato, l’apprendistato, il contratto d’inserimento lavorativo, il lavoro domestico, il tirocinio e la borsa lavoro, il lavoro nello spettacolo. Coerentemente sono stati esclusi: collaborazione coordinata e continuativa e occasionale, il lavoro o attività socialmente utile, il lavoro autonomo nello spettacolo, l’associazione in partecipazione, il contratto di agenzia. È stato altresì escluso il lavoro intermittente, che pure è una forma di rapporto di lavoro dipendente, per la peculiarità di tale rapporto che ha implicazioni sulle variazioni degli stock senza una comparabile variazione dell’input effettivo di lavoro. È escluso anche il lavoro in somministrazione, che pure è una forma di lavoro dipendente per l’azienda di somministrazione, perché i dati delle CO finora analizzati si riferiscono al solo modulo UNILAV che non copre tale forma di lavoro. Analogamente, anche il modulo UNIMARE, relativo ai lavoratori del personale viaggiante nel settore marittimo, non è ancora incluso nel sistema SISCO.
Riguardo alla tipologia contrattuale, nell’ambito dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, sono stati inclusi i contratti di apprendistato che l’art. 1 del D. Lgs. 167/2011 (c.d. Testo unico dell’apprendistato- ora sostituito dall’art. 41 D. Lgs. 81/2015) ha espressamente qualificato come contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato finalizzati alla formazione e alla occupazione dei giovani. Al termine del periodo formativo, le parti possono recedere dal contratto di apprendistato semplicemente rispettando il periodo di preavviso (di cui all’art. 2118 c.c.). Se nessuna delle parti esercita la facoltà di recesso il rapporto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Infine, con riferimento al settore di attività economica, si precisa che non è stata effettuata alcuna selezione, e dunque le posizioni considerate si riferiscono ai settori A-U dell’Ateco 2007.
Il numero delle posizioni lavorative nelle imprese di industria e servizi (Istat)
I dati relativi alle posizioni lavorative dipendenti derivano dalla rilevazione trimestrale Oros dell’Istat, che rilascia già da molti anni gli indici trimestrali sulle posizioni lavorative, le retribuzioni e il costo del lavoro, attualmente diffusi nel comunicato stampa “Il mercato del lavoro”. Le stime delle posizioni lavorative riferite alle unita? di piccola e media dimensione sono calcolati utilizzando dati di fonte amministrativa Inps sulle dichiarazioni contributive mensili (DM2013 virtuale). Per la stima relativa alle imprese con 500 e più dipendenti, i dati amministrativi vengono integrati con quelli dell’indagine mensile Istat sull’occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle Grandi Imprese. La popolazione oggetto della rilevazione è costituita da imprese e istituzioni private con dipendenti, di tutte le classi dimensionali, che hanno corrisposto nel trimestre di riferimento retribuzioni imponibili a fini contributivi e svolgono la loro attività economica nei settori dell’industria (sezioni di attività economica da B ad F della classificazione Ateco 2007) e dei servizi (sezioni da G a S ad esclusione di O). Per gli scopi di questa rilevazione, l’insieme degli occupati dipendenti comprende operai, impiegati e apprendisti, a prescindere dal tipo di contratto (tempo indeterminato, determinato, stagionale, ecc.) e dal tipo di prestazione lavorativa (tempo pieno, tempo parziale). Sono inclusi i dirigenti. I lavoratori in somministrazione vengono considerati dal lato delle società fornitrici e sono, quindi, inclusi nella sezione N “noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, come esplicitato nelle raccomandazioni dei regolamenti europei. Per ogni trimestre la rilevazione produce una stima provvisoria che può essere rivista per tre trimestri fino a quando viene pubblicata la stima definitiva, rilasciata dopo 12 mesi dalla prima diffusione. Le revisioni vengono effettuate per incorporare le informazioni che si rendono disponibili successivamente alla pubblicazione della prima stima.
L’Osservatorio sul precariato (Inps)
L’Osservatorio sul precariato pubblica dati sui lavoratori dipendenti e sui voucher venduti. Per i primi la fonte informativa è l’Uniemens, archivio amministrativo basato sulle denunce retributive e contributive individuali mensili inviate dai datori di lavoro. Per i secondi si utilizzano gli archivi amministrativi generati dai flussi informativi delle procedure di vendita e riscossione dei buoni lavoro.
