
CATANZARO “Se non si interviene subito – aggiunge Aceto – ci saranno danni permanenti e duraturi poiché, la proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno messo in evidenza notevoli criticità in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale. Proprio le modalità di ricerca di cibo attraverso una cospicua attività di scavo ben visibile sui campi coltivati provoca, infatti, anche su superfici naturali notevoli danni alla biodiversità”. “I cinghiali – prosegue -sono una specie ad alta mobilità in grado di percorrere grandi distanze per spostarsi da un territorio all’altro alla ricerca di nuove aree da saccheggiare. E’ una situazione arrivata al limite – sostiene Aceto – e quindi questa emergenza deve essere affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero”. “E’ una situazione che non possiamo più permettere – conclude il leader di Coldiretti Calabria – il sovrappopolamento della specie, dato assolutamente inconfutabile, deprezza il territorio in tutti i suoi aspetti e contribuisce allo spopolamento delle nostre aree rurali e di montagna dopo anni di lavoro e di presidio grazie proprio all’impegno degli agricoltori che mantengono vivi i territori”. (News&Com)