
REGGIO CALABRIA “Il moltiplicarsi senza controllo degli ungulati – sostiene il consigliere regionale – è un problema che arreca ingenti danni all’economia agricola ed è ormai diventato un pericolo pubblico persino nelle città. Pertanto, inibire la caccia (a poche settimane dalla riapertura) significa acuire i danni al nostro ricco patrimonio ambientale, ad una larga fetta dell’economia calabrese e, soprattutto, all’incolumità dei cittadini. Chiedo, dunque, al presidente Spirlì di farsi portavoce presso il ministero dell’Interno e le Prefetture calabresi della richiesta di non sospendere l’attività venatoria, consentendo ai cacciatori di circolare liberamente sul territorio regionale”. “L’ultimo Dpcm – conclude il consigliere regionale – vieta ogni spostamento non giustificato da motivi di lavoro, istruzione, salute o necessità, ma si deve tener conto che tutelare le aziende agricole, alleviandone i disagi con la riduzione della presenza dei cinghiali, è un’esigenza insopprimibile. Tra l’altro, la caccia è un’attività esercitata in luoghi aperti e con il dovuto distanziamento sociale, cosicché sarebbero immotivati i timori di un elevato rischio di contagio nel praticarla”. (News&Com)