Il Presidente Domenico Giani, intervenendo al convegno organizzato da Fondazione Casa Thevenin, in occasione della XXXII giornata mondiale per i diritti dell’infanzia, sottolinea l’impegno doveroso al quale siamo tutti chiamati per tutelare i piu’ piccoli evitando la barbarie recente verificatasi in alcuni paesi Europei
(AGENPARL) Arezzo 21 novembre – “Ogni 5 secondi un bambino muore da qualche parte nel mondo. Ogni 13 secondi un neonato muore nel primo mese di vita. La violazione dei diritti dei bambini che hanno luogo in ogni paese e costituiscono barriere non riconosciute né denunciate, rappresentano una violazione dei loro diritti umani. Una triste realta’, ha ricordato nel Suo intervento il Presidente delle Misericordie Domenico Giani, che vede tantissimi bambini esposti continuamente al rischio di morte per via della povertà assoluta, del mancato accesso alle cure, della violenza, degli abusi, della discriminazione ed emarginazione.
Una situazione drammatica, ha proseguito il Presidente delle Misericordie Italiane, per l’infanzia nel mondo, oggi ulteriormente aggravata dalla pandemia. A partire dal marzo 2020, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il Coronavirus pandemia, i progressi relativi a quasi tutte le principali misure di sviluppo dell’infanzia si sono arrestati, lasciando i bambini di fronte a una nuova normalità, sconvolgente e distorta. Dopo un anno di COVID-19, il 13% dei 71 milioni di contagi da COVID-19, in 107 paesi, si sono verificati tra bambini e giovani sotto i 20 anni di età (UNICEF).
La pandemia, è vero, ha generato fratture e scompensi in ogni parte del mondo, ma ha anche acuito, con molteplici ripercussioni dirette e secondarie, lo stato di necessità di quei Paesi già sofferenti e incapaci di garantire adeguate condizioni di vita a bambini e adolescenti.
Ma come si può assicurare una migliore qualità della vita se la causa principale del perdurare e del diffondersi della mortalità infantile nel mondo è la povertà assoluta? Afferma Giani .Una povertà che denota i sintomi di interi popoli che non ce la fanno, che arrancano per sopravvivere, per darsi una chance per continuare a essere al mondo. Ed è proprio da questo che nasce una ramificazione di aiuti a livello mondiale, da parte di tante realtà no profit che si impegnano a restituire all’infanzia e all’adolescenza quella chance, quella opportunità non solo per vivere una vita migliore, ma soprattutto per sfuggire dalla morte.
Questa fotografia della realta’, ha proseguito Giani, da un lato ci fa prendere atto della drammatica situazione mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, ma dall’altro – attraverso la testimonianza di organizzazioni che hanno a mente l’uomo e la sua centralità – evoca la speranza per credere che non è tutto finito, che ancora c’è tanto da fare e tante vite possono essere salvate.
Il panorama mondiale, tuttavia, non esclude la nostra Nazione e le nostre povertà ed è il motivo per cui ci troviamo a celebrare la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e per fare memoria di un’istituzione precursore degli ospedali da campo – tanto a cuore a Papa Francesco – e della carità più intensa.
Ci troviamo ad Arezzo, all’Istituto Thevenin, ha proseguito Giani, una struttura che ho conosciuto ed avuto modo di apprezzare negli anni. Ogni attività di questo ’Istituto, nei suoi 150 anni di storia, ha avuto la finalità di riconoscere la persona come centrale e rispettarne la dignità; un servizio che ha rappresentato e rappresenta ancora come l’assistenza per i più deboli può evolversi e come i più deboli possono essere tutelati, come la Chiesa risponde al servizio degli ultimi.
Al termine del suo intervento Giani ha affrontato un tema delicatissimo sul valore di ogni persona, ovvero come si misura la qualità di vita dell’uomo.
“Così come esiste il PIL per misurare il benessere di un Paese, esiste un indicatore per misurare la qualità di vita dell’uomo, adulto o bambino, che è rappresentato dal benessere. E’ il benessere fisico, psicologico, spirituale; il benessere delle relazioni con la famiglia, gli educatori, gli amici; benessere inteso come rispetto della vita, degna di essere vissuta. Ed ecco perché parlare solo di tutela della salute, di un equo accesso alle cure e all’istruzione non è sufficiente…perché la visione di qualità della vita prevista dalla carta costituzionale o delle carte internazionali riguarda un indicatore parziale che si relaziona alla malattia, alla cura, all’istruzione trascurando l’ACCEZIONE PIU’ AMPIA DI QUALITÀ DELLA VITA, ESTESA ALLE ATTESE, ALLE SPERANZE DI VITA, ALLA DIGNITÀ.