
(AGENPARL) – lun 25 aprile 2022 VERONA, 25 aprile 2022
FESTA DELLA LIBERAZIONE
Cittadine e cittadini di Verona e della provincia, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose, delle Forze dell’Ordine, delle organizzazioni economiche, sociali, sindacali, del volontariato, delle associazioni d’Arma, partigiane, dei deportati.
A tutti porgo il mio saluto e ringraziamento per aver voluto condividere la celebrazione della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista e la conclusione del 2° conflitto mondiale.
Settantasette anni sono trascorsi dal 25 aprile 1945 e nonostante il tempo lungo che ci separa ormai da quegli eventi, ancora non è sopito il dibattito su di essi e sul senso profondo della festa della Liberazione.
Tra chi per scelta di parte se ne sente escluso, chi di contro ne fa la propria esclusiva bandiera identitaria, chi evidenzia la sconfitta nella guerra mondiale, chi invece la vittoria del popolo che seppe resistere: in molti casi purtroppo il 25 aprile finisce con il diventare l’occasione per dividersi piuttosto che per unirsi, con la conseguenza di rendere questa giornata un unicum nel calendario delle ricorrenze legate alla storia nazionale.
E ciò anche ora che i protagonisti di quegli anni non ci sono quasi più. Anzi, forse per un verso la mancanza di sintonia si è accentuata con il venir meno delle voci e delle figure che attraversarono e segnarono con le loro scelte un’epoca decisiva anche per le nostre vite, e penso a Sandro Pertini per tutti. La nostra resistenza – diceva Sandro Pertini – consiste oggi nel difendere le posizioni che abbiamo conquistato ossia nel difendere la Repubblica e la democrazia.
La forza della democrazia è il tema centrale sul quale si è svolta la riflessione di Norberto Bobbio per il quale il 25 aprile costituisce il momento non tanto per rievocare quegli eventi, quanto per farli capire a coloro che ancora mostrano di non averli capiti.
Ed infatti se è vero che la Resistenza fu la lotta di una parte in cui convergevano però ideologie diverse rivolte all’unico obiettivo di contrastare il nazi-fascismo per la salvezza della patria, negli stessi mesi molte città si sollevarono dal sud al nord Italia, consentendone la liberazione prima dell’arrivo degli eserciti alleati.
La Festa della Liberazione è quindi una grande festa patriottica, forse la più grande, perché senza la liberazione e senza il sacrificio di chi lottò per la libertà propria e dell’intera nazione non ci sarebbe stata la Repubblica italiana, la democrazia, la Costituzione, appunto l’Italia così come è oggi.
Da quella lotta per la libertà scaturisce un patrimonio politico e morale che è un bene prezioso che va difeso e portato avanti, perché racchiude l’essenza di quel Risorgimento, un secondo Risorgimento, al quale, come venne scritto nel 1955 nel decennale della liberazione, può paragonarsi il moto di rinnovamento espresso dalla Resistenza.
Un percorso ideale che trova la sua corrispondenza nel percorso reale attraverso luoghi dispersi in ogni parte d’Italia, dove i resistenti – fossero partigiani, civili o militari – trovarono la morte.
Quasi un pellegrinaggio, come quello che compiremo tra poco per le strade di Verona, per rendere omaggio, in piazza Viviani, presso la Sinagoga e in piazza Bra alle lapidi e ai monumenti che ricordano quel sacrificio spinto all’estremo per resistere al nemico e ad una ingiusta occupazione del proprio Paese, lottando per la sua libertà e per guadagnare per esso una pace vera, giusta. E’ con una commozione speciale che viviamo oggi questo itinerario doloroso, mentre è in corso una guerra in Europa.
Il pensiero corre agli eventi tragici dell’Ucraina e alle sofferenze di quel popolo. Agli Ucraini va la nostra solidarietà piena e la nostra amicizia incondizionata con l’auspicio che anch’essi possano conquistare una pace vera e giusta sulla quale fondare una via di democrazia e di libertà.
Buona Festa del 25 aprile a tutti.
Donato Cafagna
Prefetto di Verona