Le denunce Uniemens vengono presentate mensilmente dal datore di lavoro entro il mese successivo a quello di competenza dei contributi. Il campo di osservazione è riferito ai lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli. Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione sono presi in considerazione esclusivamente i lavoratori degli Enti pubblici economici. Tra i lavoratori dipendenti inclusi nel collettivo osservato pertanto rientrano sia i lavoratori somministrati sia i lavoratori a chiamata (c.d. intermittenti).
Oggetto di rilevazione sono i flussi, vale a dire i movimenti dei rapporti di lavoro – assunzioni, cessazioni, trasformazioni – che intervengono nel periodo di riferimento. La contabilità dei flussi non coincide con quella dei lavoratori perché il medesimo lavoratore può risultare, nello stesso periodo di tempo, coinvolto in una pluralità di movimenti.
L’intervallo di tempo considerato intercorre tra gennaio e l’ultimo mese delle dichiarazioni Uniemens disponibili. I nuovi rapporti di lavoro sono distinti in assunzioni a tempo indeterminato, assunzioni a termine, assunzioni in apprendistato e assunzioni stagionali; analoga distinzione è proposta per i rapporti di lavoro conclusi (cessazioni). Separatamente si dà conto anche delle variazioni contrattuali di rapporti di lavoro esistenti, distinte in trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine o stagionali e di contratti di apprendistato.
La rilevazione degli infortuni sul lavoro (Inail)
Per le finalità del comunicato l’indicatore si riferisce al complesso delle denunce pervenute all’Inail relative alla popolazione di lavoratori dipendenti ed autonomi. Le uniche esclusioni riguardano le denunce d’infortunio relative alla tutela degli infortuni in ambito domestico (cosiddette “casalinghe”, Legge 493/1999), quelle relative al settore navigazione e quelle relative a studenti di scuole pubbliche-private (quest’ultima categoria è viceversa ricompresa nelle statistiche ufficiali pubblicate). Stante l’obbligo per l’Istituto di protocollare ogni denuncia pervenuta, anche senza titolo, si segnala che tra le categorie assicurate dall’Istituto a norma di legge non rientrano, principalmente e a titolo di esempio: forze armate e di polizia (sono assicurati invece i vigili urbani), corpo nazionale dei vigili del fuoco, liberi professionisti operanti individualmente, commercianti titolari di impresa individuale, giornalisti, dirigenti e impiegati dell’agricoltura (assicurati presso l’ENPAIA), agricoltori che svolgono l’attività a livello hobbistico, amministratori locali. Al riguardo, a decorrere dal 12 ottobre 2017 (art. 3, co.3-bis d.l. 244/2016 convertito con modificazioni dalla l. 19/2017), tutti i datori di lavoro – compresi quelli privati con lavoratori assicurati presso altri Enti o con polizze private, nonché i soggetti abilitati ad intermediazione – hanno l’obbligo di comunicare all’Inail, ai soli fini statistici e informativi, entro 48 ore dalla ricezione dei riferimenti del certificato medico, i dati relativi agli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. A partire dalla Nota congiunta del I trimestre 2019 le denunce sono comprensive di tali comunicazioni. Per l’analisi tendenziale i dati di ogni trimestre sono rilevati alla fine del mese di chiusura del trimestre oggetto di osservazione (es. i dati del IV trimestre 2016 sono rilevati al 31/12/2016 e confrontati con i dati del IV trimestre 2015 rilevati al 31/12/2015). In particolare sono considerate le denunce d’infortunio che riguardano eventi con data di accadimento nel trimestre di osservazione e data di protocollo inferiore od uguale alla data di rilevazione. È fornita la distinzione per modalità di accadimento “in occasione di lavoro” e “in itinere”. Le variazioni tendenziali riportate in tavola 1 (con valori in migliaia) sono calcolate sulle cifre intere.
L’analisi dell’effetto della componente demografica sulle variazioni tendenziali (Istat)
La dinamica della partecipazione al mercato del lavoro risente del progressivo invecchiamento della popolazione, dovuto al calo della natalità e all’aumento della vita media. Difatti, al netto dei movimenti migratori e naturali, la diminuzione della popolazione tra 15 e 49 anni è determinata dal passaggio dei 49enni alla classe di età successiva non compensato dall’ingresso dei 15enni; al contrario, la crescita della popolazione nella classe 50-64 anni è dovuta al maggiore numero di ingressi dei 49enni rispetto al passaggio dei 64enni alla classe di età successiva.
