
REGGIO CALABRIA In seguito alla complessa istruttoria dibattimentale il pm Vincenzo lanni aveva chiesto per Domenico Popolizio, Giuseppe Brandimarte e Salvatore De Gennaro la condanna alla pena di 6 anni ed euro 26.000 per ognuno mentre per gli altri imputati, previa derubricazione del reato, aveva chiesto la prescrizione ed in subordine l’assoluzione. Il Tribunale accogliendo le tesi difensive, compresa l’eccezione formulata dall’avvocato Antonino Napoli di ne bis idem per Domenico Popolizio, già giudicato ed assolto per una condotta contestata anche nel presente processo, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di Domenico Popolizio, con riferimento al fatto giudicato con una precedente sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria perché l’azione penale non doveva essere iniziata per bis in idem ed ha assolto Gioacchino Cananzi, Santo La Rosa, Nicolino Fondacaro, Giuseppe Brandimarte, Alfonso Brandimarte, Giovanni Ventre, Rocco Careri, Pasquale Furuli, Domenico Popolizio (per le condotte residue), Gianluca Corica, Salvatore De Gennaro, Claudio Spina, Fabio Lucchetta, Marco De Marco, Giuseppe Sorbilli e Rosario Francesco Orfanò, dai reati loro ascritti, perché il fatto non sussiste. Dopo circa 20 anni, la prima iscrizione presso la Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria risale al 2001, si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati il giudizio ordinario. (News&Com)