
Global Times, «Il preludio di un’era asiatica è iniziato». «I Paesi asiatici mostrano maggiore efficienza al Covid rispetto ai paesi europei e agli USA che presumibilmente danno più valore alla libertà»
(AGENPARL) – Roma, 01 dicembre 2020 – Lunedì il quotidiano Global Times, di proprietà dello Stato cinese, pubblica un articolo che fa ben riflettere dal titolo eloquente: «Il preludio di un’era asiatica è iniziato», citando dati che indicano che l’Asia «contribuirà per circa il 60% alla crescita globale» entro il 2030.
La firma dell’articolo è di Wang Wen, un «professore e decano esecutivo del Chongyang Institute for Financial Studies presso la Renmin University of China»”.
L’articolo di Wang Wen inizia a tessere le lodi delle società Asiatiche quando scrive «circa 100 anni fa, lo studioso giapponese Okakura Tenshin, il poeta indiano Rabindranath Tagore e lo studioso cinese Liang Qichao chiedevano tutti l’asianismo. È passato un secolo durante il quale numerosi pensatori hanno concepito l’ascesa dell’Asia. Ora sta arrivando l’era asiatica».
Wang Wen prosegue ‘spiegando’ quello che sarà la ‘nuova configurazione’ a livello globale che può realizzare molte cose. Il già noto nuovo ordine mondiale.
Ovviamente non può che citare la firma del Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) avvenuta il 15 novembre che «ha riunito le nazioni dell’ASEAN, Giappone, Corea del Sud, Cina, Australia e Nuova Zelanda in uno dei blocchi commerciali più diversificati e popolati sulla Terra. Segna una nuova era per la cooperazione regionale asiatica caratterizzata dal multilateralismo e dal liberalismo commerciale. In termini di processo di recupero globale durante l’era post-pandemia, questa nuova configurazione può realizzare molte cose».
Ma vi è di più. «Entro il 2025, il PIL della Cina dovrebbe raggiungere o addirittura superare quello degli Stati Uniti. L’India potrebbe superare la Germania per diventare la quarta economia mondiale. I paesi europei cadranno in una depressione invisibile da 500 anni, da quando l’esploratore portoghese Ferdinand Magellan iniziò il suo viaggio globale nel 1520. Lo status degli Stati Uniti come la più grande economia del mondo si avvicina alla fine. Per la prima volta, tre paesi asiatici saranno tra le quattro principali economie del mondo», ha sottolineato il Global Times.
E’ tutto chiaro? Ma l’articolo non finisce qui.
«Dal punto di vista della governance nazionale, i paesi dell’Asia orientale, che mettono l’accento sull’ordine nella loro cultura, mostrano una maggiore efficienza nella lotta contro la pandemia, rispetto ai paesi europei e agli Stati Uniti, che presumibilmente danno più valore alla libertà. Pertanto, anche i paesi asiatici stanno rivitalizzando le loro economie più velocemente di altre parti del mondo. Si prevede che entro il 2030 l’Asia “contribuirà per circa il 60% alla crescita globale”» scrive Wang Wen.
Va detto innanzitutto che l’India, citata dal Global Times come una delle quattro principali economie globali del futuro entro il 2025, ha in particolare rinunciato a firmare il RCEP il 15 novembre, in linea con il suo obiettivo dichiarato di diventare meno dipendente dalle catene di approvvigionamento estere. Va inoltre detto degli attriti tra gli eserciti di Cina ed India in quasi perenne scontro per gli sconfinamenti che avvengono nelle immediate vicinanze dell’Himalaya.
L articolo del Global Times pone l’accento sull’ordine della cultura e dell’efficienza nella lotta alla pandemia rispetto ai Paesi europei e agli USA che presumibilmente danno più valore alla libertà….Pertando i paesi asiatici stanno rivitalizzando le loro economie più velocemente di altre parte del mondo.
Ancora qualche dubbio?
Un articolo del Jakarta Post di gennaio sembra supportare la previsione del Global Times sulla crescita incrementale nelle economie asiatiche.
«Nel 2020 il prodotto interno lordo asiatico supererà il prodotto interno lordo (PIL) del resto del mondo messo insieme. Entro il 2030, si prevede che la regione contribuisca per circa il 60% alla crescita globale. L’Asia-Pacifico sarà anche responsabile della stragrande maggioranza (90%) dei 2,4 miliardi di nuovi membri della classe media che entrano nell’economia globale. La maggior parte di tale crescita proverrà dai mercati in via di sviluppo di Cina, India e in tutto il sud-est asiatico», ha riportato l’articolo firmato da Praneeth Yendamuri che è un partner di Bain & Company e Zara Ingilizian è a capo di Shaping the Future of Consumption e membro del comitato esecutivo, World Economic Forum.
Tornando all’articolo del Global Times l’articolo prelude all’a nuova era asiatica: «Come afferma lo studioso indiano-americano Parag Khanna nel suo nuovo libro, The Future Is Asian, “nel XIX secolo il mondo è stato europeizzato. Nel XX secolo è stato americanizzato. Ora, nel XXI secolo, il mondo è irreversibilmente asiatico», secondo quando scrive Wang Wen.
«L’ era asiatica sarà sempre più compresa e abbracciata a livello globale. I cinesi stanno guidando il progresso a modo loro. Dal 2013, la Cina ha presentato la Belt and Road Initiative e la visione di “una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”. Abbiamo tutte le ragioni per credere che la Cina stia portando avanti l’ “era asiatica” nella giusta direzione.
D’altronde non è una cospirazione o un complotto quando ti dicono e ti scrivono quello che stanno facendo…
Bisogna leggere per conoscere ed informarsi per capire e votare.