
(AGENPARL) – Roma, 21 gennaio 2022 – I media locali nella capitale cinese di Pechino riferiscono che a sole due settimane dall’inizio delle Olimpiadi invernali, le autorità sanitarie della città hanno ripreso una pratica controversa dall’inizio della pandemia di coronavirus di Wuhan: l’uso di tamponi anali per verificare la presenza di infezioni.
Insider mercoledì ha tradotto un rapporto del Beijing News , di proprietà statale, che descriveva almeno 27 residenti di un condominio nel distretto di Haidian che si sono sottoposti al test del tampone anale la scorsa settimana.
L’ articolo di Beijing News menzionava di sfuggita la curiosa pratica. C’era un solo riferimento ai tamponi ammucchiati tra le attrezzature trasportate dall’unità di test del coronavirus inviata agli appartamenti di Haidian. La spinta dell’articolo era che tutte le persone coinvolte erano nervose per l’epidemia di coronavirus a Pechino, ma tutti erano disposti a fare la propria parte per controllarla.
Haidian è l’epicentro di uno degli attuali focolai di coronavirus a Pechino. I funzionari sanitari distrettuali hanno finora ammesso due casi di trasmissione locale. Entrambi i pazienti avrebbero preso la variante omcron del coronavirus cinese dallo stesso terzo individuo.
Funzionari sanitari cinesi affermano che la terza persona ha contratto l’omicron gestendo pacchi dal Canada, uno scenario ritenuto altamente improbabile dalle agenzie statunitensi e internazionali. Le autorità cittadine hanno sigillato la casa e il luogo di lavoro di questo Paziente Zero, quindi, secondo quanto riferito, hanno raccolto migliaia di campioni di test da persone che vivevano o lavoravano negli stessi luoghi.
La Cina ha utilizzato il test del tampone anale sul personale diplomatico americano nel febbraio 2021, presentando una denuncia del Dipartimento di Stato americano al ministero degli Esteri cinese. Il governo cinese ha affermato che il test anale è stato somministrato “per errore”.
Il Giappone si è anche lamentato del fatto che la Cina utilizzasse i test anali sui cittadini giapponesi in visita e ha chiesto la fine della pratica, dicendo che i test erano fisicamente scomodi e causavano “un grande dolore psicologico”. A un certo punto, secondo quanto riferito, la Cina stava utilizzando il test del tampone anale sulla maggior parte dei viaggiatori stranieri.
I test anali sono considerati non necessari, invadenti e inclini a restituire falsi positivi. Ci sono state poche segnalazioni di tali test da qualsiasi luogo al di fuori della Cina.