
(AGENPARL) – mar 31 maggio 2022 L’esercizio del diritto di difesa è sacro ed inviolabile ma altrettanto sacro ed inviolabile è l’esercizio della giurisdizione che compete esclusivamente al giudice naturale precostituito per legge.
La rigorosa osservanza di tali principi costituzionali impone, nella dialettica processuale, il riconoscimento formale e sostanziale dei rispettivi ruoli.
I rapporti tra la magistratura beneventana e l’avvocatura sono stati sempre improntati a tali principi e perciò stupisce, e non poco, come un episodio isolato e circoscritto, i cui contorni sono ancora da chiarire, abbia potuto produrre una reazione così eclatante da parte degli organismi dell’avvocatura fondata su un’istruttoria all’evidenza sommaria e unilaterale. Un approfondimento preventivo con la interlocuzione con chi ha la responsabilità dell’ufficio avrebbe molto probabilmente consentito di accertare le ragioni della reazione del giudice, che si ricorda ha la disciplina dell’udienza e ha il dovere di garantire il suo ordinario svolgimento, e di comporre la frizione avutasi in aula.
D’altra parte non si è avuto modo di registrare mai episodi o comportamenti dei giudici limitanti le funzioni svolte dai difensori né atteggiamenti aggressivi e prevaricatori degli avvocati, il cui garbo conosciamo ogni giorno nelle aule di udienza.