
(AGENPARL) – mer 04 maggio 2022 Segreteria Nazionale
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Agricoltura, Europa: bene Draghi, rivedere anche Pac e transizione ecologica
Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza
“Nessuno intende rinnegare la scelta della transizione ecologica ma, alla luce delle tragiche novità
che l’Europa sta vivendo, tempi e modi di questa transizione vanno rapidamente ripensati. Il mondo
ha fame e le persone non hanno risorse sufficienti ad arrivare a fine mese. Confermare scelte che
nella nuova realtà risultano sbagliate, vuol dire rischiare forti tensioni sociali e l’aumento di
disuguaglianze che già oggi sono evidenti”. Così il segretario generale della Uila-Uil Stefano
Mantegazza.
“Concordiamo pienamente con la posizione espressa ieri dal presidente del consiglio Mario Draghi
a Bruxelles e siamo anche noi convinti che le istituzioni europee siano inadeguate rispetto alla
nuova realtà con cui oggi dobbiamo fare i conti e che occorra una transizione verso un modello
economico e sociale più giusto e sostenibile che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni
in corso, dall’economia, all’energia, alla sicurezza, anche con un percorso che porti alla revisione
dei Trattati” prosegue Mantegazza “Soprattutto, riteniamo che questa esigenza valga anche per la
Politica agricola comune e che occorra una mobilitazione a livello europeo di sindacati e imprese
per chiedere un cambiamento di rotta”.
“Non abbiamo elementi utili per stabilire quale sia la modalità migliore per aggiornare la Pac
rispetto alla nuova, tragica, realtà europea: non sappiamo se sia più utile un rinvio di 12 mesi o se si
possa intervenire subito per correggere una serie di scelte e di obiettivi che appartengono al copione
di un film che non esiste più. Abbiamo una unica certezza: il treno della PAC, come la locomotiva
di una nota canzone di Guccini, corre su un binario morto e rischia di far deragliare tutta
l’agricoltura europea. Un esempio su tutti la riduzione dell’uso dei pesticidi, del 50% entro il 2030,
porta con sé una riduzione della produzione, in quantità e qualità e un aumento dei prezzi che oggi,
a maggior ragione, l’Unione non può permettersi” conclude Mantegazza.