
CATANZARO “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per come impostato da Conte e portato a compimento da Draghi, è stato un gigantesco azzardo. ‘L’Alternativa c’è’ ha contrastato fermamente il percorso tracciato dal Governo, infatti abbiamo votato contro la risoluzione presentata alle Camere. Questo Pnrr non risolverà i gap territoriali e occupazionali del nostro Paese, e certamente non rappresenterà una opportunità per la Calabria”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è-Misto) che aggiunge: “Siamo il Paese europeo che ha contratto il debito più alto avendo richiesto 122 miliardi di prestiti, unitamente alla quota a fondo perduto che è toccata a tutti”. “Contestualmente siamo il Paese europeo più incapace di spendere i soldi in poco tempo, e purtroppo il quinquennio 2021/26 è un tempo risibile per cambiare situazioni ataviche – afferma Granato -. Infatti, per spendere i soldi in fretta siamo costretti a mettere mano a riforme che mal si adattano al livello di corruzione e collusione con ambienti malavitosi della politica, della dirigenza pubblica, dell’imprenditoria del nostro Paese”. “Il decreto Semplificazioni di cui circola una bozza è un incoraggiamento a spendere malissimo quei soldi, attraverso l’eliminazione del limite dei subappalti, potenziamento del massimo ribasso, innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti di servizi e forniture e riduzione del numero degli operatori economici invitati alla gara nei lavori pubblici tra un milione e la soglia comunitaria. Il tutto fuori da ogni logica di controllo – incalza la senatrice de “L’Alternativa c’è” -. Per non parlare dei danni che si perpetreranno al paesaggio e all’ambiente, attraverso l’eliminazione dei controlli sull’eolico, il depotenziamento della Via, delle misure di rigenerazione urbana a tutela dei centri storici e tanto altro. “Vogliamo parlare della Calabria: sull’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, per come si evince dal comma 2 dell’articolo 14 – spiega ancora – viene autorizzata una spesa complessiva di 9,4 miliardi di euro. Parliamo di un finanziamento ridicolo per un sensibile miglioramento della velocità in un arco temporale che non si può definire ristretto. Alla Calabria viene quindi destinato un finanziamento che nei fatti non supererà i 500 milioni di euro e che viene peraltro concentrato sulla costa tirrenica. Ma tutte le forze politiche, nessuna esclusa, sostengono la necessità di finanziare il Ponte sullo Stretto ritenendola l’opera addirittura una “priorità infrastrutturale per la Calabria”. (News&Com)