
(AGENPARL) – gio 21 aprile 2022 REGIONE MESSE A RISCHIO DAL MOSCERINO DEI PICCOLI FRUTTI: LA REGIONE PREVEDA RISARCIMENTI E SI ATTIVI PER LA PREVENZIONE”
BOLOGNA, 21 APR – “A quanto ammontano, negli ultimi 10 anni, i danni provocati ai frutticoltori dal moscerino dei piccoli frutti?”. A chiederlo, attraverso un’interrogazione alla Giunta regionale, il consigliere della Lega Michele Facci.
“Le coltivazioni di lampone, mirtillo, fragole, more, ciliegio, susino, pesco, fico e vite, tutte produzioni d’eccellenza per la nostra Regione, sono messe a repentaglio dalla Drosophila suzukii, un parassita che attacca principalmente i frutti con buccia sottile di piante coltivate e spontanee. Negli ultimi anni, le perdite economiche dovute alla mancata vendita dei frutti danneggiati e l’incremento dei costi dovuti alla cernita e agli interventi di gestione, hanno portato diversi agricoltori ad abbandonare i raccolti, specie nelle zone maggiormente colpite”. Da qui l’atto ispettivo per sapere se “per la stagione 2022 siano stati previsti forme di sostegno e risarcimento per le aziende e produttori che verranno colpiti dal proliferare del parassita” e se non si “ritenga necessario prevedere appositi stanziamenti, per le prossime annualità, finalizzati alla ricerca di rimedi efficaci contro la diffusione del moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii)”. Tra questi il rilascio in natura del parassitoide “G. brasiliensis”. “Attualmente, dopo ben undici anni dal suo primo ritrovamento, l’attuale e principale strategia di controllo del “D. suzukii” rimane l’uso d’insetticidi. L’utilizzo di tali sostanze, anche se autorizzate, comporta comunque problematiche di tipo sanitario per quanto riguarda il rischio di residui sui frutti, compromettendo di fatto la salute del produttore e del consumatore e nel contempo aumenta il costo di coltivazione” ha rilevato il leghista.
“Eppure da un approfondito lavoro di ricerca, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach (FEM) di S. Michele all’Adige (TN), è emerso che il parassitoide “G. brasiliensis” potrebbe essere il più adatto per programmi di controllo biologico nei territori colonizzati, in quanto estremamente specifico nei confronti di “D. suzukii”. Si tratta di un micro imenottero, assolutamente innocuo per l’uomo, potenzialmente in grado di insediarsi nell’ambiente e moltiplicarsi a spese di “D. suzukii” deprimendone la popolazione. Lo scorso agosto il MITE ha concesso l’autorizzazione al rilascio controllato dell’imenottero in natura in tutte le Regioni che ne avevano fatto richiesta, tra cui anche l’Emilia Romagna: a settembre dello stesso anno sono iniziati i rilasci in campo sperimentale del parassitoide in alcune coltivazione tipiche di ciliegio in provincia di Modena, e su 5 siti lungo il “Percorso Natura” ha spiegato.
“Chiediamo quindi conto all’esecutivo dei risultati di tale esperienza e, alla luce di questa, se e quando si intende ampliare il programma di sperimentazione dell’imenottero, in particolare nelle aree più critiche della Regione” ha concluso Facci.
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