Al fine di analizzare l’impatto dei mutamenti demografici sulla stima delle variazioni tendenziali di occupati, disoccupati e inattivi nelle diverse classi di età, si possono utilizzare tecniche di standardizzazione della composizione per età della popolazione. In particolare, le variazioni tendenziali si scompongono come somma di due componenti: la prima è al netto della componente demografica, ipotizzando che non sia intervenuta alcuna variazione della popolazione rispetto a 12 mesi prima, in cui il fattore variabile è la distribuzione relativa per condizione professionale stimata in ciascuna classe di età; la seconda componente misura l’effetto che deriva dalle variazioni della popolazione a distanza di 12 mesi, nell’ipotesi che questo sia l’unico fattore a determinare un cambiamento nelle stime.
La correzione per la stagionalità e per gli effetti di calendario (Istat-Ministero del lavoro e politiche sociali)
La procedura di destagionalizzazione adottata è Tramo-Seats, basata su un approccio Reg-ARIMA. La procedura di correzione per gli effetti di calendario, laddove significativi, viene operata con il metodo di regressione (applicato utilizzando la procedura Tramo), il quale individua l’effetto del diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti, della presenza di festività nazionali civili e religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile attraverso l’introduzione di un regressore nel modello univariato che descrive l’andamento della serie.
Va, inoltre, ricordato che le variabili vengono destagionalizzate e corrette per gli effetti di calendario utilizzando il metodo indiretto, ossia aggregando le serie destagionalizzate per settore di attività economica e per tipologia contrattuale (nel caso delle attivazioni e cessazioni) sottostanti. In via generale, il metodo indiretto garantisce la coerenza tra le serie aggregate e le serie componenti, mentre le serie trattate direttamente possono differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione ovvero da metodo indiretto.
Per i dati relativi alle attivazioni, cessazioni e trasformazioni delle CO la brevità delle serie storiche disponibili implica un margine di errore relativamente elevato nell’identificazione della componente stagionale. Ne deriva la possibilità che l’usuale revisione degli indicatori destagionalizzati, conseguente alla ristima del modello in occasione dell’aggiungersi di un nuovo dato trimestrale, porti a modifiche significative del profilo congiunturale precedentemente stimato.
Prospetto 1. LE CARATTERISTICHE DELLE FONTI ORIGINALI DEI DATI SULL’OCCUPAZIONE
Comunicazioni obbligatorie (SISCO) UniEmens
(Osservatorio sul Precariato) Voucher
(Osservatorio sul lavoro accessorio) Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale
Istituzioni produttrici dei dati statistici Ministero del Lavoro Inps Inps Istat Istat Istat
Tipologia di fonte Fonte di tipo amministrativo (trattata statisticamente) basata sulla trasmissione telematica di comunicazioni relative ad eventi di attivazione, cessazione, proroga trasformazione di rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato (UNILAV) da parte dei datori di lavori Fonte di tipo amministrativo (trattata statisticamente) basata sulle denunce retributive e contributive individuali mensili fornite dalle aziende datrici di lavoro. Archivi amministrativi (trattati statisticamente) generati dai flussi informativi delle procedure di vendita e riscossione dei voucher detti anche buoni lavoro. Indagine campionaria CAPI-CATI riferita alla popolazione residente in famiglia, che permette di stimare il numero di persone occupate, disoccupate e inattive. Campione (a due stadi) annuale composto da oltre 250 mila famiglie residenti in Italia (per un totale di circa 600 mila individui) distribuite in circa 1.400 comuni. Rilevazione di tipo censuario realizzata attraverso l’integrazione tra:
dati dell’indagine mensile sulle grandi imprese con 500 e più dipendenti (GI);
dati di fonte amministrativa per le imprese con dipendenti di piccola e media dimensione e di grandi dimensioni non coperti dall’indagine mensile GI (denunce retributive e contributive Inps, DM2013 virtuale). Elaborazione di tipo statistico, che permette di stimare l’input di lavoro, attraverso l’integrazione e il confronto di fonti statistiche e amministrative e utilizzando metodi di stima indiretti.
Unità di rilevazione/Soggetti obbligati alla fornitura dei dati Datori di lavoro: sia imprese e istituzioni pubbliche (escluse le Forze Armate) sia famiglie (per il lavoro domestico), residenti in Italia. Datori di lavoro (Imprese e Enti pubblici economici) residenti in Italia che presentano le denunce retributive e contributive relative ai propri lavoratori dipendenti. Datori di lavoro (Imprese, Famiglie, Professionisti, ecc.) che utilizzano prestazioni di lavoro accessorio. Famiglie residenti sul territorio nazionale, Sono escluse le comunità e le convivenze (istituti religiosi, caserme, ecc.). Imprese e istituzioni private attive residenti in Italia con dipendenti.. Unità produttive residenti sul territorio economico del paese.
