
(AGENPARL) – gio 09 giugno 2022 Inositolo: la molecola dalle proprietà benefiche per le donne e gli uomini
Ci sono sempre più evidenze scientifiche, pubblicate su prestigiose riviste internazionali, che confermano quanto l’inositolo abbia un effetto positivo, non solo nel correggere i disturbi endocrinometabolici, legati alla sindrome dell’ovaio policistico, quali iperandrogenismo, iperglicemia, aumentata resistenza insulinica, ma anche nel dare nuova speranza a chi ha problemi legati all’infertilità .
Roma, 9 giugno 2022 – Cereali, frutta secca, lecitina di soia, riso integrale, grano saraceno, avena, orzo, arance, fragole e tra le verdure piselli e cavolfiore, sono ricchi di questa molecola primordiale su cui gli scienziati, da circa 20 anni, stanno concentrando gli studi che ne evidenziano le proprietà benefiche. Tra i maggiori esperti al mondo, come riporta il sito Expertscape, l’organizzazione internazionale votata al ranking di specialisti e strutture nazionali d’eccellenza a livello globale per garantire ai pazienti un più facile accesso alla ricerca e alle cure, c’è il professor Vittorio Unfer, autore di centinaia pubblicazioni e abstract su periodici nazionali ed internazionali sulla ricerca legata a questa molecola. “L’inositolo – spiega Vittorio Unfer – non è una vitamina anche se spesso riconosciuta come vitamina B7, perché, a differenza di queste, l’organismo è in grado di sintetizzarlo in quantità sufficiente, per cui ricade nella classe delle pseudovitamine.E’ efficace nella cura dell’ovaio policistico nel 70% dei casi. Indurre l’ovulazione in 7 pazienti su 10 – sottolinea – non significa guarirle, poiché la policistosi ovarica deriva da una predisposizione genetica, ma permette a donne di essere fertili nel momento in cui effettuano la cura. Trattamento dal quale è possibile trarre ottimi risultati anche in soli due mesi di somministrazione. I successi ottenuti, attraverso il myo-inositolo, potrebbero rappresentare anche una nuova speranza alla Pma (procreazione medicalmente assistita). Non è la soluzione, ma può esserlo nei casi in cui l’infertilità sia causata da un’anovulazione. L’età della coppia è un fattore decisivo se si decida di optare o meno per questo trattamento. Nelle donne oltre i quarant’anni, di solito, è consigliabile intervenire in modo immediato, ricorrendo direttamente alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Negli ultimi anni decenni – prosegue Vittorio Unfer – l’infertilità maschile ha mostrato un aumento significativo associato al declino della conta spermatica del 50-60%. 30 milioni di uomini nel mondo sono infertilicon un’incidenza superiore in Europa Centrale e in generale in Occidente. Con lo scopo di migliorare le performance riproduttive, negli ultimi anni è stato valutato l’utilizzo del myo-inositolo (MI) nella pratica clinica. Numerosi studi hanno dimostrato, infatti, che l’integrazione con myo- inositolo non solo migliora alcune caratteristiche spermatiche, ma anche i profili ormonali e metabolici nei pazienti subfertili.” Di recente è uscito il primo position paper, pubblicato suInternational Journal of Molecular Sciences in cui è stato dato ampio risalto alle evidenze cliniche sull’uso degli inositoli nell’ambito della riproduzione femminile e maschile, alla prevenzione del diabete gestazionale e dei difetti del tubo neurale.L’esperto racconta infine degli studi sul D-chiro-inositolo (DCI). “Questa molecola, pur essendo quasi gemella del myo-inositolo, ha un comportamento completamente diverso. Abbiamo scoperto essere in grado di riequilibrare il testosterone sia nel genere maschile che femminile. Gli effetti possono essere tarati attraverso la quantità somministrata e la durata del trattamento. Non si tratta, dunque, solo di una medicina che tiene conto del genere del paziente, maschio o femmina, ma anche della sua condizione individuale (età, peso corporeo, situazione fisiopatologica), così da ottenere una terapia sempre più precisa ed efficace”.