
REGGIO CALABRIA A quel punto la madre ha ritenuto di intervenire prima che fosse troppo tardi: tramite i consulenti legali Salvatore Agosta e Giuseppe Cilidonio, si è affidata a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, per salvaguardare il ragazzino e ottenere giustizia, non solo nei confronti dei violenti che lo avevano terrorizzato e malmenato, ma anche verso i loro genitori e chi aveva permesso tutto ciò omettendo di vigilare sulla sicurezza di un alunno sotto la sua responsabilità: l’istituto scolastico. Dove, preside in primis, anche di fronte alle ripetute richieste di spiegazioni e assunzione di responsabilità da parte di Studio3A, hanno sempre negato, anche contro l’evidenza, che fossero successi atti di bullismo a scuola, arrivando anche a rifiutare il nulla osta chiesto dalla mamma per trasferire il figlio in altro istituto. Si è dovuto coinvolgere il Consultorio familiare dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Solo di fronte all’attestazione che il bambino “soffriva di sindrome ansiosa a seguito di vari episodi di bullismo subiti in classe” e che si riteneva “necessario il trasferimento presso altro plesso scolastico per evitare di sottoporlo ad un costante stress con conseguente peggioramento della patologia”, la scuola ha “ceduto” e si è potuto iscriverlo in altro istituto, dove per lui è iniziata un’altra vita, anche se con tante cicatrici interiori. Attraverso Studio 3A, il 29 febbraio 2016 la donna ha dunque presentato querela presso la locale stazione dei carabinieri, con successiva apertura di due procedimenti penali, e nei mesi seguenti ha continuato a denunciare in note trasmissioni tv il suo caso, il lassismo della Scuola, l’omertà di genitori, docenti e operatori scolastici, e l’isolamento e finanche le intimidazioni a cui è stata sottoposta per essersi “permessa” di “rompere” quel muro. (News&Com)