Dal lato dell’offerta di lavoro sono incluse le persone non residenti che lavorano presso unità di produzione residenti e sono escluse le persone residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul territorio economico del paese.
Copertura Occupazione dipendente regolare, parasubordinata, regolare,, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007.
E’ escluso il lavoro in somministrazione e, parzialmente, del settore marittimo.
Sono escluse le figure apicali quali, ad esempio, presidenti e amministratori delegati di società pubbliche e private. Occupazione dipendente regolare del settore privato e del settore pubblico (solo i lavoratori degli Enti pubblici economici), nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007.
Tra i lavoratori dipendenti sono inclusi i lavoratori stagionali, i lavoratori somministrati, e i lavoratori a chiamata (intermittenti).
Sono, invece, esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli. Prestazioni lavorative di “natura” accessoria e occasionale, attualmente definite da un limite economico sul compenso del lavoratore, che nell’anno solare non può superare un determinato tetto, e dalla forma di corresponsione dello stesso, tramite buoni lavoro. Occupazione dipendente e indipendente, regolare o irregolare, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 20077. Occupazione dipendente regolare, nei settori di attività economica di industria e servizi, da B a S, escluso O, dell’Ateco 2007.
Occupazione dipendente e indipendente, regolare e irregolare, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007.
Prospetto 1 (segue). LE CARATTERISTICHE DELLE FONTI ORIGINALI DEI DATI SULL’OCCUPAZIONE
Comunicazioni obbligatorie (SISCO) UniEmens
(Osservatorio sul Precariato) Voucher
(Osservatorio sul lavoro accessorio) Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale
Unità di analisi Rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato che interessano cittadini italiani e stranieri . Datori di lavoro (imprese e istituzioni), lavoratori dipendenti e rapporti di lavoro dipendente. Datori di lavoro (Imprese, Famiglie, Professionisti, ecc.) che utilizzano prestazioni di lavoro accessorio, lavoratori remunerati tramite buoni lavoro. Individui di 15 anni e più residenti in famiglia. Unità funzionali delle unità economiche (Imprese e istituzioni private) con dipendenti. Per le grandi imprese vengono utilizzate direttamente le unità funzionali, per i dati amministrativi le unità funzionali sono approssimate dalle imprese e istituzioni private. Input di lavoro totale: occupati interni, posizioni lavorative, ore effettivamente lavorate e unità di lavoro equivalenti a tempo pieno ULA.
Definizione di occupazione
Il rapporto di lavoro è definito dalla relazione tra datore di lavoro (identificato dal codice fiscale/PIVA) e il lavoratore (identificato dal codice fiscale).
Il rapporto di lavoro è un concetto assimilabile a quello di posizione lavorativa.
Il rapporto di lavoro è definito dalla relazione tra datore di lavoro (identificato dalla matricola aziendale) e il lavoratore (identificato dal codice fiscale).
Il rapporto di lavoro è un concetto assimilabile a quello di posizione lavorativa.
La prestazione di lavoro, (definita dalla relazione tra datore di lavoro identificato dal codice fiscale e il lavoratore identificato dal codice fiscale) è per sua natura accessoria e occasionale. Occupati: persone di 15-89 anni che nella settimana di riferimento:
hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;
sono assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;
sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro;
sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento);
sono assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi. Le posizioni lavorative definite come il numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti con un contratto di lavoro (a tempo pieno e a tempo parziale), indipendentemente dalle ore lavorate.
Sono inclusi anche i lavoratori che, legati all’unità produttiva da regolare contratto di lavoro, sono temporaneamente assenti per cause varie quali: ferie, permessi, maternità, cassa integrazione guadagni, solidarietà, ecc. L’input di lavoro che contribuisce al prodotto interno lordo (PIL) realizzato dal sistema economico nel periodo di riferimento è misurato tramite tre definizioni di occupazione:
occupati interni (persone residenti e non residenti occupate nelle unità produttive residenti)
posizioni lavorative (posti di lavoro ricoperti dagli occupati interni)
unità di lavoro (ULA) (posizioni equivalenti a tempo pieno).
Inoltre si stimano le ore effettivamente lavorate da tutte le posizioni lavorative (monte ore lavorate).
