
(AGENPARL) – sab 11 giugno 2022 Lo scorso mese di maggio il Tar del Lazio ha messo definitavemente fine alle speranze di militari poliziotti, carabinieri, ex forestali e finanzieri che avevano presentato ricorsi amministrativi per reclamare contro il mancato avvio della previdenza complementare.
A seguito delle recentissime dichiarazioni di inammissibilità pronunciate dalla 4 Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale migliaia di appartenenti ai Comparti Sicurezza Difesa e Soccorso Pubblico, promotori di numerose azioni legali collettive, sono stati condannati in solido tra loro al pagamento delle spese di giudizio. Ciò significa che ciascuno di essi si vedrà recapitare dalle amministrazioni vittoriose, costituitesi in giudizio, l’invito al pagamento della somma stabilita dal Giudice per ogni singolo ricorso che, per quanto si legge nelle sentenze pubblicate lo scorso mese di maggio, va dai 5.000 ai 20.000 euro (oltre IVA 22% e C.P.A. 4%). Decorso inutilmente il termine concesso per il pagamento, generalmente 30 giorni, le Amministrazioni dovranno procedere al recupero di dette somme con l’iscrizione al ruolo presso l’Agenzia delle Entrate – Riscossioni.
In vista del prossimo avvio delle procedure negoziali per il rinnovo del contratto di lavoro già scaduto lo scorso 31 dicembre, constatata la definitiva chiusura da parte di giudici amministrativi, siamo certi che i sindacati maggiormente rappresentativi del personale delle Forze di polizia e il Cocer, che nonostante l’entrata in vigore della legge sulle libertà sindacali dei militari continuerà a dover rappresentare il personale delle Forze armate, sapranno porre in essere ogni azione di loro esclusiva competenza per raggiungere un accordo per l’avvio della previdenza complementare.
Sindacato dei Militari