
CATANZARO “La Cisl calabrese rivolge alla politica un appello accorato perché si proceda speditamente sulla strada delle elezioni in modo da dare alla nostra regione, dopo la prematura scomparsa della presidente Jole Santelli, un governo autorevole, scelto dai cittadini”. Lo afferma in una nota il segretario generale dell’organizzazione sindacale, Tonino Russo. “Momenti delicati e difficili come quelli che stiamo vivendo – aggiunge – richiedono, infatti, una guida legittimata dal voto popolare, con una prospettiva di lavoro che guardi ai prossimi anni, in grado di interloquire autorevolmente con il Governo in una fase in cui si deciderà l’utilizzo e la destinazione delle risorse europee provenienti dal Recovery fund e – come la CISL chiede con forza – dal Mes per il riordino della Sanità”. “In tutto il Paese – prosegue Russo – la realtà sociale sta subendo, a causa della pandemia, un profondo cambiamento. I dati drammatici del Rapporto 2020 della Caritas sulla povertà, presentato il 17 ottobre, ci descrivono lo scenario economico e sociale dell’attuale crisi da Covid19: si profila in Italia una grave recessione economica; i nuovi poveri che nel 2020 si sono presentati per la prima volta ai centri di ascolto sono passati dal 31% al 45%: famiglie con minori, donne, giovani che dal precariato sono passati alla disoccupazione”. “E in Calabria – sottolinea Russo – le conseguenze della crisi rischiano di essere devastanti. Meno di un anno fa, prima della pandemia, i dati dell’osservatorio Barometro Cisl parlavano di una regione ultima per quanto riguarda il lavoro e la coesione sociale, penultima (prima della Sicilia) per l’istruzione”. “Una regione in cui il numero elevato dei neet (i giovani che non studiano né lavorano né seguono una formazione professionale) – evidenza il segretario generale di Cisl Calabria – rivela una crisi di motivazione e di speranza; in cui sul versante lavoro si registrava nel dicembre scorso un tasso di occupazione al 40% con l’incidenza del part time (spesso solo sulla carta) più elevata in Italia (20%). Una regione prima per i lavoratori dipendenti con reddito troppo basso (il 21% con paga inferiore ai 2/3 della media) e in cui i disoccupati ‘di lunga durata’ (cioè da più di dodici mesi) erano dieci mesi fa il 68%”. (News&Com)