
(AGENPARL) – ven 08 aprile 2022 Il panorama economico risente del repentino accentuarsi dei rischi seguito all’invasione
russa dell’Ucraina. L’attività, che l’anno scorso era cresciuta vivacemente, ha perso vigore;
questo pomeriggio, in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, all’inasprimento dei
approvvigionamento di prodotti intermedi, nell’area dell’euro – dove la crescita stava già
2021, si è portata in marzo – secondo dati preliminari – al 7,5 per cento sui dodici mesi, il
Anche in Italia il prodotto stava già decelerando nell’ultimo trimestre dell’anno scorso;
l’avevano frenato il ristagno dei consumi delle famiglie e il contributo negativo della
indicatori disponibili, che il PIL si sia ridotto di poco più di mezzo punto percentuale
sul periodo precedente. Da principio il calo è stato dovuto soprattutto alla rapida
precedenti in termini di conseguenze sanitarie gravi, ma più facile alla trasmissione, con
accentuate in paesi come l’Italia e la Germania, molto dipendenti dal gas russo – hanno
appesantito ulteriormente il clima congiunturale. I dati ad alta frequenza segnalano
diminuzioni sia nell’attività manifatturiera, sia in quella nei servizi. In quest’ultimo
comparto il calo sarebbe connesso con l’indebolimento della spesa delle famiglie, il cui
potere d’acquisto comincia a essere intaccato dalla crescita elevata dei prezzi al consumo.
sui rapporti economici e politici a livello internazionale. Ci aiuta la situazione di partenza:
conseguenza delle eccezionali misure di politica economica attuate per contrastarla, a
solo in quest’ultimo caso – cioè nello scenario più severo – una diminuzione del PIL
rispetto a quanto ci si aspettava prima della guerra. Lo scenario più severo presuppone
risolto, o con la ripresa delle forniture, o con una sostituzione su più vasta scala con
portandola a livelli molto elevati per talune attività. Nel mercato dei derivati sulle materie
prime, le richieste di versare ingenti margini a garanzia dei contratti hanno fatto emergere
in alcuni casi rischi di liquidità, anche tra gli operatori che utilizzano questi strumenti
per la copertura dei rischi. Per i derivati sul nickel, in particolare, si sono resi necessari
da parte delle principali banche centrali. I corsi azionari, sostenuti negli ultimi anni dal
shock pandemico, sono scesi all’inizio dell’anno; anche la volatilità è aumentata. Dopo
risk reversal
Le sanzioni hanno comportato la disconnessione di alcune banche russe dal sistema
di messaggistica interbancaria SWIFT. Le autorità stanno considerando con attenzione
possibili forme di elusione realizzate utilizzando sistemi alternativi a SWIFT, che tuttavia
per aggirare le sanzioni; questo rischio viene al momento giudicato relativamente
contenuto, anche per i vincoli tecnici che ostacolano l’impiego di simili strumenti per
Tra le sanzioni decise dopo l’invasione, l’Unione europea ha introdotto restrizioni alle
esportazioni verso la Russia, in particolare per i beni di lusso e le attrezzature, la tecnologia
Italia la Russia rappresenta solo una piccola parte del totale delle esportazioni (circa
l’1,5 per cento nel 2021). Le sanzioni possono aver avuto conseguenze economiche
rilevanti a livello individuale, per quelle imprese per cui il mercato russo è il principale
sbocco commerciale; a livello aggregato, tuttavia, la relativa incidenza sul fatturato
Il rischio maggiore per l’Italia riguarda le importazioni, non tanto per il loro volume
(il 3,7 per cento del totale), quanto per il fatto che esse sono concentrate nell’energia.
Dalla Russia proviene più di un quinto delle importazioni italiane di materie prime
energetiche; per il gas naturale la quota supera il 45 per cento; è di poco inferiore al
10 per cento per il petrolio greggio. In base a dati dell’Istat riferiti al 2019, il 43 per
I rincari del gas e i rischi relativi alla sua disponibilità colpiscono le imprese la cui
produzione dipende in misura maggiore dal consumo di energia. Ma anche le famiglie
possono manifestarsi per le fasce di reddito più basse, la cui propensione al consumo è
occorrerebbe a mio avviso concentrare le risorse pubbliche disponibili, più che sui prezzi
in sé, sull’obiettivo di sostenere, in un’ottica di emergenza, il reddito delle famiglie e delle
straordinarie, contribuiscono a orientare le scelte di famiglie e imprese verso il risparmio
di combustibili fossili e l’investimento nella conservazione dell’energia e nell’utilizzo di
Nella situazione di oggi, questa crescita dipende soprattutto dalle tensioni sui mercati
ridurre la dipendenza dell’Europa e dell’Italia dall’energia importata di fonte fossile,
dipendenza che comporta le vulnerabilità strategiche apparse in tutta la loro evidenza
accompagnata da scelte coerenti, tempestive e ben disegnate nel campo delle politiche
Occorre però anche inquadrare gli avvenimenti di questi giorni in un contesto di più lungo
attenzione, così anche il solenne impegno, assunto a livello europeo e internazionale,
richiede un complesso di interventi: regole, investimenti pubblici, incentivi per i privati.
che penalizzi quelle a elevata intensità di carbonio (‘
carbon pricing
’); se ne è parlato tra
Al di là delle oscillazioni eccezionali di questi giorni, mi pare opportuno tenere a
Nel corso del 2021 la condizione delle banche italiane è complessivamente migliorata.
La redditività è tornata su livelli comparabili con quelli precedenti alla crisi pandemica.
deteriorati, seppure in lieve crescita negli ultimi mesi dell’anno, è rimasto basso rispetto
ai suoi valori storici; l’incidenza del relativo stock è ancora scesa, portandosi su livelli
più restrittive. Considerando inoltre l’ammontare relativamente elevato dei prestiti
dovrebbe restare in ogni caso largamente inferiore a quanto si è visto in precedenti
La dotazione di patrimonio in rapporto all’attivo ponderato per il rischio, pur se in lieve
i rischi indotti da questa nuova fase di tensione da una posizione complessivamente
intermediari italiani sia da quelli degli altri maggiori paesi europei, i valori di borsa sono
complesso (essa rappresenta solo lo 0,7 per cento del totale delle attività delle banche),
ma pur sempre superiore a quella media dell’area, e concentrata, come è ampiamente
noto, presso i due gruppi maggiori. Le comunicazioni rilasciate da questi ultimi nei giorni
Concludo queste brevi considerazioni sulle banche. Il contesto globale suggerisce molta
prudenza; occorre dunque mantenere elevata l’attenzione sia degli intermediari, sia delle
politiche di accantonamento e quelle di distribuzione. Non è per il momento necessario
ricorrere di nuovo a misure generalizzate da parte di supervisori e regolatori, come quelle
che furono messe in campo dopo lo scoppio della pandemia. Per quanto siano state
a suo tempo utili, oggi esse introdurrebbero elementi di opacità nei bilanci bancari,
in un momento in cui la massima trasparenza può invece contribuire alla riduzione
dell’incertezza. Le autorità di vigilanza valuteranno comunque l’evolversi delle condizioni