
(AGENPARL) – Roma, 10 marzo 2022 – La maggior parte degli americani crede che gli Stati Uniti potrebbero affrontare una “depressione simile agli anni ’30” nei prossimi anni. Lo afferma un sondaggio Rasmussen Reports pubblicato mercoledì.
Il sondaggio chiedeva agli intervistati: «Nei prossimi anni, quanto è probabile che gli Stati Uniti sperimentino una Depressione simile agli anni ‘30?».
La maggioranza, il 52%, ha affermato che è probabile e, di questi, il 18% ha affermato che è “molto probabile”. Una pluralità di democratici, il 48 per cento, ha affermato che è probabile, e anche il 50 per cento degli indipendenti e il 61 per cento dei repubblicani hanno questa opinione.
Inoltre, il sondaggio ha rilevato che solo il 27% prevede che il mercato azionario sarà più alto tra un anno, rispetto al 31% che ha detto “inferiore” e al 24% che ha detto “più o meno lo stesso”.
Con il presidente Joe Biden alla Casa Bianca, i Democratici sono ora più ottimisti sul mercato azionario rispetto agli altri americani. Il 34% dei democratici prevede che il mercato azionario sarà più alto tra un anno, rispetto al 28% dei repubblicani e al 21% di quelli non affiliati a nessuno dei principali partiti. Il 33% dei repubblicani, il 28% dei democratici e il 32% dei non affiliati pensano che il mercato azionario sarà in calo tra un anno.
Allo stesso modo, mentre il 48% dei democratici crede che sia almeno in qualche modo probabile che gli Stati Uniti entrino in una depressione simile agli anni ’30 nei prossimi anni, il 61% dei repubblicani e il 50% dei non affiliati pensano che sia probabile un’altra Grande Depressione.
Il sondaggio, condotto dal 27 al 28 febbraio 2022, tra 1.000 adulti statunitensi, ha un margine di errore del +/- 3%.
Il sondaggio arriva quando gli americani identificano l’economia come una delle questioni principali in vista delle elezioni di medio termine. Un sondaggio Redfield & Wilton Strategies pubblicato il mese scorso, ad esempio, ha chiesto agli intervistati di identificare le questioni ” più probabili per determinare” come voteranno alle imminenti elezioni di medio termine. La maggioranza, il 57 per cento, ha scelto l’economia come la questione principale nel determinare come votare mentre continuano a far fronte all’inflazione dilagante e ai prezzi del gas alle stelle, che hanno raggiunto livelli record costantemente questa settimana.
Ed in Italia?
Le crisi economiche sono come le malattie e lo Stato deve fare da medico non da malato.
Il Governo dei migliori deve operare come il buon medico che in vista della profonda crisi che attanaglierà l’Italia agevola la ripresa economica, non la sopprime ma abbrevia il tempo affinché il malato si riprenda.
Certamente serve il colpo di reni, la scossa elettrica, il taglio chirurgico.
Per uscire dalla crisi che colpirà l’Italia, lo Stato dovrà mettere cervello, cuore e braccia.
Abbiamo bisogno di uno Stato che rimboccherà le coperte e non la lapide alle società in difficoltà.
Dobbiamo uscire dall’epoca comunale che ancora avvolge l’Italia, cioè da una mentalità arcaica che non ci porterà da nessuna parte se non nel baratro.
Servono deputati e senatori che facciano il loro dovere di legislatori senza la pretesa di sovrapporsi ai tecnici e senza la debolezza di farsi sopraffare dai tecnici.
Insomma occorrono Uomini straordinari per un’epoca straordinaria. Ma ci sono ancora? E se ci sono, dove si trovano?