
CATANZARO «Si tratta comunque di una ricchezza da preservare – è detto – e per questo, col sostegno del presidente Occhiuto, abbiamo scelto di confermare l’istituzione di un fondo regionale apposito attraverso il quale finanziare le iniziative di contrasto». Nello specifico, è scritto nella nota, «si agirà da un lato per favorire una maggiore sensibilizzazione della popolazione su rischi e accorgimenti da osservare e, dall’altro, per porre in essere le soluzioni tecniche ritenute idonee a contenere la diffusione del lepidottero, previo censimento delle aree interessate, privilegiando quelle maggiormente antropizzate, con interventi di controllo in diversi ambiti, con priorità a quello forestale, nei parchi pubblici, nei giardini urbani e su strade, piste e sentieri. L’attività di mappatura è in corso nei centri urbani e nelle aree periurbane, mentre è stata già cartografata nelle aree forestali segnate da presenza di conifere del genere Pino. A sovrintendere i lavori di studio, ricerca ed esecuzione, il Comitato tecnico composto dai tecnici dell’Uoa Forestazione, dell’ente Calabria Verde e dell’Arsac, oltre che dai rappresentanti dell’ente Parco nazionale della Sila, con il supporto scientifico del dipartimento Pau-Laboratorio di Entomologia ed Ecologia applicata e del dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Nel dettaglio, le azioni di lotta varieranno in relazione agli stadi vitali dell’insetto: larve autunnali o primaverili; crisalidi; adulti; ovature. Si farà ricorso a un approccio integrato, con interventi a basso impatto ambientale e differenti mezzi di difesa. Nel breve termine, alla campagna informativa su rischi, precauzioni e accorgimenti da mettere in atto per evitare il contatto accidentale si sommeranno misure di contenimento correlate ai diversi periodi temporali e agli stadi evolutivi della Processionaria, con l’asportazione dei nidi; la posa di trappole a feromoni; l’impiego di bacillus thuringiensis e funghi entomopatogeni. A tal proposito, ad esempio, Calabria Verde, stanziando risorse proprie, per ulteriori 500.000 euro, ha già acquistato le attrezzature per consentire l’asportazione dei nidi e la sistemazione di anelli in grado di impedire al parassita di scendere dai nidi e disperdersi nei terreni circostanti». (News&Com)