(AGENPARL) - Roma, 28 Gennaio 2021VIBO VALENTIA La Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha notificato un’ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva e contestuale decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia – Marina Russo – nell’ambito di un procedimento penale a carico di 5 soggetti indagati, a vario titolo, per reati tributari, previsti e puniti dal Decreto Legislativo numero 74/2000, per avere presentato fraudolenti dichiarazioni annuali dei redditi, relative agli anni d’imposta dal 2011 al 2018, utilizzando fatture per operazioni inesistenti. Le indagini, dirette dal procuratore della Repubblica Camillo Falvo e dal sostituto procuratore Concettina Iannazzo, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia, guidato dal Maggiore Giuseppe Froio, hanno preso in esame una complessa, insidiosa ed articolata frode fiscale ideata dal principale indagato, a carico del quale il Giudice ha imposto il divieto di esercitare l’attivita? imprenditoriale per un anno, nella sua qualita? di rappresentante legale di una societa? a responsabilita? limitata operante a Vibo Valentia nel settore della installazione di impianti di telecomunicazione ed elettronici.
L’INDAGINE Le attivita? investigative sono scaturite dalle risultanze emerse a conclusione di una verifica fiscale eseguita dal Reparto, nei confronti della predetta societa?, finalizzata all’acquisizione e reperimento degli elementi utili all’accertamento delle imposte dovute ed alla repressione delle violazioni tributarie amministrative e penali. Fin dagli inizi del controllo, i militari hanno colto i tratti distintivi di un complesso meccanismo di frode, volto a consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese qualificabili come “cartiere”, create dal rappresentante legale della societa? sottoposta a verifica. Infatti, nell’ambito degli accertamenti svolti, e? stata rilevata l’esistenza di un’unica realta? imprenditoriale costituita da 6 soggetti economici: 2 societa? srl; 2 cooperative; 1 ditta individuale; 1 societa? estera con sede in Romania, tutte riconducibili all’ideatore del sistema truffaldino, che ha consentito alla societa? oggetto di verifica di realizzare, indebitamente, una maggiore deduzione di costi e detrazione di imposte.
FALSE FATTURAZIONI Nello specifico, la falsa fatturazione da parte di imprese terze delle prestazioni di servizio rese dal personale dipendente ha permesso alla societa? verificata e alla ditta individuale di: dedurre ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap l’imponibile delle fatture emesse dalle cooperative; detrarre ai fini dell’Iva l’imposta relativa alle suddette fatture; aumentare i costi al fine di ridurre il reddito fiscale da sottoporre a tassazione. Le prestazioni di servizio fatturate dalle due cooperative venivano nella realta? effettuate nei medesimi locali e con le stesse attrezzature (come attestato anche dai contratti di appalto stipulati) della societa? verificata (con sede legale ed operativa coincidente con quella delle cooperative).
Le fatture erano funzionali a far risultare elementi passivi fittizi derivanti dalle prestazione di servizio rese da terzi, laddove, invece, erano rese dalla societa?.
GLI INDAGATI Gli imprenditori indagati sono:
-S.V.M., legale rappresentante di due società S.r.l. e titolare di una ditta individuale;
–S.L., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa;
–G.D., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa;
–T.R., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa;
-T.A., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa.
(News&Com)