
(AGENPARL) – Roma, 24 ottobre 2020 – La condanna a sei anni di Gianni Alemanno, amico storico dell’Asi e animatore di iniziative sociali col nostro Ente, mi ha profondamente colpito. Sia per la conoscenza che ho della persona, innamorato della Politica nel senso più nobile del termine, lavoratore instancabile e uomo delle Istituzioni, che non riesco a vedere nelle vesti del corrotto e nemmeno dell’imputato. Sia per le modalità con le quali si è svolto il processo. Stralciato da quello di Mafia Capitale e con una sentenza della Cassazione che ha stabilito come i presunti corruttori di Alemanno fossero in realtà colpevoli del fatto ben più lieve di ‘traffico di influenze’ (tanto che la Procura Generale aveva chiesto la rimodulazione della pena in tre anni e mezzo). Ergo, come può una persona essere condannata per corruzione senza la presenza di corruttori tra i co-imputati? Adesso, di nuovo in Cassazione, con la speranza che sia fatta luce sulla verità sgomberando ogni ombra e leciti dubbi su questa vicenda processuale. Così il Sen. Claudio Barbaro Presidente ASI