
OLIMPIADI, CONI E GOVERNO ABBIANO IL CORAGGIO VIRILE DI RISPONDERE A TONO AL CIO
(AGENPARL) – Roma, 05 gennaio 2021- Come sappiamo il CIO sta contestando il CONI, attraverso una lettera del Presidente Bach inviata a Giovanni Malagò, di non avere la necessaria autonomia. La conseguenza di questa brillante boutade è che la rappresentanza italiana ai prossimi Giochi Olimpici, semmai dovessero celebrarsi nel 2021 in Giappone, vista l’attuale situazione pandemica che rende l’ipotesi abbastanza irrealizzabile, potrebbe sfilare senza il tricolore e gli atleti, quindi, sarebbero presenti come autonomi.
Noi italiani continuiamo ad assistere e ad essere continuamente sottoposti ad una serie di brillanti intuizioni – non so se imbarazzanti o terrificanti – che stanno dando fiducia a dei cervelli a «quadretti rosa» che ribadiscono e amplificano le dichiarazioni che poi la nostra élite politica e sportiva pare non essere in grado di rispondere a tono.
Il CIO riconosce 205 comitati olimpici ed altrettanti sono i paesi partecipanti ai Giochi in quanto è ormai prassi che più Nazioni possibili possano disputare le Olimpiadi anche se con rappresentative limitate come quelle dei Paesi economicamente più deboli, tanto è che vengono invitati a spese proprio del Comitato stesso.
Nel 2016 a Rio erano presenti 205 delegazioni.
E’ imbarazzante i due pesi e le due misure del CIO nei confronti dell’Italia, quando è noto che nel 2020 solo il 5,7% della popolazione mondiale vive in democrazia.
A questo punto la domanda che bisogna porsi è se il CIO sarebbe sul punto di disconoscere i Comitati Olimpici di alcuni Paesi notoriamente dittatoriali come la Corea del Nord o addirittura la Cina dove è previsto BEIJING 2022.
Infatti, non sembra che la rappresentativa coreana abbia sfilato senza bandiera o che questa sia una probabilità. E sorvoliamo la questione del regime comunista cinese e di tutti gli altri Paesi di cui si conoscono bene i vari regimi dittatoriali.
Chi ha un minimo di cultura storica sa bene che il CONI, grazie a Giulio Onesti, presidente di grande lungimiranza ha goduto di una grande autonomia basata su una situazione economica privilegiata dovuta al Totocalcio.
In Italia per lungo tempo non è esistito il ministero dello sport ma era il Ministro del turismo e spettacolo che aveva delega per lo sport e questo testimonia l’autonomia di cui ha goduto il CONI. E ciò è avvenuto fino al momento in cui non ha più avuto un’autonomia economica. Occorre però sapere che in tutti gli altri Paesi i cui comitati olimpici sono riconosciuti dal CIO esistono da sempre i Ministeri dello Sport.
Sembra quindi evidente che il pericolo che il CIO possa sospendere il CONI ed impedire alla rappresentativa italiana di partecipare ai Giochi sotto il tricolore sia soltanto “fantapolitica”.
Chi di dovere tiri fuori il coraggio ‘virile’ e risponda a tono alla boutade del CIO.
L’Italia si dia una svegliata perché è impensabile continuare a ragionare col cervello a quadretti rosa perché ne va del prestigio del Bel Paese, perché noi non siamo la Cina. Almeno per il momento, nonostante gli sforzi di settori che aspirano a farci diventare una colonia di Pechino.