
(AGENPARL) – Roma, 26 novembre 2021 – I manifestanti criticano l’accordo tra il primo ministro Abdallah Hamdok e il generale Abdul Fattah Alburhan.
Alla fine del mese scorso, in Sudan sono scoppiate proteste a livello nazionale contro la presa di potere da parte dei militari.
Le proteste che si sono estese a molte regioni del Paese sono arrivate nonostante un compromesso firmato dal capo dell’esercito, il generale Abdul Fattah Alburhan, per reintegrare il primo ministro Abdallah Hamdok.
I manifestanti hanno lanciato slogan antimilitari e criticato l’accordo firmato la scorsa settimana.
Migliaia di persone si sono radunate nei quartieri di Khartoum, tra cui 40 station, 60 street, Omdurman, Bahri, Alkalakla, Alshajara e le città di Port Sudan, Kassala, Nyala Shandi e altre parti del paese.
Tra le loro richieste ci sono il rilascio di detenuti politici e un’indagine sull’uccisione dei manifestanti.
L’Associazione professionale sudanese (Spa) ha esortato a “abbattere il golpe militare e l’accordo con il Primo Ministro”.
Prima dell’ acquisizione militare del 25 ottobre, il Sudan era amministrato da un consiglio sovrano di funzionari militari e civili che supervisionava il periodo di transizione fino alle elezioni del 2023 come parte di un precario patto di condivisione del potere tra i militari e le Forze della Libertà e del Cambiamento coalizione.