
(AGENPARL) – lun 30 maggio 2022 ARCHIVIO VINCENZO AGNETTI
Filippo Manzini
Performance nell’ambito della mostra
Spazio/Territorio
Quattro artisti: un dialogo con Vincenzo Agnetti
Sergio Limonta, Filippo Manzini, Cesare Pietroiusti, Luca Vitone
A cura di Giorgio Verzotti
Archivio Vincenzo Agnetti
Milano
31 maggio alle ore 19
L’Archivio Agnetti presenta martedì 31 maggio alle ore 19 la performance di Filippo Manzini nell’ambito della mostra Spazio/Territorio. Quattro artisti: un dialogo con Vincenzo Agnetti, a cura di Giorgio Verzotti, che inaugura il nuovo ciclo “Andata e Ritorno” per mettere a confronto le opere di Agnetti con quelle di artisti di generazioni più giovani per esplorare come questi considerino la portata concettuale della sua opera e come possa essere riletta alla luce delle esigenze culturali di oggi.
Un’azione performativa di Filippo Manzini interviene negli spazi di Archivio Agnetti, approfittando della sua morfologia, dà origine a due nuove sculture site specific attraverso una misurazione dello spazio. Con interventi/spostamenti minimi Filippo Manzini innesta sottili perturbazioni nella normale percezione dell’architettura che ospita le sue opere/azioni. Per l’artista, fondamentale è sempre il rapporto col contesto: una serie di fotografie rilegge anche le sue azioni negli spazi urbani.
Il progetto espositivo Spazio/Territorio verte sullo spazio a partire dai concetti elaborati da Vincenzo Agnetti, in particolare la dicotomia spazio/territorio e ciascuno dei quattro artisti – Sergio Limonta, Filippo Manzini, Cesare Pietroiusti, Luca Vitone – espone un’opera in relazione a una o più opere di Agnetti.
Pietroiusti affronta lo spazio istituzionale, il “Corfine” (la cornice del quadro, ma anche quella dell’intero sistema dell’arte, definisce un confine) realizzando opere che si possono prendere gratuitamente dagli spazi espositivi, ma che non possono essere vendute pena la perdita di ogni valore economico: all’istituzione si risponde col paradosso, una pratica molto frequentata da Agnetti.
Sergio Limonta invece mette a confronto le sue bandiere appiattite con quelle elaborate da Agnetti nella definizione di uno spazio geopolitico.
Filippo Manzini realizza fotografie in bianco e nero e a colori in cui lo si vede intervenire negli spazi urbani con le sue sbarre metalliche come sculture effimere. L’artista identifica spazio esistenziale, come quello a cui alludono alcuni feltri di Agnetti, per esempio “Abitato dalle cose e dal respiro”.
Luca Vitone espone alcuni suoi lavori sulle comunità Rom, il popolo nomade opposto ad ogni territorialità uno fra i concetti centrali indagati da Agnetti con i suoi feltri, le grafiche e gli assiomi sull’argomento, fra tutti “Misurare lo spazio è solo e solo un gesto di appropriazione territoriale”.
L’Archivio pubblicherà un Quaderno di approfondimento che raccoglierà le mostre 2022/2023 del nuovo ciclo “Andata e Ritorno”.
