
(AGENPARL) – ven 13 maggio 2022 Il Maestro Guido Strazza a Cuneo
mostra e donazione per celebrare un estro artistico senza precedenti
Domenica 5 giugno 2022 alle ore 17.00 nelle sale di Palazzo Samone, in via Amedeo Rossi a Cuneo, sarà inaugurata la mostra “Il segno e la luce. Guido Strazza attraverso le immagini del suo archivio”.
La mostra, promossa e realizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, curata da Luisa De Marinis e da Simona Turco, dopo una lunga esposizione nella sede dell’Istituto a Roma e per gentile prestito della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (depositaria dell’archivio Strazza), ha come principale intento quello di presentare alla Città di Cuneo la figura di Guido Strazza, artista tra i grandi protagonisti del ‘900, e otto sue opere generosamente da lui donate al Museo Civico della nostra città.
Attraverso un’accurata scelta di fotografie la mostra narra il lungo viaggio di vita di Guido Strazza, dalla passione per il volo all’amicizia con Filippo Tommaso Marinetti e al suo aderire al movimento di aeropittura futurista, dal lungo viaggio in Sud America che lo porterà a partecipare alle prime esposizioni internazionali come le Biennali di San Paolo in Brasile, al suo ritorno in Italia in città quali Venezia, Milano, Roma… in quell’epoca realtà fertilissime per l’arte contemporanea.
Sarà inoltre editato un libro-catalogo, realizzato per la mostra a Roma, ma aggiornato ed integrato in occasione di questa edizione di Cuneo dell’esposizione.
Al termine dell’esposizione le 8 opere, appositamente scelte a Roma nello studio dell’artista da Luca Arnaudo, esperto d’arte e grande conoscitore del lavoro di Strazza, entreranno a far parte del percorso museale nell’ambito di un innovativo progetto che si è posto l’ambizioso obiettivo di promuovere e diffondere l’arte contemporanea attraverso canali e percorsi originali e in centri differenti, un connubio suggestivo tra testimonianze etnografiche, ritrovamenti archeologici ed opere di arte sacra con opere contemporanee felicemente e antropologicamente in dialogo con le altre collezioni esposte, sollecitando visitatori e studenti a instaurare collegamenti di tipo semico fra antico e contemporaneo.
Si ringraziano la direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Cristiana Collu, la curatrice dell’Archivio della Galleria, di cui le fotografie fanno parte, Claudia Palma, il direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Carlo Birrozzi e la dott.ssa Luisa De Marinis, il prof. Luca Arnaudo, ed il prezioso contributo organizzativo di Daniela Ruzzenenti e dello Storico dell’Arte Gianluca Murasecchi responsabili dello studio dell’Artista.
La mostra a Cuneo è stata resa possibile grazie al contributo della Fondazione CRC.
L’esposizione sarà aperta al pubblico e gratuitamente visitabile dal 5 al 26 giugno 2022, nei giorni di venerdì, sabato e domenica, dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Guido Strazza (Santa Fiora 1922)
Inizia giovanissimo l’attività artistica sotto la guida di Marinetti che nel 1942 lo invita alle mostre di aeropittura, a Palazzo Braschi a Roma e alla Biennale di Venezia. Si laurea in ingegneria a Roma nel 1946 ma dopo due anni abbandona la professione per dedicarsi alla pittura. Parte per il Sud America, visita Cile, Brasile e Perù dove sviluppa un vasto interesse per l’arte preincaica. A Rio de Janeiro Fayga Ostrower lo inizia alle tecniche incisorie, a San Paolo espone alla Biennale d’Arte nel 1951 e nel 1953. Rientra in Italia nel 1954 e apre uno studio a Venezia. Dal 1957 al 1963 vive a Milano e realizza i racconti segnici e le lunghe pitture su rotolo e gli studi sulle Metamorfosi delle forme, raccolti in una serie di cicli pittorici a tema dedicati al paesaggio nel 1956, ai Balzi Rossi nel 1958 e al Paesaggio Olandese nel 1961. Torna quindi a Roma e, tra il 1964 e il 1967, frequenta il laboratorio della Calcografia Nazionale dove approfondisce il linguaggio dell’incisione. Il risultato di questa esplorazione viene presentato nel 1968 alla Biennale di Venezia dove espone in una sala personale. Nel 1979 Scheiwiller pubblica il suo libro “Il gesto e il segno” ed espone a Palazzo Reale a Milano la serie Trama quadrangolare. Seguiranno altri cicli di pittura e incisione: Segni di Roma, Cosmati, Giardino di Euclide, Aure e Archi. Nel 1984 ha nuovamente una sala personale alla Biennale di Venezia. Tra le tante mostre degli anni a seguire si ricordano l’antologica alla Calcografia Nazionale del 1990, quella alla Basilica Palladiana di Vicenza nel 2005 e la grande antologica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna nel 2017. Si dedica con passione alla docenza e insegna anche alla Calcografia Nazionale, alla Wesleyan University, all’Università di Siena, all’Accademia di Belle Arti di Roma, di cui è poi direttore e alla Scuola Libera di Grafica di Matera. Le sue opere sono conservate anche al British Museum di Londra, al Ludwig di Colonia, allo Stedelijk di Amsterdam, ai Musei Vaticani, agli Uffizi, al Mart di Rovereto, alla Ca d’Oro a Venezia e alla Gnam di Roma, che acquisisce il suo archivio. Ottiene vari riconoscimenti, tra cui: il Premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei nel 1988 per la grafica e nel 2003 per l’incisione, il Premio “Cultori di Roma” nel 2002, il premio Vittorio De Sica per le arti visive nel 2014 e altri. È membro della Koninklijke Vlaamse Academie van België, dell’Istituto Nazionale di Studi Romani e dell’Accademia Nazionale di San Luca, che presiede nel 2011-12.