
Studio cinese: Le infezioni di Wuhan erano almeno il triplo delle cifre riportate
(AGENPARL) – Roma, 09 gennaio 2021 – Alcuni ricercatori cinesi hanno pubblicato un documento giovedì che ha affermato, sulla base dell’analisi dei campioni di sangue per il loro conteggio degli anticorpi, che le infezioni da coronavirus nella città di Wuhan erano almeno tre volte più numerose del conteggio ufficiale di 50.340 casi.
Reuters ha notato che lo studio, condotto dal laboratorio di virologia dell’Università di Wuhan e pubblicato sulla rivista PLOS Neglected Tropical Diseases, è in linea con altre ricerche cinesi che molto tardi hanno confermato che i numeri dati al resto del mondo dal governo cinese erano molto più bassi del numero reale di infezioni:
Lo studio suggeriva che almeno due terzi del numero totale erano asintomatici, e che migliaia di persone avrebbero potuto essere infettate dopo l'”eliminazione” dei casi clinici, aumentando la possibilità che il virus potesse esistere in una comunità per un lungo periodo senza causare ospedalizzazioni.
Uno studio separato pubblicato dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) alla fine del mese scorso ha messo il tasso di “sieroprevalenza” a Wuhan, la percentuale della popolazione con anticorpi, ancora più alta del 4,43%, il che implica che circa mezzo milione di persone in città potrebbero essere state infettate.
La Cina dichiara ancora solo 87.331 infezioni da coronavirus cinesi e 4.634 morti in totale.
Il South China Morning Post (SCMP) ha citato il preside dell’Università di Wuhan, Yu Xuejie, che ha sottolineato la difficoltà di individuare i casi asintomatici di coronavirus e ha detto che “la gente dovrebbe restare vigile”.
“Non è una cosa negativa se il virus continua a rimanere in una forma che non causerà la malattia. Vivere con virus non patogeni può invece rafforzare il nostro sistema immunitario”, ha detto Yu.
Il team dell’Università di Wuhan ha postulato che diversi ceppi del coronavirus erano in gioco, e i “ceppi meno virulenti” sono più difficili da individuare, ma sono comunque motivo di preoccupazione perché potrebbero “causare sintomi in individui estremamente suscettibili e tornare a un ceppo altamente virulento per riaccendere l’epidemia”.