Occupati e posizioni lavorative includono i lavoratori temporaneamente assenti per Cig.
Le ULA sono calcolate al netto della Cig. Le ore effettivamente lavorate includono gli straordinari ed escludono le ore di Cig, ferie, malattia, permessi.
Prospetto 1 (segue). LE CARATTERISTICHE DELLE FONTI ORIGINALI DEI DATI SULL’OCCUPAZIONE
Comunicazioni obbligatorie (SISCO) UniEmens
(Osservatorio sul Precariato) Voucher
(Osservatorio sul lavoro accessorio) Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale
Principali indicatori e loro misura
Indicatori:
Flussi trimestrali di attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro.
Lavoratori interessati da almeno un evento di attivazione o cessazione.
Numero medio di eventi di attivazione o cessazione per lavoratore.
Riferimento temporale:
Il conteggio dei flussi va dal primo all’ultimo giorno del trimestre.
Variazioni considerate rispetto a
allo stesso trimestre dell’anno precedente, senza tener conto degli eventi accaduti nei trimestri intermedi. Indicatori:
Flussi mensili di attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro.
Trasformazioni/Variazioni contrattuali di rapporti di lavoro esistenti (da t.det a t.indet.; da apprendistato a t.indet.).
Rapporti di lavoro agevolati (esonero contributivo).
Variazione netta (saldo) dei rapporti di lavoro (a t. indet., a t. det., apprend, lav. stag.)
Riferimento temporale:
Il conteggio dei flussi va dal primo all’ultimo giorno del mese.
Variazioni considerate rispetto a
allo stesso periodo dell’anno precedente, considerando tutti i mesi disponibili (dal primo all’ultimo mese dell’anno).
Saldo mobile annualizzato (somma mobile degli ultimi 12 mesi), che tiene conto degli eventi accaduti negli altri mesi dell’anno. Assimilabile ad una variazione tendenziale.
Indicatori:
Numero di buoni lavoro venduti, numero di prestatori di lavoro accessorio.
Riferimento temporale:
Anno e mese di vendita dei buoni lavoro, anno di svolgimento dell’attività da parte dei prestatori.
Variazioni considerate rispetto a
allo stesso periodo dell’anno precedente, considerando tutti i mesi disponibili (dal primo all’ultimo mese dell’anno).
Indicatori:
Consistenza (stock) degli occupati (dipendenti e indipendenti), dei disoccupati, degli inattivi e dei relativi tassi.
Riferimento temporale:
Settimana cui si riferiscono le informazioni raccolte (in genere quella che precede l’intervista). Nell’arco dell’anno, le informazioni vengono rilevate attraverso la distribuzione uniforme del campione familiare in tutte le settimane.
Stima:
Media trimestrale degli stock settimanali.
Variazioni considerate rispetto a
al trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
Allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze), tenendo conto di quanto accaduto in tutti i trimestri del periodo considerato. Indicatori:
Consistenza (stock) delle posizioni lavorative dipendenti
Vengono rilasciati solo indici in base 2015=100.
Riferimento temporale:
Le posizioni lavorative vengono rilevate ogni mese. Nei dati di fonte amministrativa vengono conteggiate tutte le posizioni lavorative dipendenti con un contratto di lavoro anche di un solo giorno nel mese; nei dati d’Indagine lo stock mensile si ottiene come media fra lo stock di dipendenti a inizio e a fine mese.
Stima:
Media trimestrale degli stock mensili.
Variazioni considerate rispetto a
al trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
Allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze), tenendo conto di quanto accaduto in tutti i trimestri del periodo considerato.
Indicatori:
Consistenza (stock) degli occupati interni, delle posizioni lavorative, delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (ULA), del monte ore lavorate.
Riferimento temporale:
Occupazione media del periodo (trimestre e anno).
Variazioni considerate rispetto a
al trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).
Allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze), tenendo conto di quanto accaduto in tutti i trimestri del periodo considerato.
Prospetto 1 (segue). LE CARATTERISTICHE DELLE FONTI ORIGINALI DEI DATI SULL’OCCUPAZIONE
Comunicazioni obbligatorie (SISCO) UniEmens
(Osservatorio sul Precariato) Voucher
(Osservatorio sul lavoro accessorio) Rilevazione sulle forze di lavoro Indicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese) Contabilità nazionale
Periodicità di diffusione e dettaglio territoriale dei dati A cadenza trimestrale: indicatori a livello nazionale e regionale. A cadenza mensile: indicatori a livello nazionale e regionale. A cadenza mensile per i buoni lavoro venduti e annuale per i prestatori.Iindicatori a livello nazionale e regionale.
