(AGENPARL) – Roma, 06 novembre 2021 – Una parte significativa di queste perdite ricadrà sui bilanci di regioni e comuni, ha affermato il capo della Camera dei conti.
Le perdite per l’economia mondiale dalla pandemia di coronavirus vanno da $ 4 trilioni a $ 10 trilioni. Lo ha affermato il capo della Camera dei conti Alexei Kudrin in un videomessaggio ai partecipanti del terzo Forum municipale internazionale dei paesi Brics.
“Secondo varie stime, le perdite per l’economia mondiale dovute alla pandemia vanno da $ 4 trilioni a $ 10 trilioni e una parte significativa di queste perdite sarà a carico dei bilanci delle regioni e dei comuni”, ha affermato Kudrin. Allo stesso tempo, secondo lui, i sistemi sanitari dei paesi del mondo hanno mostrato impreparazione a una pandemia.
“I sistemi di assistenza sanitaria e di supporto sociale hanno mostrato impreparazione agli shock globali. Oggi, il compito delle autorità statali e delle agenzie di controllo e supervisione a tutti i livelli è sviluppare meccanismi che consentano a questi sistemi di diventare più sostenibili ed efficaci”, ha aggiunto Kudrin.
E’ palese che la pandemia di coronavirus continua a rappresentare una grave minaccia per l’economia globale. Questa conclusione è stata raggiunta dai ministri competenti e dai capi delle banche centrali dei paesi del G20 nel quarto incontro tenutosi ad ottobre a Washington nell’ambito della sessione autunnale degli organi di governo del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale.
«La pandemia continua a rappresentare una grave minaccia per l’economia globale, principalmente a causa dell’imprevedibilità di nuove varianti del coronavirus, ha dichiarato il governatore della Banca d’Italia Ignazo Visco in una conferenza stampa online.
Che la pandemia stia distruggendo le economie è un dato di fatto.
Come siamo di fronte alla peggiore economia dopo la Grande Depressione.
Il vero dramma è che continuiamo a non capire la triste realtà di un Paese ingessato burocraticamente ed economicamente.
Continuiamo a vedere le imprese private come una tigre feroce da uccidere o come una mucca da mungere mentre dovremmo vederla come un robusto cavallo che traina un carro molto pesante.
Ecco perché dovremmo aumentare la produttività delle piccole e medie imprese con le nuove tecnologie, investendo sulla Ricerca e sviluppo, come stanno facendo in Giappone, aiutando ad introdurre tecnologie ICT, robotiche e cloud all’avanguardia nel corso dei prossimi anni.
Il rilancio della politica industriale passa anche attraverso lo stimolo alla mobilità sostenibile, le semplificazioni amministrative e l’aumento dell’efficienza della giustizia.
Non sarà il caso di investire sulla produzione reale in modo tale da creare nuovi posti di lavoro e far crescere la domanda e quindi il potere di acquisto che oramai la classe media non ha più?
Inoltre, lo Stato non spende ed ingessa l’intera economia, mentre dovrebbe concentrarsi su una spesa pubblica responsabile riducendo gli sprechi.
Che cosa succederà quando lo Stato incasserà meno dalle entrare dalle imposte, a causa della diminuzione del gettito fiscale dovuti ai fallimenti e alle chiusure delle attività private?
Se non si riesce ad interrompere questo circolo vizioso, sarà necessario mantenere la tassazione elevata. Cosa assolutamente da evitare.
E come può questo Paese sperare di crescere, se sulle spalle dei pochi che riescono a fatica a lavorare, grava un numero sempre maggiore di pensionati e di quelli che percepiscono redditi di cittadinanza e di emergenza?
Quello che i Governo che si sono succeduti sono riusciti a fare è stata di lanciare la campagna #Iorestoacasa e cioè la raccomandazione all’allontanamento sociale che avevano lo scopo di impedire agli ospedali di essere sommersi dai pazienti e di dare all’Esecutivo il tempo di escogitare misure più efficaci ed ora #iomivaccino.
Quindi abbiamo bloccato l’economia, obbligato gli italiani a casa ad ascoltare vaghi e vacui appelli contenenti il nulla pneumatico.
Mesi e mesi passatei senza peraltro effettuare a tappeto i test sul personale più a rischio di contagio: medici, infermieri, forze dell’ordine e militari impegnati nell’emergenza Coronavirus.
Un anno sprecato che sarebbe dovuto servire a testare più rapidamente le persone a rischio di contagio in modo tale da ridurre la necessità dei test e liberando mano a mano gli italiani, facendo riaprire in sicurezza il Paese, per poi dire a reti unificate «Missione compiuta. Abbiamo vinto. Torniamo alla vita quotidiana».
Invece c’è ancora molta confusione e disinformazione a livello nazionale, perchè il problema è che ancora tirannicamente le persone sono consegnate nelle loro case, quando in realtà la popolazione vuole occuparsi del taglio di capelli, di andare al ristorante, ritornare in palestra, andare alle terme in tutta tranquillità.
Una confusione che sta frenando l’economia, dove il Governo ha posto gran parte della sua energia dietro una vana speranza appresso al green pass e ai vaccini che vengono presentati come una panacea.
Nella realtà il green pass e i vaccini con seconda… terza.. quarta… dose… e dose forever stanno dimostrando l’inconsistenza di un vero piano per realizzare la riapertura in sicurezza e far ripartire l’economia.
Il governo dovrà spendere molto di più per sostenere l’economia perché serviranno maggiori spese in previsione dell’aumento dei tassi di disoccupazione e non sperare nei risultati della politica finora fatta che è stata solo quella di guadagnare tempo.
In altre parole: si continua a vedere cosa succede secondo la logica tipica italiana del forse diamo un’occhiata prima di decidere chi, cosa, dove, come e quando… Insomma è come al solito iniziato il campionato della logicità fino a quando si scoprirà improvvisamente che i risultati non erano quelli sperati. Le aziende e le attività commerciali chiuderanno. L’austerità imposta del dopo Covid schiaccerà ulteriormente l’economia e l’Italia sarà alle prese con una crisi economia devastante.
E parlando chiaro dico che ci sono alcune cose più importanti della vittoria elettorale di questo o quello schieramento che è quella di dare un futuro a questo Paese e ai nostri figli.
E sarebbe davvero triste se per cambiare si dovesse sperare nuovamente nello sbarco della V Corpo d’armata statunitense.
Oggi in Italia abbiamo una nuova categoria: quella dei «qualchecosisti» come diceva Francesco Saverio Nitti. Bisogna fare qualcosa. Ma che cosa? Boh!
Abbiamo il dovere di competere perchè l’Italia può tornare a crescere. Oggi siamo di fronte ad una battaglia e ad una sfida.
La battaglia è contro tutto ciò che in questo Paese non funziona. La sfida è all’ineluttabilità di questa situazione.
Dobbiamo uscire dall’epoca comunale che ancora avvolge l’Italia, cioè da una mentalità arcaica che non ci porterà da nessuna parte se non nel baratro. Ma soprattuto del tengo famiglia.