
(AGENPARL) – mer 06 aprile 2022 16/2022
06/04/2022
OLIVICOLTURA ITALIANA: UN NUOVO SLANCIO PER OLIVETI TRADIZIONALI E
INTENSIVI
Tutte le soluzioni messe a punto dalla ricerca CREA con il progetto MOLTI
«Il settore olivicolo italiano è tra i più importanti al mondo: la nostra produzione, infatti, incide per il
15%/18% su quella globale (seconda dopo la Spagna), siamo il secondo esportatore (dopo la Spagna) e
il primo importatore di olio, in quanto primi consumatori al mondo di quello che è il condimento
principe della dieta mediterranea e della cucina italiana. Abbiamo 1 milione di ettari di superficie
olivetata, gestiti da 827mila aziende agricole (localizzate principalmente in Puglia, Calabria e Sicilia, ma
anche in Campania, Abruzzo, Lazio e Umbria), dagli elevati standard qualitativi (42 DOP e 7 IGP per oli
di oliva e 4 DOP per olive da mensa) e dalla forte caratterizzazione territoriale (oltre 500 cultivar)». Così
il Prof. Carlo Gaudio, Presidente del CREA, in occasione della giornata conclusiva dell’intesa due giorni
dedicata al progetto MOLTI – Miglioramento della produzione in oliveti tradizionali e intensivi,
realizzato dal CREA Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura e finanziato dal Ministero delle Politiche
Agricole, Alimentari e Forestali.
Il contesto. Nonostante l’eccellenza del nostro olio e il carattere di multifunzionalità della olivicoltura
italiana, un patrimonio ambientale, paesaggistico e storico, unico nel suo genere, il settore si trova in
forte ritardo rispetto alla concorrenza di altri Paesi e ha bisogno di essere rilanciato attraverso il
rinnovamento, l’innovazione e l’ampliamento delle produzioni, con un approccio che tenga in giusto
conto la variegata realtà olivicola italiana. Le difficoltà sono numerose: dall’elevata polverizzazione
delle proprietà (oltre il 60% sono piccole e medie imprese a conduzione familiare), alla collocazione in
ambienti collinari (più difficili per la meccanizzazione), alla predominanza degli oliveti tradizionali (circa
i 3/4 del totale), con densità inadeguate, sesti irregolari, alberi spesso vecchi, grandi e/o con più fusti,
spesso meno produttivi e limitanti nell’uso delle macchine.
Il progetto MOLTI, che coinvolge tre centri di ricerca del CREA – Olivicoltura, Frutticoltura e
Agrumicoltura, Agricoltura e Ambiente e Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari – ha l’obiettivo di
recuperare il gap esistente tra l’olivicoltura italiana e quella degli altri Paesi concorrenti, offrendo ai
produttori le conoscenze e le tecniche per una olivicoltura più moderna, competitiva e sostenibile.
È incentrato, infatti, da un lato, sul recupero degli oliveti tradizionali in diversi areali italiani (Sicilia,
Calabria, Puglia, Lazio e Umbria) e con le principali varietà locali (rispettivamente Nocellara del Belice,
Carolea, Cima di Bitonto, Leccino e Moraiolo). Sono emerse la possibilità di una ripresa dell’attività
vegetativa e produttiva degli oliveti con tempistiche che dipendono dalla varietà e dalle specifiche
condizioni pedo-climatiche e la riduzione graduale dei costi, grazie ad una gestione funzionale della
potatura e ad una riduzione degli input esterni, a condizione che il suolo sia gestito in modo
conservativo e con pratiche agroecologiche, in grado di incrementare la sostanza organica e la
biodiversità e sostenere il recupero produttivo degli alberi.
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