A cadenza mensile e trimestrale: stime indicatori a livello nazionale.
A cadenza trimestrale: stime indicatori nel dettaglio regionale.
A cadenza annuale: stime degli indicatori nel dettaglio provinciale.
A cadenza trimestrale: stime degli indicatori a livello nazionale. A cadenza annuale e trimestrale: stime dell’input di lavoro a livello nazionale.
A cadenza annuale: stime dell’input di lavoro nel dettaglio regionale e provinciale.
Tempestività 50 giorni rispetto al trimestre di riferimento. 48 giorni rispetto al mese di riferimento. 48 giorni rispetto al mese di riferimento per i buoni lavoro venduti.
3 mesi rispetto all’ultimo anno per i prestatori.
68 giorni rispetto al trimestre di riferimento. 68 giorni rispetto al trimestre di riferimento. 60 giorni rispetto al trimestre di riferimento
(stima provvisoria).
Riferimento all’ultima diffusione Percorso parlante:
http://www.lavoro.gov.itTemi e priorità > Occupazione > Studi e Statistiche > Nota trimestrale delle Comunicazioni obbligatorie
Link diretto:
Studi e statistiche SISCOPercorso parlante: http://www.inps.it Dati e analisi > Osservatori statistici > Osservatorio sul precariato
Link diretto:
Osservatorio PrecariatoPercorso parlante: http://www.inps.it Dati e analisi > Osservatori statistici > Osservatorio sul lavoro accessorio
Link diretto:
Osservatorio Lavoro accessorioPercorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
Link diretto:
Il mercato del lavoro- una lettura integrataPercorso parlante: http://www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro
Link diretto:
Il mercato del lavoro- una lettura integrataI dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat)
Prospetto 2. CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLE FONTI ORIGINALI DEI DATI SULL’OCCUPAZIONE
Mlps- SiscoInps- Osservatorio precariato Inps- osservatorio lavoro accessorio Istat-RflIstat-Oros Istat-CN
Tipologia di fonte
Amministrativa x x x x x
Rilevazione campionaria x x
Rilevazione censuaria x
Elaborazioni statistiche sulla base di fonti integrate x
Unità di rilevazione/Soggetti obbligati alla fornitura dei dati
Domanda
Datori di lavoro privati (esclusi datori di lavoro domestico e agenzie di somministrazione) x x x x (a) x
– Datori di lavoro domestico x x x
– Agenzie di somministrazione x x x
Pubbliche Amministrazioni x x (b) x x
Offerta
Famiglie/individui x x
Copertura: tipologie contrattuali
Lavoro indipendente x x
Lavoro parasubordinato x x x
Lavoro dipendente settore pubblico x x (b) x x
Lavoro dipendente settore privato (esclusi operai agricoli, domestico e somministrazione) x x x x (c) x
– Operai agricoli x x
– Lavoro domestico x x
– Lavoro in somministrazione x x x x
Lavoro accessorio (voucher) x x x
Copertura: sezioni attività (Ateco 2007)
A-Agricoltura, silvicoltura e pesca x x (d) x x x
B-F Industria x x x x x x
G-N Servizi di mercato x x x x x x
O-Amministrazione pubblica e difesa; ass. sociale obblig. x x (b) x x x
P-Istruzione x x (e) x x x (e) x
Q-Sanità e assistenza sociale x x (e) x x x (e) x
R-Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento x x (e) x x x (e) x
S-Altre attività di servizi x x x x x x
T-Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro domestico; ecc. x x x x x
U-Organizzazioni e organismi extraterritoriali x x x x x
Unità di analisi
Attivazioni, trasformazioni, proroghe e cessazioni di rapporto di lavoro x x
Lavoratori interessati da rapporto di lavoro x
Voucher venduti e prestatori di lavoro accessorio x
Posizioni lavorative/Rapporti di lavoro x x x x
Occupati, disoccupati, inattivi x
ULA x
Ore lavorate x
Indicatori
Flussi trimestrali x
Flussi mensili x x
Flussi giornalieri x Media trimestrale stock settimanali x
Media trimestrale stock mensili x
Media trimestrale stock x
(a) Esclusi i proprietari di fabbricati (b) Solo Enti pubblici economici (c) Esclusi tutti i lavoratori agricoli (d) Esclusi gli operai agricoli (e) Esclusi i dipendenti delle istituzioni pubbliche